A quasi due anni dalle elezioni, la comunità balestratese si ritrova in una sorta di autogestione. Volontari ambientalisti che curano l’ambiente e organizzano eventi, comitati spontanei per realizzare progetti o difendere diritti. È la naturale conseguenza della distanza ormai abissale tra questa amministrazione i cittadini, tra la politica e le persone. Questo è il vero dramma politico oggi, inimmaginabile prima del voto di due anni fa. Il problema non è tanto il mal governo, il problema è l’assenza totale di confronto che non può ridursi a un video per illustrare quattro cose in corso e poi il silenzio di fronte ai mille altri problemi.
Avevamo ritenuto la candidatura dei rizziani la svolta che avevamo sempre cercato. Un’elezione per rinnovare volti e mentalità, portando idee e soprattutto un nuovo modo di fare. Ci eravamo sbagliati, oggi non c’è nulla di tutto questo, purtroppo, e ripeto purtroppo.
Sia chiaro, amministrare e fare il sindaco oggi è davvero difficile, e nessuno chiede miracoli. Ma la disponibilità, la volontà, le idee, l’onestà intellettuale, la correttezza, sono tutte cose che o le hai, o non le hai, o le mostri o ti arrocchi e ci vediamo tra cinque anni.
Oggi da parte della politica non ci sono in campo idee in grado di alzare l’asticella di questo paese. Non ci sono neanche banali iniziative in grado di coinvolgere e rendere partecipi i cittadini. Si vive a seconda dei bandi e delle piccole opportunità che arrivano. C’è un atteggiamento di chiusura. Vince la mediocrità. Niente diretta video dei Consigli comunali come promesso, niente comizi di piazza, nessuna voglia di dialogare e nessuna apertura. L’unico anelito di questa amministrazione è il tentativo continuo di afferrare qua e la iniziative e tentare in maniera imbarazzante di intestarsele.
Se andiamo a quantificare l’azione di questa amministrazione in questi due anni circa, andiamo a trovare progetti e bandi, adesione a iniziative regionali o nazionali, alle quali hanno comunque partecipato centinaia di altri Comuni. Cioè siamo all’ordinaria amministrazione, roba che se andiamo indietro nel tempo, alle amministrazioni degli ultimi anni, troveremo anche di meglio: lavori in una scuola, alle strade, sfido chiunque a dire che si tratta di una novità assoluta.
Quello che ripetiamo è che a Balestrate serve un sindaco di tutti, non un bravo progettista. Un sindaco che dichiara che non c’è alcun problema acqua, mentre diversi cittadini mostrano acqua gialla nelle bottiglie, è un sindaco che ha perso contatto col territorio.
Non c’è una sola idea di progresso, di cambiamento, di innovazione che oggi abbia preso campo. Tutto è sempre rimasto annuncio. Il comitato per i 200 anni di Balestrate? La bandiera blu? Le dirette video delle sedute consiliari? La manutenzione del verde pubblico e la pulizia del paese? La gestione degli impianti sportivi? Quante multe sono state fatte in due anni di annunci di fototrappole? Sulla questione acqua, nonostante il comitato cittadino abbia fatto da apripista, dall’altra parte quale è stata la reazione? Perchè sull’acqua il sindaco non è battagliero? Quale idea di sviluppo del paese sta mettendo in pratica questa amministrazione? Come lo sta facendo?
Non c’è una cosa che sia stata avviata in maniera decisa col chiaro obiettivo di portarla a termine. Andiamo ad analizzare uno per uno i provvedimenti, e sfido a trovarne uno che sia limpido. E mi dispiace anche per gli stessi assessori più giovani, gettati in pasto ai leoni della politica, seppur volenterosi, anzi probabilmente i più propositivi, pensiamo agli eventi organizzati dall’assessore Saputo, ma col rischio di essere continuamente sbranati come è inevitabile, lasciati spesso soli. Come si fa a dare a Giuseppe Lombardo le deleghe a rifiuti, sport, turismo e chi più ne ha più ne metta? Ma cosa è, un gioco al massacro?
Questa amministrazione aveva poi un compito ancora più importante dopo la vittoria, quella di ricucire un paese che solo per un terzo dei cittadini aveva sposato il programma. E invece si è sempre più rintanata, sempre più arroccata dentro a un cerchio rizziano di conoscenze e interessi che l’ha praticamente isolata. Di continuo, in giunta, in Consiglio, persino tra gli incarichi diretti, spuntano amici di lunga data e parenti rizziani. Un arrocco completo da cui non ne viene più fuori e di questo possiamo solo rammaricarci, perchè Rizzo era visto come un politico di grandi aperture, di grande respiro, con una visione che sembrava andare oltre il locale. E invece, eccoci qua.
È un grande dispiacere costatare come la forza della vecchia politica sia riuscita a ingabbiare un gruppo che forse altro non è che la ramificazione del progetto rizziano. Non c’è ambizione, non c’è dialogo. Non sembra esserci neanche la voglia di uno scatto d’orgoglio per uscire fuori da questa palude. E quello che è peggio, c’è la netta sensazione che non ci siano neanche le persone giuste a consigliare e far aprire gli occhi al primo cittadino che sembra ignorare la situazione che si è venuta a creare.
Davanti a questo ennesimo appello, l’amministrazione potrà fare finta di niente e restare nel silenzio, ignorando l’allarme così come ha quasi sempre fatto. Ma questo nascondere la polvere sotto il tappeto avrà l’inevitabile conseguenza di danneggiare Balestrate prima, e spazzare via quel che resta di questo gruppo politico che si è presentato come giovane, ma dopo due anni è già bello e stracotto.