C’è il concreto interesse di un grosso gruppo privato per l’ex colonia di Balestrate. Abbiamo contattato il gruppo Bulgarella che ha confermato di avere formalizzato una proposta al Comune dopo i rumors della scorsa estate. È un gruppo che ha nella mission il recupero e la valorizzazione di strutture ridotte a un rudere: lo hanno fatto in diverse parti d’Italia e adesso hanno messo gli occhi sull’ex colonia di Balestrate. Non sono però la prima azienda a farsi avanti. Almeno un’altra ci ha provato qualche anno fa per poi sparire nel nulla. E come in questo caso, nessun cittadino è stato mai informato di nulla. Dalla politica balestratese solo un vergognoso silenzio su una vicenda che dovrebbe interessare tutta la comunità e che invece viene gelosamente custodita da qualche politicotto. Perché? Beh, la risposta la potremmo trovare nella storia di Balestrate: ogni volta che c’è uno strumento o una opportunità per tutti, questo diventa spesso appannaggio di pochi senza realmente favorire lo sviluppo e la crescita della collettività. Dal piano regolatore alle spiagge, passando per il porto. Gli interessi di pochi hanno sempre avuto la meglio causando dei problemi allo sviluppo del territorio.
E adesso, come finirà? Chi sono i privati che si sono fatti avanti in questi anni e perché sono spariti? Cosa sta accadendo con il gruppo Bulgarella? A che punto siamo? Abbiamo contattato i vertici dell’azienda che ci hanno confermato di avere prodotto una proposta in autunno e di essere in fase di confronto con il Comune per definire il progetto. Abbiamo chiesto chiarimenti ma ci hanno rimandato all’amministrazione sostenendo che è l’ente a doverne parlare. Ma dal Comune solo silenzio.
Come funziona l’iter? In questi casi si parla di finanza di progetto: per spiegarla con parole semplici, un privato avanza un certo interesse in un’opera pubblica, ne discute con l’amministrazione presentando un progetto, e l’amministrazione pubblica un bando aperto a tutti in cui quel soggetto ha comunque una sorta di vantaggio. Il problema però è riuscire a garantire l’interesse pubblico nell’ambito dell’investimento privato. Infrastrutture, occupazione, investimenti capaci di portare vantaggi concreti a tutti e opportunità.
Ed è qui che Balestrate trema. Ricordate il porto? Fu a causa del piano di un ristretto gruppo di persone che il Comune alla fine fu tagliato fuori dalla gestione senza che ci fosse alcun accordo a garantire la collettività. E oggi ci ritroviamo senza investimenti, con una gestione del personale minimale e totalmente tagliati fuori dalle politiche di sviluppo.
Questa amministrazione, questo Comune, sono in grado di fare tutto questo? Sono in grado di discutere con la società che si è proposta per trovare un accordo che porti vantaggi al territorio? O qualcuno pensa che questi vantaggi siano automatici, così come lo dovevano essere per il porto? Personalmente è difficile avere fiducia in questa amministrazione e nell’ente in questa fase storica, per vari motivi. Intanto perché questa amministrazione è rappresentativa di un terzo dei cittadini e dovrebbe avere la decenza di aprirsi a tutte le altre forze che rappresentano i cittadini, cosa che non ha mai fatto. Secondo, perché siamo a sei mesi dalle elezioni, dove le parole come sempre abbonderanno e speriamo siano solo quelle.
Ogni volta che la storia presenta una opportunità a Balestrate, si scontra con una politica incapace di difendere a spada tratta l’interesse pubblico alla luce del sole. Tutto avviene spesso nel silenzio, e dove c’è silenzio, dove manca la trasparenza, poi purtroppo calano le tenebre. Di tutto questo ovviamente non ne parla nessuno. Come se fosse una cavolata, una scemenza. L’opportunità di un investimento milionario, atteso a Balestrate da decenni, è portato avanti in silenzio da chi difendeva più Amap che i cittadini mentre c’era la crisi dell’acqua, da chi è sembrato non accorgersi a chi era stata affidata la villetta comunale, da chi è sostenuto dal gestore quasi monopolista della spiaggia, da chi esalta il piano regolatore senza parlare dei disastri e dei problemi, da chi aveva parlato della stagione dei concorsi e oggi vede la grande fuga dal Comune. È legittimo porsi queste domande? È legittimo aprire questo dibattito per rendere trasparente questa vicenda?
Certo, non è che dobbiamo aspettarci chissà quali reazioni. Consiglieri e aspiranti candidati sono troppo impegnati con le loro liste e la corsa alle prossime elezioni, troppo attenti a evitare polemiche e a toccare situazioni spinose. Ma è giusto dire e riconoscere che nel tempo il gruppo consiliare di Balestrate Partecipata guidato da Luciano Longo si è interessato alla vicenda chiedendo all’amministrazione di parlarne e chiarire la vicenda colonia, ovviamente senza risposta. Per il resto c’è il deserto. A cosa serve diventare amministratori o consiglieri non si capisce, se poi su questi temi nessuno ha gli attributi per spendere una parola. I “giovani” che presto spunteranno come funghi per riempire le liste dove sono oggi? Hanno capacità di giudizio e il coraggio per affrontare certi temi a prescindere da lauree e titoli posseduti? Al momento non c’è traccia di nessuno. Tranquilli, tra qualche mese torneremo a essere tutti importanti e ricercatissimi. Solo per avere il nostro voto ovviamente.