Esplode la crisi politica, Rizzo all’angolo: rimpasto, sport, turismo, è tutto fermo

Quattordici giorni senza assessore che si occupa dei rifiuti, una settimana senza presidente del Consiglio comunale, un mese e mezzo senza il suo vice. E nel frattempo l’assenza totale di un programma estivo, problemi di bilancio irrisolti, impianti sportivi in un limbo, uno scontro infinito sulla progettazione di opere pubbliche.

A un anno dalle elezioni il patto tra rizziani e milazziano è esploso in una crisi politica senza precedenti. Da una parte i rizziani forti dei numeri ma deboli nella proposta politica, dall’altro i milazziani agguerriti più che mai nel far valere le proprie ragioni. Di mezzo un sindaco ormai isolato rispetto anche alle componenti più autorevoli della sua coalizione e alle prese con un rimpasto infinito che ha paralizzato l’amministrazione. E di contorno un silenzio assordante su tutti gli argomenti più spinosi emersi negli ultimi giorni. Nomina di esperti amici, bandi contestati, rimpasto, sport, turismo. Il tempo per recuperare c’è, il tempo e le soluzioni per rilanciare l’azione amministrativa ci sono. C’è la volontà e la capacità di decidere?

Che Rizzo abbia ripiegato su se stesso è provato dal fatto che anche i suoi più fedeli sostenitori oggi sono all’oscuro della manovra in corso. Neanche la mano tesa di Bosco, che tra le righe aveva fatto intendere la possibilità di rientrare, ha risolto la partita. Chi al suo posto? Ma soprattutto chi in giunta nel prossimo rimpasto? Gino D’Anna potrebbe entrare nella squadra di governo, così come si sono fatti i nomi di Leone Cuzzilla e Giuseppe Lombardo, uno dei più accreditati alla nomina. Al momento invece fantasia le voci sulla nomina di Marisa Saputo.

Il problema non è però solo in entrata Oltre a Bosco, chi farà spazio? Non è un problema da poco, perché la maggioranza è scomparsa, non c’è più. Oggi in consiglio l’opposizione conta forte su tre esponenti, De Amicis, Palazzolo e Curcurù. Ma al momento in maggioranza Rizzo trova i malumori di Cavataio, e di Taormina.  E mettiamo caso che Gino D’Anna e Antonella Tocco, che si è candidata assieme a lui, decidessero che davvero questa esperienza politica sia finita: avremmo sette consiglieri pronti a firmare la sfiducia a solo un anno di distanza dal voto. La legge comunque salva l’amministrazione perché la sfiducia si può votare solo dopo due anni dalle elezioni. Tra un anno dunque questa amministrazione sarà più che mai sotto scacco e in alto mare se Rizzo non sarà in grado di chiudere la crisi rafforzando la maggioranza in Consiglio e dettando una nuova linea. Ci riuscirà?

Difficile dirlo, le rivendicazioni sono tante, a cominciare da quelle dei fedelissimi milazziani che hanno un chioso fisso, quello del progetto di messa in sicurezza del lungomare Felice D’Anna. Un progetto che in sostanza avrebbe sistemato tutta la zona dove scorre il fiume ma che avrebbe avuto come conseguenza quella di spostare l’accesso delle auto. Un obbligo per altro contenuto anche nello stesso piano regolatore ma che spaventa le attività economiche del lungomare per il rischio che lo stop alle auto possa far crollare gli accessi. Il progetto presentato alla Regione è stato bocciato assieme a decine di altri progetti. A Balestrate però quella che altri Comuni hanno vissuto come brutta notizia, è stata accolta con grande felicità. Non è però finita qui, le voci trapelato dalla giunta parlano addirittura di richieste per togliere di mezzo completamente questo progetto, e addirittura l’ufficio che si occupa di ambiente, divenuto incandescente, sarebbe pronto clamorosamente a lasciare l’incarico. Troppe pressioni? Vedremo cosa c’è di vero, di certo c’è che oggi non esiste più il Comune di Balestrate. Esiste il Comune di alcuni balestratesi. E tutto il resto è alla deriva.