Il primo giorno del Consiglio comunale, tra scontenti della maggioranza e beghe pure nell’opposizione

Nel giorno del primo consiglio comunale, sarà utile capire quali sono gli umori dei 15 eletti alle scorse amministrative. Gli umori non sono notizie, sono stati d’animo, sensazioni, atteggiamenti di chi magari pensava di ottenere un riconoscimento e invece ha dovuto assistere senza avere voce in capitolo a scelte e assegnazioni di incarichi.
I malumori a nostro avviso riguardano entrambi gli schieramenti, maggioranza e opposizione. Si, avete capito bene, anche l’opposizione in questi giorni ha avuto il suo bel da fare per trovare un equilibrio in aula consiliare. A disposizione c’erano il posto da vicepresidente del Consiglio comunale e il ruolo di capogruppo, che era il più conteso. Per Benedetto Lo Piccolo questa figura doveva essere attribuita a uno dei suoi esponenti, perché lui era riuscito a ottenere tre scranni. Ma in Spazio comune, Guido De Amicis ha rivendicato questo ruolo sostenendo di essere il consigliere con più esperienza. La discussione è andata avanti per giorni e ha visto anche momenti di tensione, con la possibilità addirittura che i due gruppi si spaccassero o si presentassero con un nome diverso. Alla fine però ha prevalso il buon senso probabilmente De Amicis farà il capogruppo per sei mesi in attesa delle elezioni regionali, che tra un accordo e l’altro potrebbero rimescolare un po’ le carte.
E chissà che le regionali non influiranno anche sulla maggioranza. Ad oggi, c’è un gruppo di consiglieri che ha ottenuto un buon bacino di voti ma non ha rappresentanti in giunta. C’è ad esempio Gino D’Anna, uno dei più votati che potrebbe non accontentarsi del ruolo di presidente del Consiglio comunale. Senza contare Giuseppe Ricupati, che per cinque anni ha avuto Leo Cuzzilla come riferimento nella giunta Palazzolo e adesso è costretto a stare a guardare. Stesso discorso per Rosario Vitale, che sarebbe stato pure bacchettato dal sindaco Milazzo per dei link sul fascismo pubblicati su Facebook. Libero da legami con l’amministrazione potrebbe ritrovarsi pure Antonio Bosco, uno dei consiglieri più votati. Tutti consiglieri che con i loro voti, tanti, hanno contribuito all’elezione di Milazzo e che ora devono fare spazio in giunta addirittura a Bonaviri, che in prima battuta non era riuscito a far eleggere il suo consigliere di riferimento, Bacarella, poi entrato grazie alle dimissioni di Chiarenza, divenuta assessore. Cosa faranno i consiglieri “scontenti”? C’è chi assicura che nei primi tempi non faranno gesti eclatanti e non formeranno alcun gruppo autonomo. Ma c’è pure chi giura che il partito degli scontenti sia pronto a dialogare con pezzi dell’opposizione, a partire dai tre consiglieri del gruppo Lo Piccolo fino ai due di Vito Rizzo, per essere decisivi nelle scelte del Consiglio. In quel caso si creerebbe un gruppo di sei-sette consiglieri con il quale tutti dovrebbero fare i conti.  Fantapolitica?