Scontro in tribunale tra il Comune e una struttura alberghiera. L’imprenditore ha prima ricevuto l’ok a effettuare alcuni lavori per poi vedersi negata l’autorizzazione. A revocarla è stata la dirigente comunale dello stesso ufficio, che ha avocato a sé il procedimento in precedenza curato da un altro dipendente perché, a suo avviso, ci sarebbero stati dei gravi errori nel rilascio del nulla osta. Dal canto suo l’imprenditore turistico si è opposto e ha fatto ricorso al Tar sostenendo di avere diritto a costruire.
La vicenda inizia nel febbraio 2019 quando l’albergatore presenta richiesta di permesso per dei lavori alla sua struttura ricettiva. A ottobre 2019 l’ufficio comunica l’approvazione dell’iter e la richiesta di pagamento degli oneri concessori che vengono subito saldati, 2.900 euro circa. La struttura sostiene però di non aver ricevuto più comunicazioni e a novembre presenta una richiesta di accesso agli atti. Una circostanza che probabilmente spinge la dirigente dell’ufficio, Patrizia Pellecchia, a intervenire per capire cosa sta accadendo. Così a fine anno inizia una fitta corrispondenza tra la dirigente e il responsabile del procedimento. La dirigente scopre che, a suo avviso, e lo mette nero su bianco, “i motivi addotti dal dipendente per la predisposizione della proposta di rilascio del permessi di costruire erano estrani ai principi basilari da rispettare per l’istruttoria dei procedimenti edilizi, ossia primo fra tutti la conformità urbanistica dell’intervento e alle previsioni degli strumenti urbanistici dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico edilizia vigente”.
La situazione dunque si fa incandescente. La struttura alberghiera presenta a marzo ricorso al Tar assistita dall’avvocato Bonaventura Lo Duca. Ad aprile anche sindaco e segretario si accorgono che sta succedendo qualcosa e chiedono una relazione urgente. Si arriva così alla determinazione della dirigente che decide di “annullare in autotutela il rilascio implicito per silenzio-assenso sulla richiesta di permesso di costruire in argomento e concludere il procedimento con un provvedimento espresso, nel caso in esame, di diniego del rilascio”. Il Comune nel frattempo ha deciso di opporsi al ricorso al Tar dando incarico a un avvocato.