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Il prossimo sindaco di Balestrate

Serio, responsabile, maturo, concreto, operativo, ambizioso. Non saprei sintetizzare in altro modo il profilo del prossimo candidato sindaco di Balestrate. Perchè dopo la crisi, la pandemia, e il disastro di questi anni di politica delle apparenze, per ripartire serve un’operazione verità, serve affidabilità, trasparenza, serve maturità. Serve una squadra, e non un uomo solo al comando (o allo sbando, fate voi), che per forza di cose avrà bisogno di lavorare compatta, con un leader capace di ascoltare, di unire, di includere e fare sintesi, di spingere e correre sui mille nodi irrisolti di Balestrate. 

Siamo nell’emergenza più totale, siamo nelle sabbie mobili. Servirà senza mezzi termini un’operazione di promozione costante del territorio per ridare lustro e credibilità a un paese scivolato ormai agli ultimi posti come qualità delle presenze e capacità di attrarre visitatori. Serve qualcuno che pianifichi delle politiche di sviluppo per garantire nuove opportunità per tutti, qualcuno che sia libero, libero da diktat, da interessi personali, da logiche clientelari. 

Ecco chi dovrebbe essere il prossimo sindaco, per forza. E questa figura dovrà portare avanti un programma di contenuti innovativi e concreti. Sulla viabilità, sul decoro urbano, per valorizzare le periferie e allargare i confini di un paese ormai asfissiato dai soliti schemi. Servono attrazioni, motivazioni per convincere i milioni di passeggeri che sbarcano ogni anno a 20 minuti di strada da noi a passare da qui. Queste circostanze vanno costruite, non calano dal cielo, non possono essere frutto dell’egoismo e degli interessi del politico di turno. Servono innovazioni, serve un’arena per promuovere spettacoli, iniziative di ampio respiro, misure per innalzare la qualità del turismo, per trasformarlo da cuscinetto finanziario a opportunità imprenditoriale, e questo lo si fa con le leve che già la legge mette a disposizione e che fino ad oggi sono state ignorate, a partire dalla tassa di soggiorno.

I nomi arrivano solo in ultima istanza, ma diventano cruciali. Perchè in questi cinque anni abbiamo imparato che non sono l’età o l’apparenza che possono risolvere i problemi. Giuseppe Curcurù saprà calare le sue proposte in un progetto politico di squadra, o ritiene che sia lui il progetto? La differenza non è da poco, perchè un lato c’è lo status quo e il disastro, dall’altro la responsabilità e la maturità che fanno la differenza per raggiungere l’obiettivo. Piera Chiarenza, Luciano Longo, Benedetto Lo Piccolo, sono altri nomi che guidano le forze in campo: riusciranno a costruire squadre libere dai diktat della vecchia politica? Riusciranno a mettere in campo programmi credibili? Sono aspetti fondamentali che valgono più del fatto che il candidato sia più o meno conosciuto, che sia più o meno apprezzato, che abbia o no molti voti personali. Chi ha rovinato questo paese è conosciuto da tutti, ma la candidatura di un sindaco non è un problema di notorietà, è un problema di serietà, di responsabilità. Il prossimo sindaco dovrà spingere un forte processo di cambiamento che dovrà essere portato avanti da una squadra che non potrà essere confinata nei quattro assessori altrimenti non andremo da nessuna parte. Dovrà coinvolgere consiglieri, associazioni, professionisti, imprenditori. Serve una squadra che abbia l’umiltà di capire che prima dei propri interessi e della propria carriera, bisogna porre l’interesse collettivo e questa idea non può più essere solo retorica, altrimenti non andremo da nessuna parte.

Di possibili candidati ce ne sono tanti, compreso lo stesso sindaco uscente, ormai un Hiroo Onoda (il soldato giapponese che credeva che la guerra non fosse mai finita) che continua a vagheggiare di progetti e iniziative che non appaiono per nulla concreti e provando a intestarsi qualsiasi cosa, consapevole che i suoi voti finiranno comunque in qualche candidatura. Ed è per questo che a Balestrate, in questi ultimi mesi, non vedrete più liti e critiche dei vari schieramenti, e questo disastro proseguirà fino a prossime elezioni, quando tutti noi speriamo in quel piccolo miracolo, che di tanto in tanto cala su certe comunità quando un’amministrazione saggia, seria, libera, umile, instrada quei tre, quattro percorsi che nel giro di qualche anno possono svoltare l’economia del paese. Ci speriamo tutti.

Categories: Politica
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