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Il commercialista bagherese, la commerciante, le imprese palermitane in guerra: l’ultimo giallo sul porto di Balestrate

C’è un commercialista di Bagheria, c’è la titolare di un negozio di abbigliamento a Palermo che risulta di Panama e poi c’è lui, Gianni Moscherini, il presidente, ex sindaco di Civitavecchia dove ha guidato anche l’Autorità portuale. No, non è un gioco, non è un “trova l’intruso”. È il consiglio d’amministrazione di Marina di Balestrate, la società che dovrebbe gestire il porto per i prossimi 20 anni. O forse meno, chissà, il bando è ormai un lontano ricordo. Precisiamo che secondo la commerciante palermitana per colpa di un errore nella visura è stata attribuita nazionalità panamense. In realtà sarebbe palermitana: gli enti che hanno commesso l’errore, dice, lo correggeranno quanto prima.
Di certo c’è che da quando il bando è stato pubblicato, nel 2004, fino ad oggi, il mondo è cambiato. È cambiata persino la società che del porto dovrà occuparsi, sempre che la Regione si decida a firmare questa benedetta convenzione che consegnerà nelle mani degli imprenditori il porto. Firma rinviata di settimana in settimana, annunciata per ogni venerdì e ormai davvero vicina.
Sì, ma chi gestirà il porto di Balestrate? Direte voi: chi lo gestisce non ha importanza, basta che apre. Beh, vero, ma sapere chi lo gestisce significa instaurare un dialogo, significa capire quali sono le intenzioni, significa ottenere la garanzia che il tessuto economico di Balestrate possa beneficiare degli investimenti.
L’amministrazione comunale in questi ultimi tempi ha solo avuto il ruolo di mediatrice, ha avuto un ruolo secondario nella diatriba tra società e Regione. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto e potuto fare una sola cosa: tenere informata la cittadinanza, spiegare passo per passo, pubblicamente, in maniera trasparente, cosa stava accadendo. L’ha fatto forse in minima parte, ma non è mai troppo tardi: creare un tavolo di confronto pubblico con commercianti, pescatori, cittadini, in un consiglio straordinario da tenersi ogni dieci giorni, potrebbe schiarire le idee su quanto sta accadendo a Balestrate e potrebbe tenere sempre accesi i riflettori.
Vi ricordate la società che ha vinto il bando per la gestione del porto di Balestrate? Quella formata da Italia Navigando, società che fa capo a Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti, nata per creare una rete di porti lungo le coste italiane? Ricordate che della società facevano parte Motomar e Marina di Villa Igiea, con componenti del cda come Giuseppe Todaro, tra i leader di Confindustria impegnato nella lotta contro la mafia? Ecco, dimenticate tutto. Oggi la società che gestirà il porto è Marina di Balestrate, il cui azionista di maggioranza è la Marinedi Srl, società che gestisce diversi porti turistici in Italia e che è controllata per il 74,64 per cento da Mare 2 Srl, dal 24,1 per cento da Acquatecno e per la parte residua da due società inglesi. Bel gioco a incastro: a chi fanno capo Marinedi e Mare 2? Fanno capo all’ingegnere Roberto Marconi, imprenditore cocciuto e fortunato. Era socio di Italia Navigando ma un giorno si è incazzato: ha denunciato anomalie nella gestione societaria e ha chiesto un risarcimento da 16 milioni all’impresa. Che alla fine ha sancito l’accordo stragiudiziale: col via libera dell’ex ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera, Italia Navigando ha ceduto a Marconi, a titolo risarcitorio, alcune gestioni di porticcioli tra cui quello di Balestrate. Il senatore del Terzo Polo, Candido De Angelis, intervistato dal Fatto quotidiano ha parlato apertamente di un “regalo”: voi “rinuncereste”, per dirla in breve, a una mega causa per non perdere 16 milioni? Lo Stato lo ha fatto.
Ma l’operazione ha permesso a Marconi di entrare in possesso di alcune quote strategiche. Tra queste, quelle della società che gestirà il porto di Balestrate. Ma l’azienda di Marconi non si è fermata e ha avviato una scalata societaria che ha acceso uno scontro con i due soci storici, Motomar e Marina di Villa Igiea, ormai pronti alla fuoriuscita dopo un aumento di capitale che ha lasciato loro praticamente una quota simbolica. Non a caso nel Cda figurano, oltre al presidente Gianni Moscherini, già candidato con Fratelli d’Italia (partito cui è molto legato anche l’ingegner Marconi) e le cui competenze nel settore portuale sono indiscusse, anche Gianfranco Di Giacinto e Anna Torres. Chi sono? Di Giacinto è un commercialista bagherese, ex revisore dei conti del Comune che in Consiglio qualcuno dipinge come vicino all’area politica di Saverio Romano e dunque oggi sarebbe vicino a Forza Italia. Anna Torres è la titolare del negozio 74 Sella di Palermo e collabora col gruppo Marinedi che fa capo all’ingegner Marconi per promuovere i porti turistici nelle fiere in mezzo mondo. Di Giacinto ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Non dovrebbero dimettersi per dare spazio alla minoranza.
Resta comunque il forte timore che sia in atto una spartizione di quella torta chiamata porto, sulla quale da anni litigano tutti. Un rischio molto alto, considerato anche il ritardo con cui sta arrivando la firma della Regione sulla convenzione. Ricordiamo che il modo in cui il Comune affrontò la gara per la gestione, schierandosi con Ustica Lines, alla fine ha negato ogni diritto a rivendicare garanzie per la comunità balestratese. Cioè in teoria Marconi potrebbe assumere pure tutti cinesi, non ha nessun obbligo di rivolgersi ai balestratesi per la manodopera.
Ecco perchè serve chiarezza, ecco perchè vogliamo capire chi gestirà questo benedetto porto e che intenzioni ha.
Oggi il consiglio d’amministrazione di Marina di Balestrate è occupato interamente da Marconi con tre suoi uomini e vede invece escluse Motomar e Martina di Villa Igiea, che sarebbero pronte ad innescare un nuovo scontro in aule di tribunale, col rischio che mettano in discussione pure la gara d’appalto per la gestione, oggi assegnata a una ditta ben diversa da quella che aveva vinto.
Il tutto mentre l’inchiesta sui lavori alla strada di accesso al porto di Balestrate sarebbe agli sgoccioli e, ultima beffa per i balestratesi, rischia di chiudersi con un’archiviazione. Insomma, della serie “abbiamo scherzato”, ritardi e problemi con i lavori non ce ne sono stati, nessun responsabile se la strada al porto non ci arriva e si spenderanno più soldi. Tanto pagano i soliti cittadini fessi.

Categories: Cronaca
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