Per ogni attività commerciale che è nata, un’altra ha chiuso. Il 2019 è stato l’anno orribile dell’economia balestratese, con un saldo tra ditte nuove e cessate che è precipitato a quota zero. Mai negli ultimi cinque anni avevano chiuso così tanti negozi.
Insomma, eravamo in emergenza prima ancora che il terribile virus scuotesse il mondo. I numeri dell’ufficio commercio parlano chiaro: dal 2015 a oggi la situazione è peggiorata sempre di più. Possiamo dare la colpa alla crisi del mondo e a chissà quali altri fattori, ma in un paese come Balestrate, a pochi km da un aeroporto, nel mezzo di un Golfo, con queste spiagge, questo mare, queste risorse fantastiche, forse è il caso di ammettere che le politiche dei governi locali di questi anni non hanno funzionato.
Nel dettaglio, la situazione è questa: nel 2015 sono state avviare 33 nuove attività commerciali e 21 hanno chiuso, nel 2016 hanno aperto 31 attività e 20 hanno chiuso, nel 2017 sono state 28 le nuove iniziative ma 16 negozi hanno chiuso, nel 2018 sono state aperte altre 29 attività ma 23 hanno cessato, infine nel 2019 si sono registrate 28 aperture e 28 chiusure.
Siamo al saldo zero, precursore di un saldo negativo che farà sprofondare Balestrate in una crisi senza precedenti. È chiaro che gli effetti che si registrano anno dopo anno sono il frutto di scelte passate, me è evidente che c’è una continuità politica e di pensiero e che il modo in cui è stata gestita Balestrate. Così non va. Bisogna che tutti, politici, associazioni, cittadini, tutti lo capiscano.
Quando si organizza una sagra, un evento, una manifestazione, quando si prende una decisione, evidentemente a Balestrate non si è mai focalizzato l’obiettivo che è quello di uno sviluppo diffuso, di un beneficio che deve essere di tutti e non solo di un ristretto gruppo di persone. Si è prima pensato al divertimento, all’intrattenimento.
La politica dell’assistenzialismo e delle misure tampone può funzionare fino a quando il sistema riesce a reggere il peso del disagio con tutti gli strumenti e le anomalie del caso: abusivismo, lavoro nero, favori, cantieri di lavoro, misure caritatevoli. Poi a un certo punto il sistema non regge più e implode. Se non si creano le condizioni per un vero e sano sviluppo a Balestrate, sprofonderemo sempre di più.
Ci sono altri numeri che preoccupano. Su 6.491 residenti che risultano a Balestrate al 2019, i giovani tra 10 e 29 anni sono 1.340. Altro indice da tenere d’occhio è quello del “ricambio della popolazione attiva” che ci dice la percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro: a Balestrate nel 2019 l’indice di ricambio è 125,9 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. L’economia è in crisi e i balestratesi, soprattutto quelli giovani, non ci credono più. Stanno lasciando il paese, stanno andando via. Bisogna fare qualcosa.