Doveva essere una campagna elettorale infuocata. Da una parte Vito Rizzo che lascia Benedetto Lo Piccolo e va coi milazziani, Benedetto sul piede di guerra, Curcurù pronto a fare emergere tutte queste incongruenze. E invece? Invece accade che i candidati sembrano extraterrestri venuti da un altro pianeta all’insegna della pace. Eppure queste elezioni più che mai saranno vinte da chi trasmetterà meglio la propria credibilità. E la credibilità si costruisce anche sulla non credibilità degli altri.
Tutto però a Balestrate sembra andare bene e loro sono candidati così, per provare a fare un po’ meglio. Una campagna elettorale all’insegna del vogliamoci bene, che equivale un po’ alla mediocrità di chi si accontenta, di chi non crede probabilmente nemmeno lui nei suoi mezzi.
Davvero strano tutto questo. Vito Rizzo è di estrazione centrista, democristiana, ha un passato tutto nell’Udc e ora si è avvicinato al Pd di Renzi. Benedetto Lo Piccolo si colloca nel centrodestra, è stato berlusconiano, vicino a Miccichè, ma anche lui ora pare nell’area renziana. Poi c’è Curcurù, una vita tra i comunisti, a sinistra, con diverse candidature alle spalle. Tutti e tre hanno esperienze politiche che in un certo modo o nell’altro li espongono a critiche. Queste sono le elezioni più che mai delle accuse, dei veleni, tutto però sotto traccia, con la caccia al particolare sempre viva. E tizio si candida per questo interesse, e caio in realtà non è nuovo perché ha fatto questo.
Dal vivo, però, alla luce del sole, nessun candidato ha ancora spiegato perché bisogna votare lui e non gli altri. Tutte e tre le liste, è bene ricordarlo, hanno dei legami con la vita amministrativa, tecnica, burocratica di questo paese. Non ci sono liste assolutamente nuove. Ed è forse questo il motivo per cui il confronto sul web è saltato, si cercano le domande facili, i candidati non si attaccano. Meglio rimanere amici che far saltare fuori scomodi fantasmi del passato.