Il giorno dopo le elezioni siamo stati i primi a difendervi dicendo di lasciarvi lavorare, andando contro tutti i cattivi presentimenti, i pregiudizi, le paure per un gruppo politico legato a doppio filo a imprenditori e interessi locali. Ma abbiamo aspettato, abbiamo sperato. Adesso basta. È vero, c’è stata una maggioranza relativa che vi ha votato e voi avete vinto. Ma vi prometto che ci sarà anche una minoranza di persone che da questo momento in poi non vi lascerà respirare. Non avrete pace. Prepareremo tanti di quegli esposti da far impazzire magistrati e forze dell’ordine.
È trascorso parecchio tempo, due estati, troppe per un paese che ogni giorno si sveglia convinto di essere turistico. Non abbiamo visto nulla, non ci siamo stupiti, nulla che ci facesse sperare, meravigliare. Qualche timido accenno che addirittura ci aveva fatto esultare. Ma alla fine, segnali di vita: zero.
La cosa più triste è leggere e sentire risposte agghiaccianti del tipo “ma tanto altri non avrebbero potuto fare di meglio”, “ma tanto da altre parti è così”. Cioè ormai prevale un sentimento di resa, nessuno crede più che sia possibile una Balestrate migliore. Nessuno ci crede più.
L’abbiamo capito, dovete finalmente ricompensare il vostro elettorato, va bene. Il Le Grotte è chiuso e i lidi targati Cataldo hanno avuto il monopolio. Va bene, andiamo avanti, l’abbiamo capito. Ma per cortesia non parlateci di decisioni prese nella legalità, quel lungomare è la diapositiva dell’arroganza e dell’illegalità, con cemento in spiaggia, un progetto di lungomare stravolto dagli ordini dei padroni del paese, dalle loro esigenze che hanno prevalso sulle idee dei progettisti. Andiamo avanti, va bene, lasciamo stare pure tutti quegli appalti, con le buste dai protocolli e ribassi così incredibilmente chirurgici da far pensare al peggio, ma non saremo noi a dire se sotto c’è qualche sistema illegale ampliamente collaudato, ci penserà la magistratura. Del resto questo paese è risultato amante del cemento e del mattone, e la mafia ha sempre presentato puntuale il conto. Poi però sono arrivati i giudici e i carabinieri e molti hanno fatto una brutta fine. La faranno anche in futuro.
Ma a noi è l’aspetto politico che interessa. Quel benedetto porto ancora chiuso e di fronte una politica bloccata. Nessun gesto eclatante, nessuna rivolta popolare. Tutti come ebeti a minacciare chissà cosa per poi non far nulla, invece di scendere in piazza e bruciare le tessere elettorali. Avete il coraggio di farlo? Facciamolo, diamoci un mese di tempo: il 12 ottobre in piazza a bruciare le schede se il porto non sarà aperto.
Il piano regolatore, si va bene la colpa non è vostra, ma allora di chi è? Del passato? E chi cazzo c’era nel passato se non la maggior parte di voi? Avevate annunciato consigli comunali su questo tema, come sempre anche la maggioranza ha avuto tensioni su questo tema, ma ancora nessuna presa di posizione. Si parla di promesse di fondi in bilancio per concludere l’iter. Forse allora dovrebbero essere i nuovi a fare la differenza, e allora chiediamo: consiglieri Bosco, Ricupati, Evola, rispetto agli altri voi sembrate essere i più liberi, è così? Siete liberi? La vostra coscienza vi rende responsabili di fronte a chi vi ha votato? Se la risposta è sì, se credete che in tutto questo tempo l’amministrazione Milazzo non sia riuscita a fare un bel niente di quella rivoluzione annunciata, allora sbattete i pugni sul tavolo. Date un segnale, fate qualcosa almeno voi che in quanto consiglieri rappresentate il paese.
Del resto come poteva mai concludere qualcosa di buono un’amministrazione che vive all’ombra del sindaco e dei padronucci del paese che lo guidano e lo comandano? Come si può pensare di mettere in giunta un assessore giovane e poi sostituirlo dopo un anno anche se ha fatto bene? Restano però amministratori del calibro di Bonaviri, assessore con sola delega al Bilancio, manco fosse un ministro all’Economia. Ferrara è ormai imbrigliato in chissà quale maglia di accordi politici e non è in condizione di esprimere alcuna delle sue idee proposte in tutti questi anni. Gli altri non possono che vivere all’ombra del sindaco Milazzo. Se dovessi elencarvi deleghe e nomi, vi giuro che non li so. Non so chi sia l’assessore al turismo, quello alla munnizza, quello ai servizi sociali. Anche voi assessori, ribellatevi, salite in cattedra.
Il paese è sporco, resta sempre più anonimo e la gestione a vocazione turistica è fallimentare. Avete ideato le strisce blu, ma vi siete arresi alle prime lamentele e adesso non servono a nulla. C’è molta approssimazione, mediocrità. Il cartello all’ingresso del paese, con scritto W San Giuseppe, ci rende ridicoli. Non che per forza ci debba essere il megamanifestone, ma almeno levate quelli vecchi!
E poi il traffico non è stato rivoluzionato, non siete stati in grado neanche voi a offrire un trasporto pubblico locale. Avete organizzato un programma estivo ridicolo, ma non per carenza di fondi ma di idee. Abbiamo saputo che per la festa di questi giorni avevate la possibilità di portare in piazza un artista del calibro di Mario Incudine ma non lo avete fatto perché non lo conoscete. Questa è almeno la motivazione migliore che posso ipotizzare: perché uno che riempie le piazze 365 giorni l’anno, anche sotto la pioggia, che suona in tutto il mondo e apre i concerti dei più grandi artisti italiani, non può essere scartato a un costo di 5, 6 mila euro, ma anche piú. Siete ignoranti in materia ma probabilmente avete la presunzione di saperne più degli altri. O chissà cosa c’è dietro. Perché se vado ad analizzare gli scienziati che gestiscono il turismo balestratese, mi si arrizzicano le carni. Cioè se io vado a fare il muratore, il carnezziere, l’architetto, il professore di matematica, combinerò un casino. Taglierò fettone di carne e costruirà case che crolleranno. Se viceversa queste categorie si metteranno in gioco per ribaltare le sorti del paese, non potranno che combinare danno. Non sapete cosa volete farne di Balestrate e improvvisate eventi e temi abbandonandoli l’anno successivo.
È un disastro su tutti i fronti, ma quel che è peggio è che non si intravede neanche uno spiraglio. Penso alla scuola alberghiera, alla spiaggia sporca, alla storia delle cartine turistiche che hanno datto infuriare gli operatori del settore, al piano spiagge che non si capisce a che punto è, alle tasse aumentate. È tutto un casino. Chi vi guarda lavorare da fuori prova solo imbarazzo per come è organizzata la vita politica e amministrativa del paese: c’è il padrone dell’acqua, il padrone del mare, il padrone della terra e tutti ai loro ordini. Il paese è in mano a una cerchia di persone ignoranti, ma non prendetela come offesa: non è una parolaccia, è solo una costatazione, disconoscete le più elementari nozioni amministrative. Ma quanti progetti avete presentato in questi mesi di lavoro? Ma cosa potete attribuirvi come successo, come risultato? Mi portate delle delibere dei vari assessori, delle iniziative? Avete sfruttato i fondi europei? Che fine hanno fatto i vostri amici politici regionali? Hanno qualche problemuccio con la giustizia forse?
In tanti come me hanno pensato che non ne valesse la pena, e onestamente a lungo ho pensato che non ci fosse alternativa. Perché se questa situazione permane e rischia di durare a lungo, è anche per un’opposizione inconsistente, per una politica locale mordi e fuggi. Ma dico io, a maggio 2012 c’erano decine e decine di candidati. Ma dove sono? Dove sono i vinti? Io sono sicuro che questo consiglio comunale, così pieno di fili direttamente collegati all’esterno, durerà ancora fino alla naturale scadenza. Ma sono sempre fiducioso sulla capacità di ribellione dei balestratesi che hanno sempre dimostrato di saper cogliere il vero cambiamento quando questo si è presentato davanti a loro.
L’esperienza di Spazio Comune non aveva nulla di innovativo, forse qualcosa di diverso: oltre alla figura di Rizzo, che per altro oggi offre la sua competenza ad altri comuni che lo hanno chiamato come consulente, per la serie “nessuno è profeta in patria”, c’erano tanti altri ragazzi che sí, avevano pure tanta buona volontà, onestà, trasparenza, ma al paese serve ben altro. Serve competenza politica e amministrativa, serve professionalità in determinati settori, serve sacrificio, non inteso come spostare delle sedie in piazza ma come rinuncia al proprio orticello, alle proprie aspirazioni, alle proprie passioni. Concetti difficili da capire che non spiegherò in questa sede, perché quando tocchi certi giocattolini in paese finisci per l’essere attaccato. Servono comunque doti e conoscenze che probabilmente in paese ci sono, ma chiaramente saranno slegate da ogni logica politica, saranno persone che si sono fatte da sé, che di giochetti e interessi non ne hanno e non si buttano in politica per propri intessi. Ma amano il loro paese e vanno motivati. Bisogna scovare queste persone. La battaglia inizia da qui.
Sottoscrivo parola per parola. Siamo legati a losche “personalità” che, nel gestire i propri interessi, affondano il nostro paese.
Ciao Riccardo, Sono Claudio Chimenti e la delega alla “munnizza” è mia.
Presente!!!!!!!
Sssshhhh