Il grande bluff del piano regolatore: mezzo paese vincolato e affari per pochi

Partiamo da un dato di fatto: il piano regolatore non porterà alcuno sviluppo a Balestrate. Dopo decenni di attesa, la sua adozione al massimo porterà dei benefici a uno sparuto gruppo di persone, come quelle che si ritroveranno proprietarie di terreni in area di espansione e dunque con un valore aggiunto. Il piano regolatore è così, è uno zig zag di colori che a volte appare illogico, ma illogico forse non è, perchè devia i suoi percorsi sulla base di motivi che non sembrano proprio legati a interessi della collettività. Del resto questa è la storia di Balestrate, un paese il cui potenziale di sviluppo è stato ipotecato dagli interessi di pochi a scapito di tutti.

No, non sono vaghe accuse, sono elementi su cui è possibile aprire un dibattito riscontrandoli carte alla mano, di cui abbiamo ampiamente parlato negli anni passati e su cui avremo modo di tornare, perché non bisogna mai dimenticare, altrimenti i cattivi rischiano per passare per buoni e così la società balestratese non si emanciperà mai dalla mala politica.

La situazione non è per nulla conclusa, anzi, al peggio non c’è mai fine. Il sindaco più volte in questi mesi ha annunciato una fantomatica approvazione del piano rivendicandolo addirittura come risultato elettorale. Le cose però sono andate diversamente, molto diversamente.
Il piano regolatore non va approvato, serve una mera presa d’atto. Il testo era arrivato in consiglio a inizio di questa legislatura ma i consiglieri si sono dichiarati incompatibili, motivo per cui è arrivato un commissario. In sintesi, sono giunte varie osservazioni sul tavolo del commissario, e l’iter è proseguito in assessorato. Il documento, che certamente non favorisce alcuno sviluppo del paese, arriverà adesso in Consiglio comunale per una mera e semplice presa d’atto. Quindi non cambierà nulla.

Qualcosa però nel frattempo ha aggravato ulteriormente la situazione. Prima di tornare al Comune, il testo è anche passato dalla soprintendenza che ha esteso in maniera abnorme l’area del centro storico. E l’amministrazione non si è opposta. Lo spiegano in una nota quattro consiglieri comunali, Mimmo Cavataio, Giuseppe Curcurù, Guido De Amicis e Tonino Palazzolo.

I consiglieri nel documento specificano intanto che il Consiglio comunale non può in alcun modo entrare nel merito dell’atto amministrativo che arriverà in aula. E ricordano questo passaggio fondamentale che nessuno ha illustrato pubblicamente ai cittadini: prima di tornare al Comune di Balestrate, il prg è passato dalla soprintendenza che ha esteso l’area del centro storico vincolando praticamente mezzo paese. E il Comune, ribadiscono i consiglieri comunali, non si è opposto. Cosa accadrà adesso? Forse molti cittadini neanche sapranno di questa situazione e tutto passerà in sordina. Ma qualcuno potrebbe far ricorso e allora via ai contenziosi. I cittadini ne hanno il diritto, perchè non è stata data possibilità di opporsi a questa scelta ledendo i propri interessi.

I quattro consiglieri comunali spiegano che “i potenziali ricorsi potrebbero anche bloccare l’esecutività e l’efficacia del prg” causando addirittura “un aggravio sul bilancio del Comune perché esistono fondati motivi giuridici che potrebbero dare ragione ai ricorrenti”. I consiglieri comunali valutano quindi di non partecipare al prossimo consiglio per l’adozione del piano, mentre altri in maggioranza pare abbiano già comunicato una situazione di incompatibilità, pur trattandosi di una presa d’atto. Altro che tuttapposto.