Le scelte che mancano per lo sviluppo di Balestrate

L’economia di un piccolo paese come Balestrate non dipende solo dagli scenari nazionali o internazionali. Le scelte della politica locale possono essere determinanti e dare un volto nuovo al paese anche in contesti di forte crisi. Le scelte (e purtroppo le mancate scelte) adottate a Balestrate nel tempo hanno fatto sì che gli investimenti si indirizzassero verso il tradizionale settore di riparo della ristorazione, spinte nel contesto meno peggiore della scarsa pianificazione balestratese, ovvero il tratto piazza-belvedere.

È qui, nel corso principale, in questa fetta di centro abitato, che i privati hanno individuato il luogo dove provare a investire. Non è un lungomare, non ha alcuna bella visuale nel corso, eppure pizzerie, gelaterie, ristorantini ci stanno provando perché è qui che si trovano gli unici potenziali clienti.

A fronte di questa tendenza, la pubblica amministrazione dovrebbe fare due considerazioni: la prima, cercare di capire perché altri settori imprenditoriali non decollano. La seconda cercare di sostenere questo tipo di investimento in atto che rende oggi Balestrate luogo con le migliori pizzerie e gelaterie del comprensorio. Bisogna quindi intervenire prima di tutto sulla viabilità e sul decoro.

Da un lato si tende a chiudere il corso in anticipo dimenticando persino le esigenze di supermercati e altri negozi che chiedono semplicemente una piccola deroga oraria. Dall’altro lato le strade perpendicolari continuano a essere trafficate e non di rado si viene sfiorati dal dolce smog delle auto mentre si gusta una pizza seduti in strada. E tutto questo in un contesto in cui fino a pochi minuti prima quella strada è trafficata, è sporca, e necessita di un’attenzione maggiore, di cura, di pulizia.

Nella pianificazione della viabilità balestratese è incomprensibile come la questione parcheggi sia sempre stata accantonata. L’ultima scelta, quella delle linee blu, dimostra tutta la disorganizzazione e la mancanza di idee dell’amministrazione. Come si può pensare di chiudere il corso, convogliare la gente in un km circa di strada, e non prevedere dei percorsi per consentire di parcheggiare e arrivare a piedi comodamente?

Per i politici che odiano pensare, la soluzione non è manco complicata, basta guardare a quello che abbiamo già, ovvero una serie infinita di parcheggi nel lungomare della spiaggia ovest. Una soluzione sarebbe quella di indirizzare le auto verso il lungomare e farle parcheggiare a mare, stop. Per risalire si organizzerebbe un servizio navetta, lo farebbero direttamente i privati se è il caso, avrebbero lo stesso più benefici che costi.

Avremmo risolto il problema della viabilità in paese, e questo a vantaggio delle attività economiche, della quiete, della durata delle strade che continuano a bucarsi di continuo, garantendo altri introiti non ai gestori delle linee blu ma ai gestori dei parcheggi.

Tutto ciò guardando sempre al futuro: è impensabile che in un paese di mare il cuore dell’economia sia stagionale e legato a due mesi scarsi di lavoro di attività ristorative in pieno centro abitato. È un’economia destinata a soccombere per forza di cose, non ci sono i numeri. Bisogna destagionalizzare, consentire a chi ha una pizzeria in centro di poter lavorare sui grandi numeri per più mesi, individuando nuove aree da valorizzare, bastano poche e importanti scelte. Se l’area mercatale divenisse un’arena invece che un munnizzaro? Se il campo di calcio ospitasse concerti d’estate? E se li ospitasse l’area portuale? Se la boscaglia divenisse teatro all’aperto?
Se non si prova a pianificare una strategia di lungo periodo per valorizzare nuovi spazi la bolla prima o poi si dissolverà e saranno nuovi guai, peggiori di prima.