Elezioni, parla Salvatore Ferrara: “Così abbiamo convinto Vito Rizzo. Ora non si torna più indietro, in lista solo chi ha i voti”

Intervista a Salvatore Ferrara, vicesindaco e uno dei protagonisti del percorso che ha portato all’alleanza tra i milazziani e Vito Rizzo.

ferraraProviamo a ricostruire il percorso che ha portato Vito Rizzo ad avvicinarsi a Milazzo. Tutto inizia con la famosa pizza alla trattoria?
“Inizialmente l’obiettivo era quello di proporre Totò Milazzo come sindaco non per chissà quale motivo o pregiudizio, ma perché pensavo, pensavamo, che il secondo mandato fosse quello migliore, perché toglie il sindaco dal ricatto elettorale e gli consente di fare le cose migliori. Vito è giovane e sarebbe stato nelle condizioni di aspettare, di fare esperienza per 5 anni da vicesindaco. In ogni caso avremmo iniziato senza nessuna pregiudiziale un dialogo tra due gruppi contrari che però a nostro avviso potevano lavorare in prospettiva per coniugare esperienza ed energia”.

Poi invece cosa è successo?
“Poi invece per motivi vari, legati a posizioni diverse della coalizione, si è verificata una mancanza di convinzione e lo stesso Totò ha comunicato di non volersi ricandidare. Quindi a quel punto la candidatura di Vito non è stata più da contrattare ma è divenuta naturale”.

Sulla rinuncia di Totò credi ci sia la responsabilità di qualcuno nella coalizione? Siete davvero così compatti?
“I malumori ci sono stati e ci sono in entrambe le coalizioni ma stanno scemando. È stato chiarito ampiamente che avendo Totò rinunciato non c’era motivo di cercare altri candidati, al massimo avremmo dovuto convincerlo a ripensarci”.

Credo che Vito abbia abbandonato Lo Piccolo dopo aver iniziato il dialogo con voi?
“Guarda non lo so, ricordo di avere invitato Vito dopo che aveva avuto un incontro con Benedetto e gli altri. Non saprei, non voglio dire che tutto è cambiato perché si è convinto delle mie parole. Forse è successo qualcosa in quel gruppo, qualcuno magari ha fatto una fuga in avanti proponendo Benedetto e Vito questo non l’ha gradito”.

Adesso è iniziata la trattativa sui numeri, come finirà?
“L’accordo sui numeri è importante non tanto per un rapporto di forza o per la qualità delle proposte, ma semplicemente perché alla fine inutile girarci intorno, la campagna elettorale funziona anche che se non hai i voti rischi di perderla. Quindi ora inizia una settimana di completamento che porterà a un programma condiviso”.

Ma come faranno due gruppi diversi, che fino a pochi mesi fa si contrapponevano nei contenuti, a dialogare su punti in comune, su porto, piano regolatore, spiagge e altri grandi temi?
“Si parte da ciò che l’amministrazione ha fatto o ha da completare e si definiscono dei principi guida. Si parte dal fatto che soldi non ce ne sono e va fatta leva su altre fonti per intervenire, e bisogna utilizzare al meglio le risorse. Sui grandi tempi non ci sono grandi differenze, l’obiettivo oggi è creare un paese che per qualità di vita e servizi diventi un punto di riferimento, la cui economia sia basata sul turismo e l’accoglienza. So che è complicato riuscire a fondere queste due anime, ci vorrà pazienza, capacità di dialogo, sintesi. Ma quello che ripeto a tutti è state attenti, non pensate che la sommatoria della forza politica di entrambi ci porti alla vittoria sicura, dobbiamo riuscire a trasmettere alla gente il giusto messaggio”.

Tornando ai malumori, pensa che a questo punto l’accordo possa saltare, che qualcuno possa defilarsi o cambiare sponda?
“Assolutamente no, a questo punto non si torna indietro, ci sono scelte che sono state già fatte, ci sono ancora alcuni piccoli problemi da limare, ad esempio sulla scelta dei candidati, ma si risolveranno”.

Nella scorsa campagna elettorale Vito criticava il fatto che Milazzo prima ti attaccava e poi ha stretto un accordo con te. Ora quel video è usato per criticare la scelta di Vito di allearsi con voi. Che ne pensi?
“Il processo di integrazione prima ancora che con gli extracomunitari deve avvenire tra chi fa politica su posizioni diverse. Un piccolo paese non ha bisogno di dividersi ma deve mettere insieme più forze possibili per trovare la quadra e raggiungere gli obiettivi”.