L’analisi di Salvatore Campo: “Balestrate, la pandemia, il PNRR e le elezioni comunali”

Riceviamo e pubblichiamo l’analisi del dottor Salvatore Campo su Balestrate. 

La razionalità, come capacità di comprendere contesti, circostanze e problemi dando risposte coerenti, e l’intelligenza, come capacità e consapevolezza della comprensione, hanno aiutato l’uomo, nei millenni, a dare soluzioni e a sopravvivere.

Cosa c’entra tutto questo con Balestrate?  C’entra, c’entra, perché a Balestrate l’intelligenza viene scambiata con la furbizia e non sembra accompagnarsi alla razionalità. 

Quali erano e sono i punti focali che possono influire sul futuro del comune di Balestrate e quali sono stati i comportamenti delle amministrazioni guidate da Vito Rizzo?

Piano Regolatore Generale (PRG). È stato approvato, dopo lunga incubazione, dal commissario ad acta per il rifiuto, per presunte incompatibilità, a volerlo approvare in consiglio comunale. Un PRG di cui il sindaco Rizzo si è ripetutamente vantato, senza aver mai sentito il bisogno di parlarne in Consiglio comunale o in un dibattito aperto, con la presenza di tecnici, che ne potesse spiegare i contenuti ai cittadini (mistero, forse).  In effetti, tanti sono i dubbi sulle probabilità che quel PRG possa essere di reale beneficio per tutta la cittadinanza e vi sono certezze che il PRG non abbia dato soluzioni a bisogni reali della comunità. 

Decoro ambientale e vivibilità urbana. Abbiamo raggiunto importanti percentuali di raccolta differenziata. Ma questo serve poco se le strade continuano ad essere piene di cartacce e oggetti abbandonati e infestate da vegetazione spontanea e i luoghi periferici ridotti a discariche che nessuno si cura di bonificare. Il centro urbano che nella stagione estiva dovrebbe vivere il suo momento migliore diventa una bolgia: traffico disordinato, posteggio selvaggio, suoni/rumori molesti di qualsiasi provenienza, senza controlli adeguati e senza la capacità di gestire organicamente e civilmente la maggiore affluenza di persone nel centro urbano. La cura delle periferie urbane avviene solo poco prima delle elezioni oppure se deve venire il Presidente della Regione Siciliana per una inaugurazione. È accaduto per la strada di accesso al porto; all’inizio dell’inverno scorso, l’amministrazione ha fatto tagliare canneti e sterpaglie che invadevano i marciapiedi e i residui sono rimasti abbandonati sui marciapiedi, impedendo il transito pedonale, per mesi, cioè sino a quando il Presidente della nostra Regione non è vento per l’inaugurazione della strada; della questione se ne è occupato, per sollecitare la pulizia di quella strada e di altro, un nostro concittadino, amato da tutti e dall’alto senso civico ed ecologico, nella sua diretta del 19 aprile 2022, l’ultima delle sue dirette che molti seguivamo dall’inizio alla fine per la genuinità delle sue esternazioni.

Qualche anno fa, sempre con grande clamore, sono spuntate le biciclette elettriche da noleggiare e posizionate davanti il Municipio; dopo qualche mese, le biciclette sono scomparse e non se ne è saputo più nulla. Mistero. Ieri il rullio di tamburi (sintiti, sintiti…) ha annunciato un’altra iniziativa clamorosa che richiamerà un bel po’ di voti: arrivano i monopattini elettrici per la nostra metropoli dal territorio vastissimo. Per la nostra amministrazione è difficile pensare che tale tipo di mobilità può funzionare solo dove esistono piste ciclabili, con tratti senza buche; da noi non esistono le piste ciclabili e tale tipo di mobilità, assieme all’idea che può andare in deroga al codice della strada, incrementerà il numero di persone convinte di poter fare raid e gimkane per le vie del paese. La vivibilità urbana non ne guadagnerà, né la sicurezza di pedoni e automobilisti.

Valorizzazione dei beni ambientali. Circola sui social una foto, un selfie, in cui vengono ritratte, all’inizio della scaletta che porta alla Spiaggia dei Pescatori il sindaco con alcune tra le persone che più si sono impegnate per la salvaguardia di quella spiaggia. Sono stati spesi fiumi di denaro pubblico per ripristinare quella scaletta, con ottimi risultati, il problema è stato la sua conservazione. La scaletta viene ripetutamente vandalizzata e usata spesso come “cacatoio” pubblico; è possibile che tutte le strombazzate telecamere non riescano a trasformare quelle cacchine da sostanza organica in oro? Se scendiamo giù nella spiaggetta, il cemento e la spazzatura non raccolta per mesi sono sempre là; mi auguro che quella foto non venga più pubblicata sino a quando quello scempio sarà lì.

Se poi si va nell’area sala multimediale-ex mattatoio-Marina Holiday, da un lato abbiamo l’impegno massimo dell’imprenditore per il decoro ambientale, dall’altro la strada che scende giù alla spiaggetta è invasa da rifiuti di ogni genere e mai raccolti. Lo stesso ai lati dell’ex-Conchiglia, discariche a cielo aperto. Eppure, nessuna amministrazione ha avuto mai, come l’attuale, tante opportunità per mantenere pulito e decoroso il centro urbano e il territorio; il reddito di cittadinanza e altre normative hanno consentito di avere la disponibilità di decine o centinaia di lavoratori e in maniera gratuita. Se il nostro ambiente è indecoroso può essere dovuto essenzialmente a due fattori: scarsa sensibilità al decoro e incapacità amministrativa; l’uno non esclude l’altro e si aggravano a vicenda.

Decoro ambientale delle periferie e delle campagne. Purtroppo, nessuno di noi può avere il piacere di accompagnare un nostro ospite a visitare le nostre campagne o un sito di importanza monumentale o archeologica perché bisogna transitare per stradelle e trazzere vergognosamente ridotte a discariche. Un problema che, su pressione dei comuni, dovrebbe coinvolgere anche organi politico-amministrativi superiori; ma per la politica comunale sembra che il problema non esista o almeno non sono note azioni di forza per risolvere “definitivamente” il problema, come avviene nei luoghi realmente civili.

Il decoro del centro urbano e quello del territorio sono preliminari rispetto a qualsiasi ipotesi di sviluppo del turismo; il turista rimarrà incantato dalle nostre spiagge, dalle bellezze ambientali e dai tramonti ma, con il degrado ambientale diffuso, scapperà via per non tornare più.

La telesorveglianza è diventata una faccenda incresciosa. Annunci a ripetizione e telecamere comprate, ma l’ambiente rimane vandalizzato e l’amministrazione non ha mai parlato del rapporto costi/benefici, non ha mai comunicato quali costi ha sostenuto e quante multe ha elevato e per quali importi. Mistero. 

Area ecologica. Il contratto sottoscritto dal sindaco con Agesp, la ditta aggiudicataria del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, ha previsto che la ditta dovesse predisporre un servizio di pulizia e bonifica di aree previste e un’area ecologica su cui poter conferire quanto non era possibile in altri modi. I cittadini hanno avuto la disponibilità di un’area ecologica solo per brevi periodi e hanno continuato a pagare un servizio non svolto. Questa mancata attivazione dell’area ecologica e l’inciviltà di alcune persone sono state motivazioni che hanno portato all’indecoroso spettacolo dei rifiuti abbandonati ovunque da parte di chi avrebbe potuto conferirli in un’area ecologica; l’amministrazione è colpevole, quanto gli incivili, per non aver fatto rispettare gli obblighi contrattuali. A questo va aggiunto il tempo medio di ritiro dei rifiuti ingombranti da parte di Agesp che si aggira intorno ai cinque mesi, favorendone l’abbandono, in ogni caso ingiustificato. Solo a due mesi dall’elezione il sindaco ha dato notizie di un dispendioso intervento del gestore, non spiegando perché in cinque anni non è stata individuata un’area per un intervento gratuito per le casse pubbliche mentre adesso è stato previsto un intervento a costo pubblico. Mistero fitto.

Salubrità dell’approvvigionamento idrico. Sono stati dedicati diversi Consigli comunali, promossi dall’opposizione, all’argomento, con l’individuazione di un obiettivo primario: il reperimento di nuove sorgenti idriche con rinuncia all’acqua dell’invaso Poma, di pessima qualità all’origine. L’amministrazione Rizzo non ha voluto ascoltare le opposizioni e movimenti dei cittadini per dare fiducia all’ente gestore, AMAP, che, tra l’altro, sembra, da indagini penali in corso, abbia tradito Balestrate sulla gestione del depuratore sversando liquami e fanghi direttamente a mare (in questi giorni l’area antistante il depuratore è tornata a colorarsi tradendo l’irregolare scarico del depuratore). Il sindaco non ha intrapreso azioni rigorose né ha comunicato che si costituirà parte civile nell’eventuale processo contro Amap. Non parliamo dei ripetuti e inefficaci interventi di Amap sulla fognatura di Via della Repubblica e che parlano da soli, né dei ricorrenti scarichi a mare, operati da Amap per scaricare, tramite il fiume Jato, il fango che intasa gli appresamenti nella diga Poma, con possibile inquinamento del mare e delle nostre coste. Perché il sindaco per tali aspetti perde la loquacità e si schiera con chi ha tradito le aspettative di Balestrate? Mistero, forse. 

Negli ultimi mesi, è stato annunciato da parte di Amap un intervento sulle sorgenti Martini e Passarello e sulla rete di distribuzione che ottimizzerà la portata delle sorgenti e l’arrivo dell’acqua nei rubinetti; questo non sarà sufficiente per renderci autosufficienti nella stagione estiva e, soprattutto, gli inconvenienti legati all’insalubrità delle acque dell’invaso Poma potranno ricomparire in qualsiasi momento e soprattutto nella stagione estiva. Peccato che, con tanti milioni spesi, non si sia pensato al reperimento di nuove e sicure fonti idriche. Mistero.

Porto di Balestrate. A cinque anni dall’affidamento, il gestore non ha rispettato alcuni obblighi contrattuali. Abbiamo un porto che funziona a “scartamento ridotto”, rispetto alla potenzialità. Il personale locale assicura un’assistenza qualificata ma sono assenti alcuni servizi portuali tipo stazione carburanti, area ristoro, bagni-docce, boutique-spaccio, ecc., che il gestore centrale avrebbe dovuto assicurare. Una per tutte: sino ad oggi chi ha avuto un bisogno corporale ha avuto a disposizione un ristretto bagno chimico da cantiere e, in periodo Covid, non è assolutamente sicuro infilarsi in un ambiente di un metro quadro frequentato da altri; si raccontano comportamenti “strani”, che non si citano solo per decoro, su alcuni che hanno voluto non infilarsi in quell’ambiente ristretto. È possibile che alcuni dei ritardi siano da imputare a organi superiori (Regione e altro) ma non risulta che l’amministrazione abbia fatto salti mortali per uscire dallo stallo, tranne annunciare, a due mesi dall’elezione, una conferenza di servizi. È legittimo pensare che il sindaco debba avere a cuore una struttura che si è sovrapposta ad una delle più belle scogliere dell’isola e che si curi per la sua funzionalità e per un ottimale ritorno economico per Balestrate? Mistero fitto.

Villa Europa/ex Conchiglia. Una volta “Piano della Tonnara”, negli anni Sessanta, per l’illuminata iniziativa dell’imprenditore Vittorio Rocca, è stata dancing sul mare tra i più famosi dell’isola, richiamando a Balestrate, settimanalmente, migliaia di ospiti. È stata una bella stagione ma, per diversi motivi, conclusa definitivamente nel 2002. I successivi tentativi di affidarne la gestione non hanno sortito gli effetti auspicati e attualmente è in abbandono. L’unica area verde-villa del centro urbano, nonostante il tanto strombazzato PRG, in un posto incantevole, è abbandonata, senza alcun manifesto pronunciamento, da parte della amministrazione comunale, sulla possibilità che quella magnifica terrazza sul mare possa divenire uno spazio pubblico controllato e disponibile anche per manifestazioni di interesse collettivo. 

Ex Colonia Marina A. De Gasperi. In pietoso abbandono da decenni. Due settimane prima dell’elezione comunale viene approvata in giunta comunale una delibera con la quale viene dato parere favorevole a un project financing presentato da un imprenditore, per farne un albergo a cinque stelle. Il sindaco comunica, inoltre, che, quattro giorni prima delle elezioni comunali, avverrà una conferenza stampa con rappresentanti dell’impresa e delle istituzioni. Ottimo, ma questo non significa che l’opera è stata già fatta.  

Trenta anni fa, il sindaco Campo e vicesindaco De Gennaro riuscirono a richiamare l’attenzione di un imprenditore che in un centro vicino aveva già trasformato una colonia marina in un albergo a quattro stelle; erano già pronti quindici miliardi di lire e un flusso turistico, soprattutto francese; il progetto non andò a buon fine, anche per i comportamenti anomali di qualche balestratese. Altri tentativi infruttuosi sono stati fatti da altri sindaci successivi. Questo per dire che la delibera di giunta è un passo preliminare a cui debbono seguire procedure complesse per cui è corretto fare l’annuncio ma è prudente moderare, responsabilmente, gli eccessi di entusiasmo che creano clamore ma non descrivono la realtà. Resta inteso che tutti e seimila balestratesi saremmo felici che finalmente questo intento si avverasse.

Gestione spiagge e litorale. Da molti anni, le nostre spiagge hanno una destinazione a lidi, che hanno qualificato l’offerta turistica, e a spiaggia libera, con una razionale fruizione delle stesse. Un giudizio sicuramente positivo per un orientamento intrapreso da oltre un decennio.

Diverso è il giudizio sulla gestione del litorale. I nostri lungomari, nella stagione estiva, diventano un formicaio di macchine trasformando aree pubbliche e private in un chiassoso parcheggio diffuso. Non è sicuramente un modello turisticamente avanzato, anzi non è assolutamente un modello turisticamente spendibile. Le aree a ridosso delle spiagge hanno la loro naturale destinazione ai servizi turistici per cui i gestori privati degli spazi devono essere incentivati a convertire i loro legittimi interessi sulla dispensazione di servizi turistici mentre l’ente pubblico deve utilizzare gli spazi per la fruizione collettiva, tenendo conto dell’habitat unico in cui insistono. Le macchine debbono trovare la loro area di parcheggio a distanza dalle spiagge e ai passeggeri deve essere assicurato un servizio trasfer per le spiagge, possibilmente gratuito o a costo sociale, come avviene in centri realmente turistici.

Vita sociale, culturale e partecipativa. Tre Associazioni balestratesi (Ass. Culturale F. Evola, Ass. Terzo Millennio e l’Ass. Musicale V. Bellini), dalla gloriosa storia sia con antichi sia con recenti responsabili, non danno più segni di attività e la pandemia non c’entra. Sono Associazioni sulle quali l’attuale sindaco ha voluto esercitare un ruolo; è solo un rapporto di casualità? 

Nel duecentesimo anno della elevazione di Balestrate a Comune, il sindaco e l’amministrazione comunale non hanno voluto e saputo creare una sola occasione celebrativa e culturale, manco un Consiglio comunale celebrativo. Dove è il proclamato amore per Balestrate? La pandemia non c’entra niente. Privati cittadini riuniti in Comitato e la Parrocchia hanno saputo realizzare, con il pieno rispetto dei limiti pandemici e con le autorizzazioni necessarie, una serie di attività per onorare la storia di Balestrate e i cittadini che ne sono stati protagonisti; hanno voluto coinvolgere il sindaco per il rispetto verso le istituzioni, rispetto non ricambiato, limitandosi il sindaco ad apparizioni formali, senza mai profferire una parola di elogio per quanto fatto per la promozione di Balestrate e del territorio, senza alcun impiego di risorse pubbliche. Nessuna attività di associazioni o comitati, svolta generalmente a titolo gratuito, può avere piena efficacia se non è collegata ad atteggiamenti favorevoli da parte di chi amministra. A Balestrate, fare cultura è diventata un’attività da pericolosi eversivi che operano in clandestinità, per l’impossibilità comunicativa con un sindaco, leader maximo, che semmai riserva le sue attenzioni solo agli “amici” veri; si è instaurata una specie di MinCulPop balestratese e, con queste prospettive, potrebbe essere anche proponibile l’”esilio” culturale. Non è un’esagerazione, è la realtà balestratese.

Gestione economico-finanziaria del Comune. Recenti notizie parlano di una situazione da sfacelo finanziario, a responsabilità anche delle passate amministrazioni. È strano che l’amministrazione ne parli solo quando la bomba è scoppiata e non prima. Mistero. 

Ma non sarà un mistero il peso dei debiti che ricadrà sulle tasche dei cittadini.

Pandemia, Finanziamenti e PNRR. A Balestrate sono arrivati finanziamenti, in parte in capo a precedenti amministrazioni e in parte all’attuale, che hanno consentito l’efficientamento energetico, la messa insicurezza degli edifici e la realizzazione di opere. La pandemia e una pregressa politica inadeguata hanno inferto un colpo durissimo e nei nostri imprenditori, spesso, al coraggio è seguito lo sconforto. Inadeguata programmazione socio-sanitaria, del mondo del lavoro e del territorio sono inefficienze emerse particolarmente nel periodo pandemico a cui si è voluto rimediare con i preziosi fondi del PNRR. 

È stato possibile erogare interventi per le famiglie disagiate, per centinaia di migliaia di euro, e finanziare progetti che dovrebbero garantire la soluzione di alcune problematiche sociali e far ripartire l’economia. Questo non è stato fatto solo per Balestrate ma per tutti i comuni italiani.

I fondi del PNRR sono ad esaurimento e in parte sono debiti contratti i cui importi bisognerà restituire. Nei finanziamenti bisogna distinguere quelli che sono “risorse da spendere” e quelli che sono “investimenti”; le prime finanziano progetti di cui spesso non si riesce a capire la finalità, gli investimenti finanziano progetti mirati a risolvere un problema. Nei confronti degli annunci di finanziamenti bisogna sempre chiedersi: quali benefici deriveranno per la nostra comunità? Ancor più se i finanziamenti sono strombazzati in maniera continua, come su un nastro pubblicitario senza fine. 

Anche il comune di Trappeto ha ricevuto finanziamenti, anche per opere pubbliche, eppure il sindaco Cosentino ha dato l’annuncio senza mettere il nastro senza fine; anche a Trappeto hanno elezioni comunali. 

L’attività politica ridotta a mera elencazione di slogan e a uno stravolgimento costante della realtà rischia di infliggere a Balestrate oltre il danno della crisi anche la beffa di una compromissione della capacità critica che mi auguro non venga mai a mancare. 

Eppure, i Comuni limitrofi sembrano avere capacità di rigenerarsi e offrire speranze a chi investe nei settori del turismo o nelle attività produttive, con iniziative coerenti con le ricchezze ambientali e storiche del territorio. Da noi le attività chiudono o sono in sofferenza per lo scarso numero di utenti e per una stagione turistica troppo corta.

La coerenza interventi-storia-territorio a Balestrate manca. La recente iniziativa per un itinerario di una storica passeggiata inventata e marcata dalle piastrelle di un noto ceramista ne è una dimostrazione. L’iniziativa è stata annunciata solo quando sono iniziati i lavori, mistero, e ha avuto un ottimo accoglimento sui social. Poche persone hanno osato esprimere dissenso per le piastrelle poste attorno alle aiuole della Piazza Rettore Evola, perché, anche se belle, ritenute inidonee al contesto storico-ambientale; quelle poche persone sono state oggetto di dileggio mediatico da parte di amministratori/sostenitori del sindaco, e additate come persone che pur non essendo architetti si atteggiavano a intenditori. Che quelle piastrelle in quel contesto facessero schifo è stato detto anche da tre noti architetti, ebbene gli amministratori/sostenitori del sindaco hanno perso tutto il loro ardire, non avendo avuto il coraggio e la competenza per contraddire i tre noti architetti; gli scudieri del sindaco hanno battuto ritirata. Ribadisco, da non architetto ma da persona che non ha lesinato il tempo da dedicare alla conoscenza delle preziosità del nostro territorio, che quelle piastrelle in Piazza Rettore Evola rappresentano una violazione della storia e della memoria del Rettore Filippo Evola che affrontò persino una causa penale perché quella piazza avesse quelle caratteristiche, rispettando anche i canoni prospettici leonardeschi. Mi chiedo se la messa in sede di quelle piastrelle in piazza è stata sottoposta al parere della Sovraintendenza ai Beni Culturali, senza soluzioni furbesche, e magari anche dell’Arciprete di Balestrate, considerato che la piazza esiste perché esiste la chiesa. In precedenza, nella stessa piazza, il sindaco Rizzo ha trasformato le due fontane prima in fioriere e poi in pietraie, per l’incapacità a trovare in tutto il pianeta un tecnico capace di far generare due zampilli; per cui le piastrelle nelle aiuole della piazza si pongono in continuità, nella stessa visione “culturale” dell’attenzione dell’amministrazione comunale per la piazza principale del paese. 

Due mesi prima dalle elezioni comunali. In questo periodo, si sono scatenati artiglieria, fanteria, mezzi pesanti e qualche arma non convenzionale. Non c’è stato giorno in cui è mancato un annuncio di finanziamenti e opere fatte o meriti speciali acquisiti e quando è finito l’elenco si è ricominciato da capo, in ritmo continuo. Potrebbe essere legittimo se i cinque anni prima non fossero stati di silenzio e di attività non eseguite. 

Non è questione di campagna elettorale, perché tali atteggiamenti rivelano un modo di concepire l’impegno politico. Quanto molti aspetti della vita pubblica vengono tenuti nascosti (i misteri già segnalati), senza sentire il bisogno della condivisione, come se riguardassero unicamente il sindaco e vengono poi annunciati a raffica in un periodo pre-elettorale significa che il sindaco ha assunto il ruolo di “padre” che decide ciò che vuol far sapere ai suoi “bambini”, i seimila cittadini balestratesi, innocenti da proteggere dalle insidie della vita, come si fa con i bambini da parte di chi ritiene di poter decidere per tutti. È una concezione particolare dell’impegno politico che non posso condividere.

I tramonti e il paese dei tramonti. I nostri tramonti sono veramente straordinari, ma anche questi sono stati strumentalizzati dal nostro sindaco che li ha utilizzati anche come strumento di distrazione di massa quando una notizia negativa interessava l’amministrazione; si sa, un bel tramonto assicura centinaia di like e cancella tutto ciò che c’è di negativo. 

È naturale pensare che Salvatore Campo abbia qualcosa contro il sindaco Vito Rizzo. Ma non è così, per due motivazioni. La prima è che ho riferito fatti obiettivi, verificabili da tutti. La seconda è che dieci anni fa credetti in quel giovane trentenne che mostrava idee chiare, che voleva far risorgere Balestrate e che, non eletto sindaco, si adoperò all’opposizione con grinta su aspetti che poi, eletto sindaco, lo avrebbero visto in atteggiamento passivo; cinque anni fa il suo abbraccio, necessario per essere eletto sindaco, con quella politica che da sempre aveva contestato lo ha allontanato dal mio ideale di sindaco, secondo una visione personale e naturalmente non condivisibile per forza da altri.

Il sindaco Rizzo, per personali esternazioni e per riconoscimenti, pare che sia un buon tecnico conoscitore dei finanziamenti europei ma questo non significa essere un buon sindaco in quanto le due attività sono scisse, tant’è che in Germania il Borgomastro (sindaco) ha funzioni sulla programmazione e sulla sicurezza pubblica mentre al Segretario generale sono affidate le funzioni esecutive che da noi sono proprie della giunta. 

Se il sindaco non è riuscito in interventi “ordinari” (Igiene e decoro ambientale, acqua potabile e scarichi fognari, ex-Conchiglia, gestione turistica delle spiagge e zone rivierasche, abbandono dei rifiuti, verifica della coerenza delle attività del gestore del porto, cultura e attività sociali), pur essendo un buon tecnico per i finanziamenti europei, non ha saputo amministrare, nel senso di prendersi cura del territorio, per le attività mancate. 

Qualcuno afferma “Questo sindaco non ha fatto queste cose, ma chi è stato sindaco prima di lui cosa ha fatto?” È una domanda improponibile per il semplice fatto che un candidato che promette un cambiamento rispetto allo status precedente deve mantenere le promesse e che altri sindaci non abbiano mantenuto le promesse non ne sminuisce le colpe. 

E se, in un’ipotesi estremamente remota, venisse eletto sindaco Piera Chiarenza, l’altro unico concorrente allo scranno comunale più alto? Dovrà rispettare gli impegni assunti.                                    

                                                Salvatore Campo