Cari politicotti, ci spiegate come avete spesi i soldi questa estate? Così ci facciamo due conti visto che ci avete aumentato le tasse (ma non avevate promesso il contrario?)

Se non avete il tempo di leggere questa riflessione, vi riassumo in tre righe di cosa parla: siccome Balestrate continua a fare schifo, siccome non si intravede all’orizzonte nessuna rivoluzione, almeno i politici, consiglieri, sindaco e assessori, vogliono spiegarci come cavolo spendono i soldi? Ci dite per favore quanto è costata questa estate, la festa dell’Addolorata, le luci e tutto? Mostrate a tutti in piazza o su internet le fatture di service, luci, montaggi, cantanti, schiticchi? Così almeno capiamo se ne è valsa la pena aumentare le tasse al contrario di come avevate promesso in campagna elettorale.

Avete presente la sensazione di rivedere una persona, un conoscente, dopo tanto tempo? Sarà più facile giudicare se è ingrassato, dimagrito, se è cresciuto e via discorrendo. Lontano da Balestrate e dall’aggiornare il sito, mi ritrovo a scrivere di una situazione che sembra ibernata. Di un paese, cioè, che mostra tutta la volontà di cambiare,  ma che poi si ritrova impelagato nella solita fanghiglia, nel solito pantano dal quale non riesce a uscire. E così rimane solo un paese tra gli ottomila esistenti in Italia. Mica deve essere un’offesa, mica tutti i Comuni sono famosi, belli, ricchi e puliti. Ma così è, solo che dalle nostre parti ci sono diverse persone che ancora sognano di cambiare in meglio. E allora si innesca questo meccanismo del dibattito, della critica, della polemica, dello scontro anche, ma senza questo moto probabilmente sarebbe peggio, molto peggio.

Come lo vedo?  La mia personalissima sensazione è quella di una nuova amministrazione che ha provato a dare una nuova rotta ma stenta terribilmente. Ha speso un botto di soldi provando a rianimare l’economia ma ad oggi se andiamo oltre i confini del paese nessuno sa cosa è stato fatto di bello.  Siamo anonimi, vecchi, provinciali e la politica è un’accozzaglia di persone che guarda solo ai propri interessi personali. Gente convinta di poter fare di tutto in qualità di politico, di poter parlare di turismo  e chissà di cosa, quando invece nella vita di tutti i giorni  si occupa di altro. C’è pure un pizzico di presunzione in questo, di ignoranza.

Se chiediamo in giro, negli altri paesi e perchè no, all’estero, Balestrate al massimo sarà associata al mare, all’estate, al viaggio organizzato da qualche impresa turistica privata locale, ma per il resto il paese non ha un’identità. Si è detto che  bisogna puntare sul folklore, si è cercato di eliminare kermesse che nulla hanno a che vedere con certe tematiche, ma il risultato è che Balestrate continua a non avere un’identità. E non c’è traccia di  alcuna strada segnata in questa direzione. Non sappiamo ancora quanti turisti siano giunti in paese, non abbiamo notizie di quanti ospiti hanno soggiornato nelle strutture ricettive. Non abbiamo degli indici, delle risposte che ci possono permettere di capire cosa va cambiato. Non sappiamo nemmeno, a dire il vero, se è veramente il turismo il settore sul quale deve puntare Balestrate. Così, a occhio e croce, parrebbe di sì. Ma se si destagionalizza senza criterio, puntando su spettacoli che nulla portano al paese, in pieno settembre, con le prime piogge, ma a quale pro? Quanti soldi sono stati spesi? Quale è stato il beneficio? Questo vorremmo capire, mica cerchiamo risposte sull’origine dell’universo.

Ma comunque, ripeto, se il destino di Balestrate è rimanere un paese tra i tanti, ne prendiamo atto. Solo che di mezzo ci sono i nostri piccioli. E in tutto questo, in queste strategie che alla fine utilizzano i soldi dei cittadini, la vera novità che da tempo invoco è quella della trasparenza. Cioè mi piacerebbe sapere i soldi a chi sono stati dati, vedere le fatture di
service e spettacoli vari, e dare riscontro dei risultati. Voglio sapere euro per euro quanto è costato il cartellone estivo. Persino alla Camera i partiti stanno garantendo più trasparenza. Persino alla Regione. E volete che in un paesino sperduto le spese debbano rimanere segrete?

I tempi sono cambiati, e se è vero che c’è una maggioranza di persone che ha scelto  questa amministrazione, che magari si fida ciecamente e probabilmente tra cinque anni rivoterà le stesse persone accontentandosi di elemosine, è pur vero che c’è una minoranza abbastanza incazzata che non sta in silenzio. Ci piacerebbe sapere nei prossimi giorni quali risultati ha prodotto l’investimento dei nostri soldi questa estate. Ci piacerebbe sapere quali atti hanno prodotto assessori e consiglieri in questi mesi. Ci piacerebbe sapere pure per quale folle motivo le telecamere in consiglio non sono state  messe nell’arco di 24 ore. È vero, è una proposta dell’opposizione, sarà che di politica non ne capisco niente, ma ci sono opportunità davvero uniche nella politica:  questa amministrazione, questa  maggioranza in consiglio, potevano dire all’opposizione va bene, vi mettiamo le telecamere in consiglio, così tutti possono vedere di che cosa discutiamo.

Sarebbe stata una concessione stupenda, un’apertura unica che avrebbe lasciato spazi a successive intese. Dico ma questo scontro, questo continuo ricorrere a linguaggio burocratico, “non si può fare”, “ci vuole il regolamento”, ma che senso ha? Ci vogliono 10 minuti, vi  sedete con l’opposizione, scrivete questo regolamento e lo approvate in
30 secondi in Consiglio. Ci vogliono dieci minuti e 30 secondi per permettere di riprendere con le telecamere il consiglio comunale. Negando questa opportunità, è inutile che continuate a cercare giustificazione, darete solo l’impressione di chiusura, di chiusura, di non essere all’altezza del dibattito pubblico. E fatelo questo passo avanti, nell’arco di 24 ore approvate questo regolamento. I tempi sono  cambiati, adesso basta una minoranza anche incazzata per rompere le
uova nel paniere.

Qualche arma l’avremmo per dare subito una risposta a questi politicotti convinti di poter fare il bello e il cattivo tempo. Quando adesso per le regionali verranno a chiedere i voti, fatevi una bella risata. Così, non dite no e nemmeno sì, fatevi solo una risata che loro capiranno. Ma la verità è che il primo mattone di questo grande errore, di questa grande crisi, lo mette ogni cittadino che stupidamente continua a dare fiducia sempre alle stesse persone, lamentandosi poi che le cose non vanno. Sono discorsi retorici, frasi da bar, ma è la semplice e pura verità.