Cosa ci fanno 150 bambini insieme a Balestrate? Ok, cantano, giocano, si divertono. Ma il Grest non è solo questo. Dietro al gruppo estivo che don Francesco Giannola ha lanciato ormai da tre anni c’è un mondo di valori che vanno recuperati e soprattutto coltivati. Il Grest lo sta facendo.
In questa società si sta giocando oggi una finale tra individualismo e comunità, tra cinismo e solidarietà. Sono valori oggi messi in discussione a tutti i livelli. E non tutti hanno più la convinzione e la forza per crederci ancora. L’ultimo baluardo, che siate credenti o meno, è nella Chiesa. Una Istituzione forse qualche volta in passato ai margini di quanto accaduto nella storia, oggi invece chiamata a un ruolo da protagonista nel percorso di educazione e crescita. E da parte di tutti serve un nuovo atto di Fede.
È una partita che durerà per tanto tempo ancora e necessita di un lungo allenamento. E allora facciamo tutti il tifo per questa squadra valorosa capitanata da don Francesco, capace di coinvolgere 150 bambini dai 6 ai 12 anni, 50 animatori dai 14 ai 25 anni, aiutati dai responsabili. Chi ha partecipato racconta il Grest come un’esperienza di divertimento, ma anche un momento di crescita rivolto ai ragazzi e ai bambini. Sono attività che promuovono un’esperienza significativa di vita, di amicizia e di comunione. Per chi prepara il Grest, animatori e coordinatori, oltre che un modo per favorire la crescita personale e per mettersi al servizio del prossimo, è l’occasione per mostrare ai ragazzi quanto è bello stare insieme.
Giunto al terzo anno consecutivo, organizzato dall’oratorio parrocchiale chiesa madre S. Anna, l’evento ha coinvolto i bambini il pomeriggio per 10 giorni, durante i quali sono state vissute esperienze di condivisione, giochi, attività, momenti preghiera che si sono conclusi con la festa finale.
C’è una frase di padre Pino Puglisi che probabilmente riassume il senso di tutto questo: “Essere testimoni soprattutto per chi conserva rabbia nei confronti della società che vede ostile. A lui il testimone deve infondere speranza facendo comprendere che la vita vale se è donata”.