Marzo 1997-maggio 2014: la storia continua. Diciassette anni dopo la prima gara di basket in paese, in quel di Canicattì la Fortitudo ha vinto il campionato di Promozione. Poca cosa, direte, per una realtà che pochi anni fa aveva raggiunto la C-2, che dalla prima divisione alla D i campionati li aveva già vinti tutti. Non è così.
Intanto parliamo del primo trofeo dell’era targata Chimenti, della nuova società Fortitudo Balestrate. Una vittoria che rappresenta il nuovo inizio per una realtà che sembrava ormai a un vicolo cieco, che era arrivata a un punto morto. I trionfi della Sport giovani, che avevano regalato la C-2, ben presto hanno rivelato la vera essenza di un progetto che probabilmente non aveva messo le radici ed era cresciuto su chissà quali altri miraggi. Sembra l’apice del successo, si è rivelato solo l’inizio della fine. Di certo, da quell’esperienza bisogna ripartire per non commettere gli stessi errori.
C’era una volta il campo all’aperto, le partite il sabato pomeriggio, i venerdì sera a sperare che non piovesse, il pubblico attorno alla rete, sopra il campo da tennis, ovunque, l’imbattibilità casalinga, le trasferte nei campi più improbabili, a Piana degli Albanesi, a Castelbuono con la neve a bordo campo, le sfide col Don Bosco, i primi forum su internet dove la società era costretta a imporre il silenzio ai giocatori perché litigavano con gli avversari e la tensione saliva così tanto che pareva una finale di champions. E poi le prime vittorie, addirittura la serie C-2. Ma qualcosa non ha funzionato, è finito tutto. Perché?
Oggi Balestrate torna a vincere un campionato di promozione e si appresta a disputare la serie D. Diciassette anni dopo la prima partita disputata, tante cose sono cambiate. C’è un palazzetto, c’è una società che ci crede, c’è un piccolo movimento dietro di appassionati che si è ricreato dopo le fine della Sport giovani. Cosa manca allora? Forse la ciliegina sulla torta, forse l’ultimo tassello, è quella capacità di coniugare il successo con la crescita del movimento attraverso l’entusiasmo dei giovani. Non che manchi la capacità, ma si attende ancora il risultato. Un campionato vinto dà sempre linfa vitale, fa sempre sentire bene. Un campionato vinto a Balestrate con i balestratesi protagonisti dimostra che si è lavorato ancora meglio, che è cresciuto un movimento, offre mille gratificazioni in più e coinvolge la comunità in pieno. Guardiamo al successo del Twirling, a quanta gente riesce a coinvolgere, all’entusiasmo che riesce a generare. Non certo solo perché di mezzo ci sono bambini, ma perché sono i nostri bambini. È un vecchio tormentone che si ripete, che per anni ha animato il basket balestratese. I fatti dicono che senza mettere radici, senza l’entusiasmo della gente, senza un settore giovanile integrato saldamente alla prima squadra, il progetto non esiste. E finisce per deragliare di fronte ad altri sport come il calcio, che pur non avendo negli ultimi anni lo stesso palmares, riescono a suscitare maggiore entusiasmo nella collettività.
Senza questi accorgimenti, il movimento che si crea intorno è solo illusione e alla prima difficoltà, come già successo, tutto naufragherà. Siamo una piccola realtà, bisogna ritrovare quella magia se vogliamo salire più in alto e soprattutto restarci. La prima vittoria dell’era Chimenti dimostra che siamo sulla strada giusta. Continuiamo così.