La pizza della discordia, retroscena sulla rottura Rizzo-Lo Piccolo

C’è una pizza di troppo nella rottura tra Vito Rizzo e Benedetto Lo Piccolo. È la pizza che qualche sera fa Rizzo ha mangiato assieme a Salvatore Ferrara, vicesindaco e principale alleato di Totò Milazzo. Si tratta di una cena in un ristorante in pieno centro a Balestrate. Ovviamente l’incontro non è passato inosservato. Ma  l’appuntamento ha fatto già urlare allo scandalo il gruppo di Benedetto: se due più due fa quattro, Vito Rizzo accetta l’alleanza con Lo Piccolo, i milazziani sono certi della sconfitta e provano a rompere l’accordo mandando in avanscoperta Ferrara, Rizzo si convince di avere il  loro supporto e rompe l’accordo. Questo sostengono dal gruppo di Lo Piccolo che prospetta un accordo tra le due aree politiche.

Dal gruppo di Rizzo invece replicano che non è così. Dicono che la scelta di rompere ora è dovuta al fatto che fino ad oggi nessuno si era lamentato dell’accordo con Lo Piccolo, Ferro e Palazzolo. Solo ora che le persone si sono “svegliate” sono arrivate le lamentele contro quell’accordo, lamentele che hanno spinto Rizzo a tirarsi indietro per non tradire gli amici e sostenitori. E la cena con Ferrara? Una ricerca di dialogo chiesta da loro però, è vero che c’è stata, ma non è stata decisiva nella scelta di lasciare Lo Piccolo e non ci saranno conseguenze, dicono.

Ieri c’è stata la riunione del gruppo di Rizzo e alla fine è stato comunicato ufficialmente al gruppo di Lo Piccolo la decisione di rompere. I motivi sempre gli stessi: Rizzo dice che appena ha fatto l’accordo con lo Piccolo sono esplosi malumori che prima non c’erano stati, Lo Piccolo dice che sotto c’è qualche accordo coi milazziani e che Rizzo è stato scorretto.

Quale sia la verità, lo sapremo presto. Decisiva sarà ad esempio la decisione di Milazzo di ricandidarsi, soprattutto alla luce del fatto che ci sono già due candidati in corsa, Lo Piccolo e potenzialmente anche Rizzo. Ma il risultato di questi anni di amministrazione non ha consentito ai milazziani di allargare il proprio bacino, anzi. Milazzo ha perso diversi pezzi per strada e non ha saputo offrire ai balestratesi prospettive di cambiamento, di sviluppo, miglioramenti della vita. Per cui davanti ci sono due strade: candidarsi e perdere, col rischio di non entrare neanche in Consiglio comunale, o farsi da parte e tentare un approccio con qualche candidato. Rizzo in questo senso sarebbe il meno complicato, lo dimostra la cena con Ferrara. Ma Rizzo difficilmente accetterà questo tipo di alleanza, e non potrà mai giustificare candidati milazziani al suo interno. Anche perché l’aver rotto con Lo Piccolo dopo la presentazione del progetto lo mette in una posizione delicatissima: un altro passo falso e la scelta di correre da solo potrebbe trasformarsi da un applauso per la coerenza con gli elettori alla critica di trasformismo e poca credibilità.

In tutto questo un ruolo fondamentale lo giocano i politici che decideranno di passare con uno o l’altro candidato. Guido De Amicis, ad esempio, è rimasto fermamente col progetto iniziale di Benedetto Lo Piccolo. L’ex assessore Rosario Vitale invece ha sposato un progetto di rinnovamento e sarebbe pronto a correre con Rizzo. Tutti passaggi che si manifesteranno nei prossimi giorni e che scopriranno le carte in tavola, svelando bluff, errori e i vincitori della partita.