La Balestrate incompiuta

Non c’è mai stato momento migliore di questo per parlare di come vanno oggi le cose a Balestrate. Perché per la prima volta mi sento coinvolto nella misura pari alla media della gente. C’è chi vive in prima persona e si appassiona alla vita politica e civile del paese, c’è chi ha impegni e la segue un po’ meno. Io ho provato a seguire “a distanza” la vita politica e amministrativa di Balestrate, ma il silenzio è assordante.

Così oggi ho persino difficoltà a individuare gli assessori, le loro deleghe e a capire cosa hanno prodotto in questi mesi. Vorrei capire i nuovi volti come si sono mossi, avere dei risultati, delle relazioni pubbliche, vorrei avere qualcosa da valutare e mettere sulla bilancia delle cose buone e delle cose cattive. Perché le cose cattive, come spesso accade, sono quelle più evidenti. Quali passi avanti sono stati fatti? Cosa diventerà Balestrate tra 5 anni? Io non l’ho capito.
Però vedo che c’è il porto chiuso e non sappiamo come stiano le cose. C’è la strada e non si capisce quando sarà ultimata. Ci sono tanti lavori di cui non si sa nulla, dal campo di calcio (pagato con i nostri soldini e che probabilmente ha richiesto pure l’innalzamento delle tasse locali per coprire le spese…) fino alla via Mazzini. Grandi lavori bloccati ma piccole opere che avanzano con uno strano procedere. Un anonimo segnalava ad esempio che in una determina di affidamento lavori, i numeri in entrata delle proposte erano tutti consecutivi. Un caso o magari a presentare le offerte era stata la stessa persona? Perché poi, guardando i ribassi d’asta, c’erano le prime due ditte che avevano presentato i ribassi più alti e le altre 6 ditte con numeri consecutivi e i ribassi d’asta concentrati fra lo 0.89 e l’1.10. Una coincidenza davvero assurda che chissà, a turno potrebbe consentire, scriveva l’anonimo, di accaparrarsi lavoretti col massimo introito. Ma, ho pensato io, può essere mai che a Balestrate succedano ste cose? Chissà, indagheremo.

Ma intanto c’è pure un paese che continua a non avere identità, che perde appeal, interesse, che non ha spunti da offrire per attrarre visitatori. E questo è un altro bello guaio. Perché la concorrenza aumenta, fare sistema, cioè promuovere il proprio paese assieme a un contesto di altre località accomunate da un unico progetto, è sempre più difficile. Ogni iniziativa, che si chiami distretto turistico o consorzio vattelappesca, deve fare i conti con la smania dei politici locali di occupare poltrone e spartire favori.
Ci sono state iniziative che mi avevano entusiasmato all’insediamento di questa nuova amministrazione. Delle scelte che erano state impopolari, come la rinuncia a sagre insignificanti e il tentativo di puntare solo su eventi che esaltassero le nostre tradizioni, che mi avevano convinto del fatto che qualcosa poteva cambiare.

E invece oggi ci accorgiamo che ancora Balestrate non riesce a scontare quel peccato originale che è la mancanza di una direzione. Navighiamo nel vuoto, a vista, in un mare che a causa della crisi è pure in tempesta. E in questo viaggio c’è una tremenda scollatura tra società civile, tra le persone, e la politica. E c’è una scollatura tra la politica stessa, che non è mai riuscita a compattarsi neanche per un obiettivo comune, come l’apertura del porto o quella benedetta scuola alberghiera che da Balestrate è andata via. Una follia questa, una follia. Ma che pensate, che ora arriva uno sceicco, un imprenditore internazionale, che compra l’alberghiero e ci fa un hotel a 5 stelle? E dove lo fa, in un paese col porto fantasma? Dove ci sono sempre più saracinesche di negozi che chiudono? Dove il porto è chiuso e la strada di accesso è invischiata in vicende sulle quali la magistratura probabilmente sta cercando di fare luce? Cerchiamo di essere onesti.

Vorrei solo capire cosa vogliono farne di Balestrate, se c’è una visione di lungo e medio termine. Perché oggi non vedo un atto, un solo provvedimento, capace di convincermi che qualcosa possa cambiare. Perché se nulla cambierà, rimarremo un paesino sperduto, anonimo, sporco e desolato dove persino raggiungere la giusta maturità per compiere delle scelte elettorali sarà difficile. Se è questo che ci meritiamo, così sia.