“Ma insomma, ve lo figurate? C’è da ammattire sul serio tutti quanti a non poter sapere chi tra i due sia il pazzo, se questa signora Frola o questo signor Ponza, suo genero”. Per chi non la conoscesse, inizia così una delle più celebri novelle di Pirandello. Una storia nella quale lo scrittore sostiene che non esiste una sola verità ma ognuno ha la sua. Ecco, nei prossimo giorni scommettiamo che “ammattirete” cercando di scoprire chi, tra il gruppo di Vito Rizzo e quello di Benedetto Lo Piccolo, ha ragione. Perché nell’arco di 48 ore, i movimenti ai quali fanno capo, cioè Spazio comune e Pensiero libero, si sono alleati e poi si sono divisi. Questa è solo un’analisi, se ancora a Balestrate è possibile ragionare liberamente.
Solo giovedì sera si erano ritrovati tutti al centro della piazza per festeggiare l’accordo fatto per correre insieme alle prossime elezioni. Ieri, sabato, hanno litigato. Spazio comune, utilizzando un linguaggio politichese vecchio e abusato, l’ha spiegata così su Facebook: “Essendo state cambiate le condizioni dell’intesa , Spazio Comune ritiene di continuare il proprio percorso politico autonomamente”. Dal canto suo, sempre sul web Pensiero libero ha scritto: “Rimangiato l’accordo dai componenti di Spazio Comune. Andiamo avanti per la nostra strada”. Chi ha ragione? Come sono andate le cose? Proviamo ad analizzare la questione.
A nostro modestissimo avviso qui c’è un mix di inesperienza e di ipocrisia. Primo, perché non è ammissibile che due gruppi facciano un accordo per poi litigare e rompere tutto a 48 ore di distanza. Vuol dire che l’accordo non era chiaro, oppure era chiaro solo a una parte del gruppo. Non vogliamo neanche entrare nei dettagli: il problema è nato sulla richiesta di Benedetto Lo Piccolo di fare il vicesindaco. Lo aveva già spiegato a Rizzo? C’è chi dice sì, chi dice no, ma è un buon motivo per litigare a tempo di record? Era un ostacolo insormontabile sul quale non si poteva discutere in questi giorni? Avrebbero dovuto parlare, discutere, giorno e notte, a costo di non festeggiare la Pasqua, con un unico obiettivo davanti: trovare una soluzione ed evitare la rottura. E invece l’assurdo colpo di scena.
Crediamo allora che ci sia molta ipocrisia in questa storia. Perché l’alleanza col gruppo di Lo Piccolo andava bene, ma la persona di Lo Piccolo no. Ma scusate, Rizzo e Lo Piccolo, così come De Amicis e altri esponenti delle due liste, non erano stati forse entrambi all’opposizione? Non sono entrambi di centrodestra? È una questione anagrafica? Cosa non andava nell’accordo? A riguardo non è forse più incoerente l’alleanza col gruppo di Salvia, fino a due giorno fa fedelissimo del sindaco? O va solo bene perchè in consiglio ha presentato un candidato nuovo? Era e rimane solo una maledettissima questione di facce? Ma è mai possibile che nessuno parli dei programmi? La rabbia sale se pensiamo che le altre due liste non offrono particolare garanzie: quella di Barone è emblematica, perchè vede il sindaco e gli ultimi alleati rimasti che hanno deciso di non candidarsi. Ma scusate, se avete amministrato bene, perchè non vi riproponete? Dall’altra parte c’è la lista di Milazzo, che addirittura adesso passa per la più coerente, ma vorremmo capire cosa conterrà il programma e come farà ad amministrare una coalizione che ha al suo interno di tutto e di più, comprese fazioni in lotta per anni ognuna con i propri interessi legati all’imprenditoria da portare avanti.
Ma torniamo all’accordo tra Lo Piccolo e Rizzo: prevedeva che su quattro assessori uno sarebbe stato condiviso e gli altri due proposti da Lo Piccolo, che avrebbe anche inserito 5 o 6 consiglieri. Per la giunta si era parlato di Agostino Porretto, di Lorenzo Cottone e di una donna vicina al gruppo di Mario Fundarotto. E non c’erano stati problemi.
A fare saltare tutto è stata la richiesta di Lo Piccolo del posto di vicesindaco, che secondo Spazio comune in un primo momento non sarebbe stata avanzata. Ma è mai possibile che Lo Piccolo avesse rinunciato alla candidatura a sindaco e pure al posto di vicesindaco? Non vogliamo entrare nei dettagli del perché ci sia stata così poca chiarezza su questi punti, la verità è che gli esponenti di sinistra di Spazio comune all’improvviso si sono indignati. Il gruppo di Lo Piccolo andava bene, Lo Piccolo no. Chi era contrario? Volete i nomi? E noi non ve li diamo, che abbiano il coraggio loro di spiegare con trasparenza come sono andate le cose. Chi era contrario, chi favorevole.
È pure vero che qualcuno del gruppo di Rizzo ha confessato candidamente di avere digerito malvolentieri lo stesso accordo con Lo Piccolo, ma politicamente nessuno avrebbe mai potuto contestare quell’alleanza. E invece, diversi esponenti di Spazio comune sono andati su tutte le furie. “Lo Piccolo ci ha presi in giro, ha mentito”. E senza voler tentare di chiarire o di trovare una soluzione, come se le elezioni fossero una scommessa, un fatto personale o un gioco d’azzardo, senza indugi hanno pressato per rompere quell’accordo giocandosi probabilmente l’ultima possibilità di arrivare almeno secondi nella competizione. Certo questo dimostra anche che il gruppo non ha interessi personali, che diversamente dalla lista di Totò Milazzo non teme di restare fuori dai giochi. Ma se si scende in politica, si deve fare politica. È come pensare di fare un torneo di poker giocando con le regole della briscola in cinque. Il problema è giocare onestamente, non il tipo di gioco.
Attenzione, nessuna sorpresa nei confronti della sinistra balestratese, che rispecchia perfettamente la situazione italiana di una sinistra che fa di tutto e si allea con chiunque pur di vincere, ma allo stesso tempo è disposta a tutto pur di buttarsi la zappa sui piedi. Nessun problema a fare una lista civica con dentro gente del Pid e del Pdl, ma poi pronti a rompere tutto per la presenza di Lo Piccolo.
Nessuno saprà mai veramente come stanno le cose. Neanche gli stessi rappresentanti dei due movimenti, nemmeno i candidato al Consiglio. La verità la sapranno solo Lo Piccolo, Rizzo e chi con loro ha condotto la trattativa. Personaggi sicuramente che la sanno lunga e che difficilmente tra di loro non hanno messo in chiaro tutto sin dall’inizio. Ma anche se Lo Piccolo avesse giocato sporco non spiegando subito che il posto di vicesindaco sarebbe spettato a lui, sarebbe stato un ostacolo insormontabile? O forse la “scusa” per rompere un accordo mal digerito in partenza? Il problema non era Lo Piccolo, a nostro avviso. Rinunciando a fare il sindaco lui aveva fatto la sua parte. Il resto si poteva discutere.
Di questa storia resteranno solo macerie. Il giorno dopo le elezioni, una buona fetta dei candidati di entrambe le liste sarà a farsi i cavoli suoi e almeno per i prossimi cinque anni tornerà ad essere estraneo alla vita politica di Balestrate. La restante parte farà lo spettatore e solo una minima parte, che probabilmente resterà esclusa dai giochi, si avvicinerà a qualcuno dei vincenti per portare avanti le proprie istanze. E noi saremo sempre qui a scrivere, a prenderci critiche e parole di conforto, ricordando di come nel 2012 i giovani avevano creduto di sapere come funzionasse la politica perdendo le uniche armi che avevano dalla propria parte: l’umiltà e la speranza.
Novelle Pirandelliana sicuramente storia nella quale lo scrittore sostiene che non esiste una sola verità ma ognuno ha la sua.
Così facendo faranno ammattire anche gli addetti ai lavori, figurati i cittadini..cercando di scoprire chi, tra il gruppo di Vito Rizzo e quello di Benedetto Lo Piccolo, ha ragione.
Secondo me i due sono uno la nuova generazione dell’altro, mi spiego meglio, benedetto lo hanno battezzato, tempo fa, “MIDAFE”, perchè ha assorbito caratterialmente parlando, la parte peggiore dei vecchi politici balestratesi Milazzo/D’Anna/Ferrara,
Concordo in Totò con Riccardo
In toto scusate…
Alla luce di quanto espresso sopra, dicevo che Vito è l’evoluzione clone di Benedetto,lo battezzerei “MIDAFELO”
Ai sostenitori di Vito, amanti del web, consiglierei di avere il coraggio di spiegare con trasparenza come sono andate in realtà le cose.
Anche perchè loro sono il nuovo, magari noi siamo 30 anni in dietro, ed è questo che ci aspettiamo.
In attesa di ciò, in bocca al lupo e che vinca il migliore.
Caro Osservatore, penso che di equilibrato, la lista di Totò, non abbia proprio niente, perchè mettere insieme Ferrara, Bonaviri, Ricupati, Milazzo e Gino D’Anna, possiamo solo immaginarci cosa può succedere se malauguratamente vincessero le elezioni.
Chiudo lanciando uno slogan:
“SE DOVETE FARVI FOTTERE ANCHE PER QUESTE ELEZIONI, ABBIATE ALMENO IL BUON SENSO DI VOTARE CHI LO FA CON PASSIONE DA ANNI”
Caro Pietro hai detto una cosa esatta: votare quel candidato Sindaco che da molti anni fa politica con passione.
Dei candidati, a parte l’inesperto Rizzo, il cerca-casa Lo Piccolo, il furbo (ma non per la gente) Barone (anzi molti si chiedono chi è stu Barone……) mi dici chi rimane ????