Elezioni, l’ex sindaco Di Benedetto: “I candidati dovrebbero prima presentare il conto e spiegare cosa hanno fatto invece di andare subito alle promesse e ai sogni futuri”

“Quando si inizia una storia, si comincia a raccontarla dal principio, non dalla fine o pensando al futuro. I politici che oggi si stanno candidando e chiedono fiducia agli elettori, dovrebbero prima presentare il conto, dire quello che hanno fatto in tutti questi anni”. L’ex sindaco di Balestrate, Mimmo Di Benedetto, la sa lunga. Lui, che è stato anche ex presidente della Provincia di Palermo, sa bene che oggi le coalizioni che si presenteranno alle prossime amministrative altro non sono che un rimescolamento delle carte, un’accozzaglia di nomi che in tutti questi anni ben poco hanno prodotto per Balestrate.

E allora riflettiamo su queste parole. Il conto, già. Quanto è lungo questo conto? Pensiamo al piano regolatore: il gruppo che sostiene Milazzo dovrebbe spiegare in questi anni perché il piano regolatore è andato così a rilento. Dovrebbe spiegare soprattutto quali sono le intenzioni in caso di vittoria: come riusciranno a mettere d’accordo le varie anime politiche presenti nella coalizione, tutte legate a doppio filo all’imprenditoria locale, ovviamente piena di interessi personali? Basta fare il nome di Bonaviri, cui sono legati gli interessi del gruppo Valenti sempre in attesa di una variante per realizzare i propri obiettivi stravolgendo il piano regolatore che attende solo di essere votato. E cosa dirà Ferrara, che con Paolo Evola ha spinto per l’approvazione del Prg osteggiando questi tentativi? Che ne sarà, tanto per fare un altro esempio, della spiaggetta dei pescatori, sulla quale le fazioni politiche si erano scontrate: Milazzo aveva dato l’assenso alla realizzazione di un rimessaggio di barche, Ferrara era contrario. Sono cose che vanno spiegate e chiarite.

Non è che negli altri schieramenti le cose vadano meglio. In Spazio comune, ad esempio, vorremmo capire come si concilieranno in Consiglio, sempre in caso di vittoria, le diverse posizioni ambientaliste. Pensiamo al progetto per rifare il lungomare Felice D’Anna: in Consiglio, Guido De Amicis e Alfonso Spica votarono per stravolgere il progetto originario che prevedeva tra l’altro l’illuminazione, l’eliminazione dei muretti e una sorta di spazio per passeggiare a mare. E votarono coerentemente con la loro ideologia politica, attenzione. Lo stesso fece Gabriella Vitale, che da buona esponente di sinistra fu l’unica a votare a favore. Questa situazione dimostrò come non possono convivere persone di ideologia politica diversa o quanto meno si rischiano dei conflitti come questo. Non è vero che “in paese i partiti non contano”. Tra l’altro, al progetto lavorò pure l’architetto Alberto Cusumano, oggi impegnato assieme a De Amicis, Spica e Vitale dentro a Spazio comune. Insomma, come si coniugheranno queste diverse sensibilità? E con l’ingresso di Benedetto Lo Piccolo, come intenderanno muoversi nei confronti dell’ex discoteca? Privatizzazione, gestione comunale o mista? Discoteca o anfiteatro? E sul porto, sulla scuola alberghiera, sulle spiagge, sulla viabilità, troveranno un accordo chiaro che spiegheranno a tutti o all’indomani delle elezioni ci sarà il caos?

Vorremmo evitare di parlare del gruppo che sostiene l’ex dirigente comunale Pietro Barone, legato al sindaco uscente Tonino Palazzolo, perchè questi cinque anni sono già abbastanza esplicativi. E’ vero, molte colpe le ha anche il consiglio. Ma Santo Dio, ma quei consiglieri non li aveva  scelti lui che aveva fatto di tutto per essere eletto? O forse l’importante era solo fare il sindaco per soddisfare le proprie, diciamo così, “esigenze” politiche? Ma se decine di alleati, tra assessori e consiglieri, ti voltano le spalle, ma qualche errore lo avrai commesso pure tu, no? Ma poi non abbiamo capito sinceramente quale fosse il progetto per Balestrate: sul porto prima era a favore dei ricorsi poi contro, sulla discoteca c’è un progetto ma non si sa cosa farne, sulla scuola alberghiera tutto è stato demandato al consiglio e alla Provincia. Ma l’amministrazione, sappiamo come la pensava? Quale era la sua idea? L’unica cosa che hanno saputo fare, probabilmente con la speranza di catturare qualche voto, è stata quella di affidare il campo di calcio chiudendo un occhio sull’impraticabilità della struttura e accendere un mega mutuo per rifare un campo di calcio che non potrà mai ambire a categorie superiori perché attorno in questi anni ci hanno costruito case. Ma tanto, mica il mutuo lo pagano loro. Senza contare le spese per il personale sulle quali è intervenuta pure la Corte dei conti.

Il vero problema oggi è che non è stata tracciata alcuna strada. Oggi non sappiamo dove stiamo andando, cosa vogliamo fare di Balestrate tra 20 anni. Non si è capito se questo paese deve puntare al turismo, all’agricoltura, alla pesca. Non sono in atto grandi stravolgimenti, Balestrate è un paese anonimo, non ha prodotti di punta, non è conosciuto per niente, non ci sono strategie di marketing territoriale, i programmi estivi sembrano il compleanno di un bambino dove tutti vogliono esibirsi e i genitori a turno li accontentano. Bisognerebbe anche presentare il conto della Pro Loco, bilanci e carte alla mano, per capire come è stato possibile in questi anni che flussi di soldi e contributi di ogni tipo siano arrivati al Comune senza capire quali risultati sono stati raggiunti. I flussi turistici sono aumentati? E’ migliorata la vivibilità? La gestione della cosa pubblica è andata avanti senza alcun sacrificio, cercando di accontentare tutti e non scontentare nessuno, vivendo nella mediocrità e aspirando semplicemente al mantenimento della propria carica.

Consiglieri, assessori, sindaci, o semplicemente persone che si candidano per la prima volta, dovreste spiegare prima cosa avete fatto e poi parlare dei sogni e del futuro.
Il conto, per favore, grazie.