Lo chiamavano sviluppo. Si vantano di essere imprenditori e di portare il benessere perché danno lavoro. E la gente talvolta ricambia. Col voto, ad esempio. Ma il colpo messo a segno dai carabinieri di Balestrate, guidati dal maresciallo Monteleone, assieme ai militari del Nucleo dell’ispettorato del lavoro di Palermo, ha messo in luce una realtà ben diversa. Vero è che non bisogna generalizzare, ma in un cantiere a Calatubo sono stati trovati sei lavoratori che secondo i carabinieri erano tutti privi di un regolare rapporto di lavoro. Erano tutti in nero, insomma.
La comunicazione dei carabinieri è davvero terribile. Sono state “numerose le violazioni inerenti la normativa in materia di prevenzione infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro”. tanto da elevare multe per 73 mila euro.
Addirittura sarebbe stata riscontrata la realizzazione di un manufatto in cemento armato in assenza della prescritta concessione edilizia. Sarebbe stato il regno dell’abusivismo, della prepotenza, del’illegalità: della serie qui comando io, costruiamo e voi lavorate in nero, tanto nessuno ci dirà niente.
Sono due le persone denunciate. Una è una casalinga di 38 anni che sarebbe la moglie di Benny Valenza, il re del cemento, ritenuto vicino ai fratelli Vitale di Partinico e accusato di essersi arricchito anche fornendo cemento depotenziato per realizzare opere pubbliche.
L’altra denuncia riguarda O. F., 51 anni, imprenditore, nella qualità di datore di lavoro e titolare dell’omonima ditta esecutrice dei lavori. Di chi si tratta? Gli investigatori hanno fornito solo le iniziali, ma avere la certezza che in zona operano imprenditori spregiudicati, dovrebbe spingere tutti i datori di lavoro onesti a prendere le distanze e condannare questa condotta. E soprattutto, dovrebbe dare la forza ai lavoratori di reagire e non accettare queste condizioni. Ne hanno avuto la prova, i carabinieri sono vigili e dunque nessuno sarà lasciato solo.