“La gara d’appalto la facciamo vincere a chi si ci mette!”, ecco le intercettazioni sulla villa comunale

“La gara d’appalto gliela facciamo vincere a chi si ci mette!”. È il 17 dicembre 2019 e Alfonso Scalici sta discutendo con altri due balestratesi di villa Europa, l’ex Conchiglia. La struttura è gestita dal figlio che però, secondo quanto emerge dalla discussione, chiuderà la ditta. Il successore, questo il tema della conversazione, dovrà sempre fare capo a Scalici che sembra voler condizionare il percorso.

Prima di proseguire servono alcune precisazioni. I carabinieri chiariranno che questa discussione è solo una proposta, una fase progettuale di qualcosa ancora da fare. La discussione avviene con due persone che potremmo definire “cittadini comuni”, non figure istituzionali o con una particolare storia, molto conosciute in paese. Due persone che durante la discussione arrivano a scherzare su quanto stanno dicendo, pur rendendosi conto della delicatezza dell’argomento. Forse anche ingenue, ma la legge non ammette ingenuità. Anche perchè hanno di fronte una persona che secondo l’inchiesta non scherza per nulla, anzi, viene descritto come un boss in ascesa che si occupa di droga, estorsioni, pronto a uccidere. E che tra l’altro gestiva già la villa con modalità su cui i pm hanno acceso i riflettori e stanno già studiando gli atti comunali. Nel provvedimento firmato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dal sostituto Amelia Luise, si ricorda che l’ex Conchiglia è già gestita dalla ditta di Scalici, unica ditta a presentarsi alla gara con un’offerta minima.

La conversazione lascia presagire una certa sicurezza nella capacità di Scalici di potersi nuovamente aggiudicare la gestione in maniera indiretta, favorendo qualche altra ditta. C’è poco da stare tranquilli: un presunto boss che si muove tra estorsioni, droga e progetti di possibili omicidi, sostiene di poter aggiudicarsi facilmente una gara per continuare a gestire la villa comunale.

Con lui quel giorno ci sono due balestratesi che vogliono fondare un’associazione. Scalici li informa che la ditta che gestisce la villa deve chiudere: “Mio figlio se ne deve uscire completamente” dice. Uno dei due interlocutori solleva il problema: “Però, loro fanno le gare d’appalto”. Scalici risponde: “La gara d’appalto gliela facciamo vincere a chi si ci mette!”. Poi prosegue: “Dopo che io ci ho buttato un sacco di soldi viene uno a fare la richiesta? Che è così cretino?”. Allora uno dei due personaggi chiede “E voi gliela fate vincere la gara?” E Scalici risponde “Ci proviamo!”.

Qui la discussione sembra cambiare tono, i presenti si rendono conto della delicatezza dell’argomento. Tanto che Scalici esclama: “No io non faccio vincere niente! Già tu te ne stai andando fuori dal rinale! lo ti ho detto una cosa a te. Già lo sta sentendo Franco, lo sta sentendo Ciccio, lo sta sentendo Salvatore, lo stanno sentendo tutti, lo sta sentendo il maresciallo comandante della Stazione!”. Da qui risate, anche se uno degli interlocutori sbotta. “Non si dicono certe cose”.

I tre comunque continuano a discutere della possibile formula per subentrare nella gestione. Siccome si tratta di una struttura pubblica, pensano di offrirsi per garantire l’apertura, la pulizia. Il problema, dicono, è nella forma dell’ente. Stanno per fondare un’associazione, no profit, che non ha scopo di lucro. “Non facciamo soldi, non possiamo mangiarceli” dicono. “Fate un’offerta!”. “Troviamo il cavillo”. Insomma, dalla discussione emerge una certa sicurezza sul fatto che l’ex conchiglia rimarrà in ogni caso nelle loro mani, bisogna trovare però la formula. Scalici aveva vinto la gara una prima volta, avrebbe potuto vincerla una seconda. L’inchiesta continua per fare luce su tutti questi aspetti, passati e futuri.