Sono stato a lungo indeciso se pubblicare un video o scrivere qualcosa, per lasciare traccia di questi pericolosi giorni di follia che stiamo vivendo. Ma adesso ho solo bisogno che chi di dovere legga questo appello e finalmente capisca il reale pericolo che stiamo correndo. Voglio farlo con il massimo rispetto istituzionale. E chi di dovere non intendo solo il sindaco, intendo tutti coloro che oggi hanno un barlume di senso di responsabilità e intervengono per fermare questo tsunami. La politica è finita, faceva parte del vecchio mondo, oggi siamo in un nuovo mondo, siamo in guerra.
Quanto accaduto ieri passerà alla storia come una pagina buia di Balestrate, un momento pericolosissimo che deve servire da lezione, se vogliamo salvarci. Premetto, e lo ripeterò per i meno attenti, che il nostro nemico è il virus, non certo il sindaco. Ma quello che sto per dire interessa per forza di cose il sindaco, e interessa tutti coloro che non hanno ancora chiara la situazione. Siamo in guerra, non in Consiglio comunale, non in piazza, siamo in guerra e in guerra si spara, e chi è lento a rispondere al fuoco, chi si ciondola e si culla nel burocratese, questa guerra la perde.
Mentre da due, tre giorni erano uscite notizia sul presunto caso di contagio a Balestrate, il sindaco ha continuato a frenare attendendo una ufficialità formale che grida vendetta. Ma che ufficialità dobbiamo attendere prima di intervenire? Lo sapete cosa dice il governo nazionale, quello dello “state a casa” che tutti ripetiamo? Dice questo:
“Sulla base delle Ordinanze ministeriali, le Autorità sanitarie territorialmente competenti devono applicare ai contatti stretti di un caso probabile o confermato la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per quattordici giorni”.
Caso probabile o confermato. Cioè basta la probabilità a spingere le autorità, il sindaco a intervenire! Da sabato andavano messe le persone in isolamento attivo, cioè misurando febbre, cioè con operatori sanitari che controllano il loro stato di salute. A costo di isolarne dieci, trenta, cinquanta, come hanno fatto altri Comuni.
Attenzione! Guai a considerare come appestati i contagiati! Spesso c’è un fenomeno di vergogna sociale che porta a nascondere o sottovalutare i sintomi. Guai! Non perdiamo mai il rispetto e la dignità di esseri umani! E a riguardo voglio esprimere profondo dolore per quanto accaduto al contagiato di Balestrate, e profondo rispetto per i suoi familiari. Ho avvisato tutti gli organi competenti sul fatto che non è possibile che una famiglia non sappia la notizia del contagio in tempo reale, che la sappia dagli organi di stampa. Non è accettabile e l’ho fatto presente a tutti, Regione, ospedale, ordine dei giornalisti. E per tutto il giorno ieri mi sono speso per cercare di aiutare i familiari che non avevano notizie dai medici, con le lacrime agli occhi, perché volete sapere una cosa bella? Probabilmente se non ci fosse stato tutto questo casino, la famosa “ufficialità” tanto attesa sarebbe arrivata oggi! Sì, è oggi che saranno attivati certi protocolli, perdendo altro tempo prezioso.
Non sono tempi che possiamo permetterci. Qui non siamo in campagna elettorale, qui non siamo in una dannata vita normale dove bisogna fare i moderati e ottenere consensi e non disturbare le istituzioni. Caro sindaco, qui siamo in guerra e perdere anche solo un minuto prima di intervenire può comportare nuovi contagi. Questa guerra la vogliamo vincere prima possibile? Vogliamo avere un’estate a disposizione per riprenderci?
I giornalisti non sono maghi, i giornalisti non sono privilegiati, le telefonate che hanno fatto i siti di informazione del territorio potevano farle chiunque. Ma ripeto, il nemico è il virus, e non il sindaco. Quindi quello che pretendo dal sindaco è per favore che cambi atteggiamento, e se non se la sente, che si apra finalmente a questa maledetta collaborazione che continua a rifiutare per un ruolo difficile che da solo rischia di non essere in grado di portare avanti, e questa non deve essere una vergogna, perché il momento è particolare e richiede grandissime responsabilità. Responsabilità che non sempre è facile prendere, come nel caso del carnevalone da annullare, come tante altre feste internazionali che sono state annullate in quei giorni, come nel caso di ieri quando la notizia era conclamata e abbiamo perso ore preziose di tempo prima di intervenire. Siamo in guerra, di mezzo non ci va una delibera, un voto, di mezzo ci sono le nostre vite.
Sindaco, siamo con te, siamo disponibili a collaborare, gratuitamente, a mettere a rischio la nostra salute e la nostra vita per salvare questa comunità, per salvarla dal virus e dalla crisi economica che ci investirà come uno tsunami. Ma tu devi deciderti, devi cambiare atteggiamento, ora, perché la politica è finita, il mondo che conoscevamo è finito, non sappiamo manco come finirà questa guerra, per cui dobbiamo tutti sbracciarci e iniziare a combattere insieme. Fai un bollettino quotidiano, dacci i numeri, delega tutto il resto alla tua giunta, l’animazione territoriale, i video, delega tutto e concentrati sulle cose operative, dicci quante persone sono in isolamento, quanti casi, stabilisci un’ora del giorno così la gente sa che a quell’ora arrivano le notizie ufficiali, anticipa i tempi, aggredisci i fatti, corriamo, e poi diffondi il bollettino su whatsapp, e fallo girare. Apri canali con le autorità sanitarie, col 118, con l’assessorato, col mondo intero, se hai bisogno di aiuto troverai porte spalancate. E per favore non perdiamo più un solo minuto su cavolate come una ridicola ufficialità.
Questo è l’ultimo appello alla responsabilità che faccio, siamo in guerra e non intendo perderla in attesa di ufficialità e follie del genere. Lo devo alla mia famiglia e a Balestrate.