Superato il muro dei 5 mila morti, si va verso i seimila. Ogni giorno 600, 700, 800 vittime. E milioni di persone chiuse in case, senza poter lavorare, con difficoltà economiche che presto inizieranno a farsi pesanti, insostenibili. È uno scenario catastrofico che mai avremmo sognato di vivere. Soprattutto nella nostra piccola Balestrate, sempre lontana dai grandi avvenimenti, sempre così isolata e rinchiusa tra quei piccoli confini che credevamo ci avrebbero protetto per sempre.
È una situazione difficile da spiegare quella che sta vivendo l’Italia in questi giorni. Manca forse un sentimento comune, una condivisione nazionale del dolore. Probabilmente quanto sta accadendo in questi giorni accentuerà le divisioni sociali e culturali tra Nord e Sud, è un processo già in atto e lo si coglie dai diversi stati d’animo provati dalla popolazione.
In questa logica glocal il nostro territorio sta resistendo forse meglio di qualunque altro posto. Zero contagi a Trappeto e Partinico, uno a Balestrate, un paio tra Terrasini e Cinisi, uno a Montelepre. I nuovi divieti di spostarsi addirittura tre un paese e l’altro dovrebbero blindarci definitivamente dal rischio di contagi. Bisognerà solo aspettare e rispettare i divieti, stare a casa il più possibile, cambiare abitudini, fare la spesa diversamente, fare rinunce.
È un momento storico negativo che cambierà stili di vita, consumi, tendenze economiche, cambierà il commercio, il mondo dell’industria. Si riparte da zero, tutti. E Balestrate dovrà essere di saper cogliere la sfida, non potrà fare altrimenti. In questi giorni stiamo vivendo una fase di grande confusione, e ci teniamo aggrappati agli ultimi valori rimasti, al rispetto, alla solidarietà, al senso di comunità, alla laboriosità, all’amore per il nostro paese che dovrà spingere a restare per ricostruire.
C’è un gesto purtroppo che mi ha spiazzato, mi ha preoccupato per il suo cinismo. Devo dire che ero soddisfatto, avevo apprezzato l’annuncio del sindaco in video sullo stop ai tributi al 31 maggio, poi divenuto 30 giugno, e i 3 mila euro per le fasce deboli. Li ritenevo un punto di partenza, finalmente, uno motivo per credere che fossimo usciti dall’impasse politica. Poi però l’incredibile scoperta. I 3 mila euro annunciati in video in realtà non sono una misura del Comune. In giunta non c’è stata alcuna delibera. Sono una colletta della giunta a cui si è aggiunto il presidente del Consiglio. C’è pure specificato, come si fa per i matrimoni, regalo in busta coi nomi dei partecipanti.
I 3 mila euro quindi non sono un atto politico, sono un altro tipo di gesto, che si esprime nel fac-simile elettorale con la foto sorridente del primo cittadino, con tanto di logo del Comune e nomi dei partecipanti. È un sorriso beffardo che arriva all’indomani della notizia che in Italia chiuderanno pure molte fabbriche. Sono soldi sbandierati in faccia a persone che in questo momento non hanno idea di come pagheranno bollette, affitto locali, spese fisse su cui non riceveranno alcun aiuto.
Non c’è una delibera, mi hanno confermato. Sono soldi usciti di tasca che in questo modo sembrano fatti passare per atto istituzionale, sono soldi che ovviamente non seguono i criteri della spesa pubblica. La gente continua a chiedere i criteri, come accedere a questi aiuti. Le persone non hanno capito poverini che non ci possono essere criteri. Come si individueranno i beneficiari? I generi alimentari saranno gettati dall’alto col paracadute come aiuto dell’Onu? O saranno consegnati di persona accarezzando i bisognosi? Oppure li donerà alla parrocchia per ripulire ogni cattivo pensiero. E come avere notizie? Semplice, non è un atto del Comune, è beneficenza personale, per cui potete solo chiedere su whatsapp a chi sta destinando questi soldi. Come si chiama questo? Mi sfugge il nome, però è qualcosa che trova comunque consensi tra i tantissimi cittadini che navigano distrattamente sui social.
Io stento a credere che tutto questo sia stato fatto in malafede. Quello che però più mi fa rabbia è pensare che nessuno – e ci metto la mano sul fuoco – nessuno tra le persone più esperte di questa coalizione elettorale, e posso fare pure nomi e cognomi, dico l’ex sindaco Milazzo, gli assessori Gino D’Anna e Salvatore Ferrara, il consigliere Mimmo Cavataio, nessuno di questi che hanno sostenuto il sindaco si sarebbe mai sognato di fare una iniziativa simile, cioè pubblicare una foto sorridente in piena guerra, tra morti e crisi economica, per annunciare 3 mila euro di beneficenza. E allora mi chiedo, chi ha l’esperienza e la maturità per affrontare un momento difficile come questo, perchè non lo aiuta e consiglia invece di consentire questi scivoloni di cattivo gusto? E’ una domanda che mi faccio spesso ultimamente e sinceramente non so rispondere. Magari sono esagerato io e va tutto bene così.
Ma siccome sono libero di pensare e scrivere quello che voglio, nel rispetto della dignità e delle persone, continuo a offrire questi spunti di riflessione senza pretendere alcuna condivisione delle mie idee.
Quanto sta accadendo in questi giorni ci suggerisce che non è in corso solo una guerra contro il virus, c’è anche una battaglia di valori che dobbiamo vincere per conservarli, per coltivarli, per non perderli. Perché è su questi valori che costruiremo il nuovo mondo che verrà. Siamo solo all’inizio, che Dio ce la mandi buona.