C’è un episodio avvenuto nei giorni scorsi che rivela tutta la fragilità di questa maggioranza, ancora divisa tra milazziani e rizziani. Un episodio che si è rivelato un falso allarme ma che ha rischiato di far saltare gli equilibri dell’amministrazione comunale.
È la storia del progetto da 800 mila euro per mettere in sicurezza il tratto di strada sotto il ponte del lungomare Felice D’Anna. È noto a tutti che in quel punto dovrebbe passarci un fiume e che il maltempo tante volte ha rischiato di causare danni seri. Per cui anche su input dei privati che hanno casa da quelle parti, si è deciso di effettuare uno studio e di partecipare a un bando della Regione diretto proprio alle aree più pericolose. Il progetto è stato quindi approvato in giunta. A quel punto però è scoppiato il caos.
Si è infatti sparsa la voce che quel progetto avrebbe bloccato il transito delle auto sul lungomare. Ora, non commentiamo questo aspetto nel senso che ognuno ha la sua opinione, a mio avviso lo stop alle auto al lungomare aumenterebbe la qualità del turismo e migliorerebbe di sicuro quell’area. Immaginate un lungomare senza auto, con servizi navetta, senza caos, senza smog. Ma gli imprenditori della zona, soprattutto i milazziani, non hanno gradito. Anche perché non ne erano a conoscenza. Subito è stato allertato l’ex sindaco Totò Milazzo, sono stati letteralmente cazziati gli assessori colpevoli di avere votato senza neanche sapere cosa, sono state chieste informazioni al capo dell’ufficio tecnico. La maggioranza ha rischiato di esplodere, sono volate accuse reciproche, al sindaco. L’amministrazione si sarebbe persino informata sullo stato dell’arte del progetto che probabilmente non sarà neanche finanziato, facendo tirare un sospiro di sollievo.
Fino a quando l’assessore Giovanni D’Anna, che era all’estero per lavoro, è rientrato e ha potuto rassicurare tutti: ha spiegato che in realtà il progetto si ferma prima del ponte e che non ci sarà alcuno stop alle auto. In caso contrario i milazziani erano pronti a chiedere il suo licenziamento.
Il panico era scoppiato anche per un malinteso: il piano regolatore, le carte sull’area, dicono che davvero le auto sotto il ponte non possono transitare. Ci passa un fiume, se un giorno succederà una tragedia, come tante altre volte è accaduto in Italia, nessuno potrà dire “non lo sapevamo”. Quindi è già previsto che un giorno da quel punto auto non ne dovranno passare e a quel punto si dovrà trovare un passaggio altrove, magari più avanti sfondando il costone. Ma se ne parlerà tra anni. Nel frattempo chi punta su un turismo di scarsa qualità, occasionale, fatto di gente che si catapulta a mare con l’auto dai Comuni limitrofi, può dormire tranquillamente: il progetto attuale non prevede nessuno stop alle auto. Così hanno spiegato sindaco e assessore.
Dunque lo stop alle auto era solo un falso allarme. Ma quanto successo ci insegna qualcosa di poco piacevole: l’amministrazione di questo paese si regge su un accordo tra due fazioni politiche che nulla, proprio nulla hanno in comune. E se è vero che Vito Rizzo è oggi il miglior sindaco possibile, è pur vero che dovrà imporsi ed essere il sindaco di tutti, non di una parte minima di persone che coltivano interessi e ambizioni personali con la minaccia politica di far saltare tutto se non saranno accontentati. Gli strumenti per rivedere gli assetti politici ci sono, i numeri e il consenso popolare sono dalla sua parte. Non è mai troppo presto o troppo tardi per uscire dall’angolo. Bisogna fare delle scelte nell’interesse di tutti o questi cinque anni che abbiamo davanti saranno l’ennesima occasione persa.