“Dicon
Andiamo subito al dunque: secondo lei qual è il progetto più credibile?
“Dico davvero, non ho seguito completamente questa campagna elettorale. Non vedo passione civile, non vedo idee. Tutti e tre i candidati a quanto mi dicono pensano di poter vincere, magari si risolverà davvero al fotofinish, non lo so davvero”.
Cosa manca alla politica oggi, perché non l’appassiona?
“Si dice spesso che mancano soldi, è vero, ma basterebbero idee in abbondanza per poter amministrare. Un politico esperto che viene bocciato deve farsi da parte, così come ci sono tanti giovani che di Balestrate non sanno nulla, nulla. Le cose bisogna affidarle a chi le sa fare”.
Per esempio?
“Ricordo quando è nata la banda musicale, mi criticavano, dicevano che non ci sarei riuscito. Ho affidato il progetto a gente come il preside Tuzzo, padre Drago e altri che sapevano cosa fare. E infatti la banda esiste ancora oggi. Spero che non ci sia un mercimonio di assessori, il sindaco eletto spero si possa avvalere del dettato della legge, scelga delle persone e investa su di loro. Non vanno scelte solo per i voti ma per quello che sanno fare”.
E cosa c’è da fare a Balestrate?
“Tanto, c’è da fare tanto e la scusa che non ci sono soldi non regge. Non è che si amministra solo quando ci sono miliardi. Basta una gara di aquiloni per riempire la spiaggia, una manifestazione di castelli di sabbia, gare di piccole imbarcazioni, insomma bisogna ingegnarsi. C’è poi quella costa da salvaguardare, nessuno dice che ci sono 4 chilometri di spiaggia inutilizzabile e che bisogna migliorare la balneazione. Il piano regolatore, bisogna riflettere sulle condizioni oggi del paese. Penso poi alla scultura alla scuola Principe di Napoli, abbandonata, sporca. Pensate che sono cose stupide? No, fanno parte di quel bagaglio di piccole e grandi idee necessarie a garantire la vivibilità che poi si traduce in turismo”.
Turismo, tutti ne stanno parlando in campagna elettorale…
“Bisogna fare delle scelte. Non è che ce l’ho con le bancarelle, che sono state l’unica risorsa, ma bisogna scegliere se puntare a un turismo “frii e mancia” come dicono i palermitani o guardare lontano. Non so i candidati quanto abbiano capito di questa situazione. Turismo significa poi creare le condizioni per favorire l’occupazione, pensiamo al porto: quanti giovani hanno una formazione tale da poter lavorare come varie figure? Ammesso che la società cominci ad assumere balestratesi, quanti hanno le giuste competenze? E poi l’ex colonia, la prima cosa da fare prima di proclami e sogni è affidarsi al miglior esperto di strutture in circolazione, bisogna capire se regge, se la struttura si può recuperare, in che condizioni è”.