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Il divieto alle riprese è legittimo? Lo vedremo, intanto leggete questa storia e cosa dice la legge…

Spesso siamo abituati a piangerci addosso e a lamentarci sempre. Come nel caso della bocciatura della delibera che avrebbe consentito di riprendere le sedute consiliari. Sappiate che è illegittimo. Non si può vietare di riprendere un dibattito pubblico. Ecco di seguito una testimonianza dei grillini che hanno vinto  la loro battaglia.

http://www.cinquestellemarcon.org/riprese-consiglio-comunale/

“Giovedì 9 febbraio 2012 in consiglio di zona 4 a Milano i cittadini attivi ed informati hanno dimostrato che possono vincere contro l’ostruzionismo burocratico e la mai defunta volontà liberticida di taluni rappresentanti dell’amministrazione pubblica.

Prima di raccontare i fatti, vorrei ringraziare i ragazzi della zona 4 (Andrea e Alex) intervenuti ed alcuni attivisti del M5S (Claudio e Arturo) che si sono resi disponibili a fornire questo servizio per rendere pubblico e quindi visibili cio’ che e’ pubblico.
Vogliamo inoltre mandare un ringraziamento anche alle forze della Polizia Locale intervenute in consiglio, le quali hanno dimostrato professionalità, imparzialità e competenza.

Veniamo all’accaduto raccontato da Andrea.

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“Nel caso di riprese audiovisive effettuate da privati cittadini, in attesa di una specifica norma regolamentare, devono essere valutate caso per caso le singole richieste. In ogni caso,nel rispetto di quanto previsto dall’art. 23 del Codice della Privacy, deve essere acquisito il consenso da parte delle persone riprese, consenso espresso in forma scritta.
Il cittadino deve essere identificato e deve dichiarare l’uso che farà delle riprese, quali canali di trasmissione utilizzerà.
Il signor Arturo Bolognini nella sua e mail ricorda che nelle zone 5 e 8 vengono effettuate, da parte dei privati cittadini, le riprese audiovisive delle sedute consiliari.
Giova ricordare che tale possibilità è antecedente alla comunicazione del 1 febbraio 2012 da parte della Direzione Centrale. Un conto è la pubblicità delle sedute consiliari, altro è la pubblicizzazione attraverso internet o TV, che richiede l’informazione ai presenti dell’uso di sistemi audiovisivi e della successiva diffusione delle immagini.”

Nonostante questa comunicazione, poiché è nostro diritto come vedremo in seguito, abbiamo continuato a riprendere il tutto. A questo punto il vicepresidente Tosi ci ha intimato di smettere di riprendere altrimenti avrebbe sospeso il consiglio e chiamato la Polizia Locale al fine di allontanarci dall’aula. Abbiamo replicato che è nostro diritto riprendere e abbiamo chiesto anche noi che intervenissero gli ufficiali della Polizia Locale per poter far valere i nostri diritti. A questo punto il consiglio è stato sospeso e le forze di Polizia Locale sono intervenute venendo a parlare con noi.

La discussione è stata estremamente civile e proficua, abbiamo loro contestato la posizione del vicepresidente e nel merito la lettera del Dott. Premoselli. Avevamo infatti portato con noi gli estratti delle norme che evidenziano chiaramente il diritto di qualsiasi cittadino privato a riprendere eventi pubblici e di importanza pubblica come i consigli circoscrizionali. In particolare abbiamo loro evidenziato i seguenti punti:

a) paragrafo 10.3 del pronunciamento del garante della Privacy in materia di “Privacy e giornalismo – diritto di cronaca e diritti dei cittadini”, che recita: “Consigli e giunte comunali. SEDUTE PUBBLICHE VIA INTERNET. È possibile documentare via Internet lo svolgimento delle sedute pubbliche del consiglio comunale, purché i presenti ne siano informati e non vengano diffusi dati sensibili. Negativo è invece il parere sulle riprese delle riunioni di giunta e degli incontri con il pubblico.[..] i numerosi provvedimenti con i quali il Garante ha valorizzato la finalità della trasparenza amministrativa [..] La diffusione via Internet di alcune iniziative caratterizzate di per sè stesse da un obiettivo di ampia conoscenza nel pubblico – come le conferenze stampa – , non pone particolari problemi dal punto di vista della legge n. 675/1996. Lo svolgimento delle sedute pubbliche di organi come il consiglio comunale può essere documentato anch’esso via Internet. È necessario però informare tutti i presenti della diffusione delle immagini, anche attraverso affissione di avvisi chiari e sintetici (art. 10 legge n. 675/1996), ed osservare poi una particolare cautela per i dati sensibili (art. 22, comma 1, legge cit.), per i quali si deve rispettare rigorosamente il principio di stretta necessità (art. 8 d.lg. 11 maggio 1999, n. 135) ed evitare in ogni caso di diffondere dati idonei a rivelare lo stato di salute.” (Roma 28 maggio 2001 – doc. web n. 43495 )

b) art. 97 comma 1 della legge n. 633 del 22 Aprile 1941 del testo consolidato al 2010 ove si legge: “Non occorre il consenso della persona ritrattata quando la riproduzione dell’immagine è giustificata dalla notorietà o dall’ufficio pubblico coperto da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici e culturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico . Il ritratto non può tuttavia essere esposto o messo in commercio, quando l’esposizione o messa in commercio rechi pregiudizio all’onore, alla reputazione o anche al decoro della persona ritrattata”

Alla luce delle norme sopra riportate, abbiamo spiegato all’ufficiale di Polizia Locale che l’interpretazione che il Direttore di Settore ha fornito dell’art.23 del Codice della Privacy è errata proprio perché lo stesso garante della Privacy con il cristallino pronunciamento del 28 maggio 2001 con il doc. web n. 43495 indica come non applicabile tale articolo alle videoriprese dei consigli comunali in quanto eventi pubblici e di evidente interesse pubblico.

La Polizia Locale con estrema competenza ed intelligenza, preso atto delle nostre contestazioni, ci ha richiesto la documentazione che avevamo portato con noi ed è ritornata dal vicepresidente Tosi e da altri consiglieri che nel frattempo avevano iniziato a discutere animatamente. Dopo una decina di minuti, terminato il colloquio tra gli ufficiali di Polizia e il vicepresidente quest’ultimo annuncia che: vista la documentazione da noi fornita e considerata la posizione della Polizia Locale, autorizza la video ripresa del consiglio di zona 4, chiedendo però, per appello nominale, l’autorizzazione preventiva ai singoli consiglieri per la video registrazione della loro immagine. Dopo l’appello tutti i consiglieri, tranne due del PDL, hanno dato il loro consenso alle riprese purché le stesse fossero poi pubblicate in maniera integrale, senza tagli e manomissioni e previa registrazione delle generalità dei cittadini che avrebbero effettuato le riprese.

Le riprese integrali sono racchiuse nel video seguente. Le interruzioni che vedrete sono dovute alla sospensione della concitata seduta e i suoi continui “contrordini”, e il cuore di cittadini inesperti con “mezzi” non propri e conosciuti: miglioreremo”.

Categories: Politica
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  • e, se per fare aprire il porto, facessimo come in val di susa ? bloccare strade, autostrade, ferrovie, etc ? io sono contrario a certi metodi, ma tutti ne parlerebbero. altro che striscia...