Signori e signori, sul porto è il momento del “è merito mio!”. Si aprono le danze

Il primo a intervenire è stato l’ex assessore Ignazio Amaro. “Non me ne vogliate se ricordo di aver occupato per tre giorni l’aula consigliare dormendo li su una sedia per accelerare il finanziamento per la costruzione. Oggi è stata messa un’altra pietra”. Non gli vogliamo male, assolutamente, anzi, questa dichiarazione ci fa un po’ di tenerezza. La leggiamo come si guarda un bambino che aiuta gli adulti a spostare dei mobili mettendoci la manina, e poi tutto soddisfatto alla fine sorride credendo di avere dato il suo contributo. No, non è questo il vero male, il peggio deve ancora venire. Devono ancora uscire fuori le vere facce doppie di chi rivendicherà il successo per l’apertura del porto.

Perché la politica purtroppo è così, è fatta di insuccessi da insabbiare e di trionfi da intestarsi. Poi ci sono i cittadini, quelli che valutano i risultati dei politici e se hanno fatto bene decidono di votarli, se hanno fatto male voltano loro le spalle. Però per decidere questo, devono sapere, devono informarsi, devono poter valutare chi ha fatto cosa.

E allora chiediamoci il perché per affidare la gestione di questo porto e quindi per aprirlo siano passati oltre dieci anni. Il primo inghippo, quello che ci interessa da vicino, ve lo ricordiamo noi, risale al tempo del bando pubblicato nel 2004. Il Comune doveva decidere se e come partecipare. L’allora amministrazione guidata da Bonaviri, che praticamente ricalcava l’attuale gruppo politico legato al sindaco Milazzo, decise di unirsi a Ustica Lines, ditta che poi perse e uscì di scena. E lo fece nonostante le critiche e le avvertenze dell’opposizione. E alla fine quella maggioranza ebbe torto e il voto in Consiglio  comunale di allora, che è per fortuna registrato e alla portata di tutti, segnò l’inizio di ricorsi e contro ricorsi. Perché il gruppo che nacque con Ustica Lines alla fine perse ricorso dopo ricorso e il Comune per anni, fino a pochi anni fa, si intestardì nel sostenere la battaglia al fianco di Ustica Lines sostenendo che “era socio di minoranza” e che quindi non contava nulla.

Oggi quei politici che adesso sono in maggioranza, credete che chiederanno scusa per quell’errore? No, non lo faranno mai. Hanno però capito, in extremis, quando i giochi ormai erano quasi fatti, che il vento era cambiato. E infatti ormai da mesi il sindaco Milazzo e la sua maggioranza si sono schierati a favore della società che ha poi vinto, una società che in passato avevano contrastato e che adesso, essendo in posizione dominante e avendo cambiato i protagonisti (fuori l’imprenditore Guccione e dentro i romani), non potevano che sostenere recandosi al suo fianco nelle innumerevoli battaglie in assessorato.

Sia chiaro, se dovessimo andare a esaminare le posizioni dei singoli politici difficilmente troveremmo posizioni coerenti: certo, ci sono, ma qui la maggior parte si è schierata da un altro e dall’altro in base alla convenienza. Fare i singoli nomi, sbattere qui le carte che parlano e certificano tutto quello che si stiamo dicendo, al momento non serve. Non serve perché qui a Balestrate sarebbe letto come un attacco personale: qui tutti vogliono fare politica però non sia mai fargli notare quando fanno una cavolata.  Certo, di fronte alla sfacciataggine di folli rivendicazioni, diventerebbe inevitabile fare chiarezza.

La verità è che la vicenda del porto di Balestrate si sblocca quando nelle alte sfere la battaglia tra grandi gruppi di potere, che tocca Confindustria e tocca pure uffici della Regione dove i burocrati fanno il bello e cattivo tempo, vede in difficoltà un gruppo rispetto a un altro. La vicenda si sblocca quando l’equilibrio si rompe: subentra l’assessore Maurizio Croce che è legittimato da un gruppo politico, c’è un dirigente generale tra i più stimati alla Regione, Maurizio Pirillo, e c’è una nuova società, romana, che è agguerrita e che non intende soccombere di fronte agli interessi locali. Di roba da raccontarvi ne abbiamo tanta, quanto successo in queste ultime settimane ve lo sveleremo a poco a poco, perché il porto doveva aprirsi prima dell’estate e invece siamo a settembre e un altro anno è andato perso.

Queste sono tutte valutazioni politiche, sia chiaro. Domani, quando a Balestrate sentirete dire “che abbiamo aperto il porto”, pretendete prima le scuse per gli errori fatti, perché i politicotti locali, di errori, ne hanno fatto tantissimi. Dimenticarsene significherebbe prendersi in giro e farsi ancora del male.