Sono le 22 di una calda giornata di maggio. Lo scirocco ha soffiato per tutto il giorno facendo pregustare momenti d’estate. Tra qualche ora termineranno i tuoi cinque anni da sindaco. È il 30 maggio 2022.
Ci hai provato in tutti i modi in questi anni, ti sei battuto, ma non hai potuto fare molto. Porto, spiagge, piano regolatore, turismo, temi troppo grandi e delicati per essere affrontati con una maggioranza divisa in due, continuamente alle prese con le due anime del tuo progetto. I milazziani da una parte, i giovani dall’altra. Però tu ci sei riuscito, neanche avevi 40 anni quando sei diventato uno dei sindaci più giovani dell’Isola, hai indossato la fascia e vissuto cinque anni da amministratore provando a cambiare il tuo paese. Ci credevi.
Nell’ultima sera prima delle elezioni ripensi a una frase, attribuita ad Alcide De Gasperi ma citata per la prima volta chissà da chi: “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”. L’avevi citata anche tu, più volte. Tu non hai guardato a oggi, a ora, a questa calda sera di maggio. Tu quella volta, quella primavera di cinque anni fa, hai guardato alle prossime elezioni. Quella volta hai abbandonato Lo Piccolo dicendo che i tuoi non volevano l’alleanza, poi sei passato all’accordo coi milazziani. Potevi anche fare a meno di entrambi. Ti sei alleato con un gruppo politicamente incompatibile con te. Ma hai vinto.
Domani difficilmente ce la farai. Hai vinto le elezioni nel 2017, ma hai perso lentamente il tuo popolo, la tua gente. Eri la speranza di un paese che voleva cambiare, che voleva affidarsi alla competenza e all’energia di un politico giovane ma già abile e profondo conoscitore della pubblica amministrazione e della burocrazia, presente praticamente in tutte le iniziative che hanno animato il paese, leader delle associazioni, promotore di eventi, sostenitore fermo di iniziative sportive e culturali. Ti sei trasformato, lentamente, sotto la morsa stritolatrice di un gruppo politico che è altro da te. Non peggio, non meglio, semplicemente altro. Non sei stato il primo candidato utilizzato da loro per vincere le elezioni, di comparse nella vita politica balestratese ce ne sono state tante. Potevi resistere, potevi coltivare il sogno di un’elezione dal basso lontano dai soliti schemi. Magari avresti vinto forte della coerenza, forte della potenza di un sogno, del lavoro svolto con amore per Balestrate per anni.
È vero, forse però avresti perso, ma di certo avresti raggiunto l’Olimpo della politica, saresti entrato di diritto nella storia di Balestrate. Una Storia che non è accessibile a tutti.
Tra i tantissimi politici e sindaci che si sono succeduti a Balestrate, che hanno vagheggiato di progetti, opere e vantato improbabili successi in lunghe legislature, sai chi è il nome più citato, ricordato, tirato in ballo come esempio, come sogno, con affetto, ogni semplice giorno, e persino durante i comizi?
Sono le 22 ma fa caldo. Accanto a te ci sono ancora i tuoi fedelissimi, sono sempre stati li, accanto a te, loro con il fioretto, davanti agli altri schierati a testuggine a difendere il loro programma che non poteva, non poteva mai e poi mai essere il vostro.
Domani lo sai, non vincerai le elezioni, ma poco importa, chissà quali altri successi sarai in grado di raggiungere in politica. Senza la tua gente, però, di che luce brilleranno?