Il 2 agosto scorso il sindaco incontra gli assessori e discute dell’emergenza idrica. Ricostruiamo cosa ha fatto, quali sono stati i problemi, quali le mancanze di Comune e Amap. E solleviamo alcuni interrogativi. Uno tra tutti: in piena emergenza nessuno ha autobotti da prestare al Comune di Balestrate. Che è costretto a rivolgersi all’unica ditta che presta il servizio sul territorio. Uno dei tanti gialli che meritano, a nostro umile parere, una risposta.
L’emergenza scatta il 23 luglio con la fuoriuscita di acqua mista a sabbia dai rubinetti del Comune. Il 25 luglio il sindaco chiede ad Amap di intervenire urgentemente mentre il 26 avvisa la popolazione di non utilizzare l’acqua della rete idrica per usi potabili.
L’Amap non effettua le analisi delle acque: è il sindaco allora a farlo il 27 luglio. Già emergono le prime presunte inadempienze del gestore. Il 27 luglio, a 4 giorni dall’emergenza, il sindaco emette l’ordinanza di non potabilità dell’acqua
Sempre il 27 luglio l’Amap afferma di avere avviato “l’attività di soluzione della problematica, provvedendo nel contempo alla sospensione del prelievo dalla suddetta sorgente Martine. Evidenzia inoltre di avere provveduto all’acquisto in via di urgenza di una nuova pompa per potenziare il prelievo dal potabilizzatore “Cicala”.
Il sindaco chiede il 28 luglio all’Amap di comunicare come fosse organizzata la turnazione dell’acqua nelle more della soluzione del problema della sorgente “Martini” e chiedeva il potenziamento del prelievo dal potabilizzatore Cicala. Quale è stata la risposta?
L’emergenza esplode il 28 luglio con l’erogazione idrica ridotta al minimo. La situazione è tragica.
Il 1 agosto, otto giorni dall’emergenza, il sindaco chiede all’Amap di “portare, tramite autobotti, acqua dal potabilizzatore Cicala alle vasche di accumulo in Contrada Piano di Tresca così da potere, una volta riempite le medesime vasche, garantire l’erogazione idrica per almeno ventiquattro ore a tutto il territorio comunale”. L’Amap però comunica di non poterlo fare: ma così non viene meno a uno dei suoi doveri, garantire l’acqua ai balestratesi?
L’Amap autorizza però il sindaco al prelievo illimitato dal potabilizzatore Cicala, “purché avvenga con automezzo munito di certificazione per il trasporto di acqua potabile”. E allora si scopre che nessuno può fare questo servizio. La Protezione civile regionale dichiara di non avere autobotti. L’ex Provincia non ha autobotti, i Comuni di Alcamo, Partinico, Cinisi e S. Giuseppe Jato non hanno autobotti.
Solo una ditta risulta avere questa autorizzazione per il trasporto di acqua per uso alimentare. Chi? Chi ha il monopolio dell’acqua pulita in questo momento di emergenza? Il sindaco non la cita nel suo riassunto. Chi ha controllato la regolarità dell’affidamento dal momento che i disagi non sono realmente diminuiti? Quanto è costato? Vi giuriamo che non sappiamo il nome della ditta. Stiamo utilizzando atti pubblici e il nome non è indicato.
Il sindaco dunque incarica la ditta di procedere al trasporto di una quantità di acqua sufficiente a riempire le vasche di accumulo, “verosimilmente 60 viaggi” e la paga con gli ultimi soldi rimasti, cioè quelli che regolarmente gli assessori e il sindaco stesso intascano ogni mese.
L’Amap alla fine comunica: “La situazione di emergenza dovrebbe cessare entro venerdì 5 agosto”. L’ennesima promessa tradita che conferma quanti siano i punti a favore di un possibile risarcimento per i balestratesi.