“Trasparenza” è una della parole più usate soprattutto in campagna elettorale. Significa chiarezza verso i cittadini, sincerità, onestà. Si usa questa parola quando si vuole spiegare ai cittadini che tutto ciò che farà l’amministrazione sarà comunicato, spiegato, alla portata di tutti.
Dobbiamo però rilevare che dal punto di vista politico ogni elezione non inizia all’insegna della trasparenza. Pensiamo agli accordi stretti da Milazzo con i gruppi di Salvatore Ferrara, Bonaviri, Ricupati: cosa prevedono? Quali sono le intese sui programmi?
Il caso più attuale è sicuramente quello che riguarda l’accordo tra Vito Rizzo e Benedetto Lo Piccolo. Attenzione, vi sembrerà strano ma a noi non scandalizza per niente. C’è un candidato di centro, legato al Pid (partito fedele al Pdl), che è Vito Rizzo, e c’è un candidato legato al Pdl, che è Benedetto Lo Piccolo: hanno ritenuto di allearsi, lo hanno fatto, e allora? Sono stati insieme all’opposizione, cinque anni fa avevano iniziato un percorso insieme per poi abbandonarlo ritenendo non ci fossero le condizioni. L’accordo può piacere o meno, ovviamente ognuno potrà criticarlo, ma dal punto di vista politico non c’è alcuno scandalo. Magari ci sarà qualche mugugno tra la folta rappresentanza di esponenti della sinistra, ma sarebbero lamentele sciocche: Rizzo va bene e Lo Piccolo no? Ma non si diceva che nei paesi non si guarda ai colori politici?
Quello che però infastidisce è il metodo della “trattativa”. Noi su questi sito abbiamo dato con largo anticipo la notizia, ma ancora dobbiamo fare i conti con smentite, frenate. E soprattutto chi non ha internet si ritroverà tra qualche giorno ad assistere ai comizi e vedrà Rizzo e Lo Piccolo assieme senza sapere come possa essere successo.
Ma rendere pubblico e trasparente l’accordo già in itinere, non sarebbe meglio nei confronti degli elettori? Che senso ha condurre trattative in gran segreto e poi “svelare” tutto in conferenza stampa, dando l’impressione che in realtà si voglia raccontare solo una parte delle cose? Perchè nessuno dirà mai tutta la verità…
Dal punto di vista politico sarebbe stato davvero un grande cambiamento rendere pubblico l’accordo con Lo Piccolo. Dire subito, man mano che andava prendendo forma l’intesa, cosa prevedeva, quanti erano i consiglieri in lista, quale è stato l’accordo sul programma, sugli assessori, quale ruolo avrà Lo Piccolo. Quale vantaggio avrebbe dato agli avversari? Magari, visto che sono liste giovani, questo iter poteva essere pubblicato in tempo reale sul web. Sarebbe stata una cosa innovativa, stupenda, la prima cosa nuova rispetto al passato: una politica chiara, trasparente, aperta a tutti. Per queste cose andrebbe usato il web, per comunicare, per informare, non per scrivere frasi di circostanza alla ricerca di consensi.
Invece tutto è stato fatto all’antica, con i soliti incontri in abitazioni di campagna, lontane da occhi indiscreti, per poi fare irruzione in piazza e con la forza dei numeri e delle presenze, messe in bella mostra al centro della piazza, mandare un segnale agli avversari: eccoci, guardate quanti siamo, dovete fare i conti con noi. E anche dopo mille comizi e mille presentazioni nessuno saprà mai cosa è successo veramente, pochi sapranno che mancava poco per l’accordo tra Spazio comune e il sindaco uscente Tonino Palazzolo, nessuno saprà se l’accordo tra Rizzo e Lo Piccolo prevede sostegno alle prossime elezioni provinciali o regionali.
Ecco, questa premessa non ci piace e speriamo che i giovani si rendano conto di avere sbagliato. Proprio perché giovani possono sempre recuperare e migliorare più in fretta degli altri. Ci dispiacerebbe molto che il prossimo consiglio comunale agisca alla stessa maniera. Che politici alle prime armi invece di agire nella massima trasparenza si riuniscano in segreto, facciano accordi sottobanco, decidano tutto nelle stanze del palazzo e poi arrivino davanti ai cittadini con decisioni già prese. Non sarebbe per nulla il cambiamento che cercavamo.
Tutto questo fa evincere che il giovane Vito Rizzo non è per nulla il cambiamento, ma sta cercando a tutti i costi di sedersi nella famosa poltrona al comune; accettando di tutto pur di fare il sindaco.
Che tristezza!