“Nel 2017 sono risultati conformi alle relative classificazioni solo le acque del Fiume Eleuterio. Risultano invece non conformi le acque degli invasi Ancipa, Scanzano, Fanaco, Garcia, Piana degli Albanesi, Poma, Rosamarina, Santa Rosalia, del serbatoio Malvello e dei fiumi Imera Meridionale e Jato”. Avete letto bene, nella relazione dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, tra le acque non conformi ci sono anche quelle dell’invaso Poma, da cui arriva una parte dell’acqua dei nostri rubinetti.
La nostra garanzia dovrebbe essere rappresentata dal potabilizzatore Cicala. Ma se negli ultimi due anni l’acqua è stata dichiarata potabile solo alcuni mesi, abbiamo motivo di preoccuparci?
L’Arpa monitora costantemente le acque. E qualche mese fa ha pubblicato la relazione sullo stato dei vari invasi nel 2017. Ebbene, in questi ultimi anni nell’invaso Poma, così come in altri bacini, è stato trovato un po’ di tutto. Intanto un superamento dei limiti del 12,5% per quanto riguarda il Manganese e il 25% dei Coliformi totali. Poi per quanto riguarda altre sostanze chimiche e pesticidi “nell’invaso Poma si è rilevata la presenza di Azossistrobina; Metalaxil; Myclobutanil e Triadimenol” e si è riscontrata la presenza di Diazinone, Metalaxil e Procimidone. Di che si tratta?
L’Agency for Research on Cancer di Lione, l’Iarc, è un’agenzia di ricerca contro il cancro che ha inserito tutta una serie di pesticidi tra le sostanze potenzialmente cancerogene. Tra queste ci sono proprio il diazinon, un insetticida domestico contro blatte, formiche e pulci che è stato vietato nel 2004 ma viene ancora utilizzato in agricoltura. E come rilevato dall’Arpa, è stato trovato anche nell’invaso Poma da dove arriva l’acqua nei nostri rubinetti. Così come sono state trovate tracce di procimidone. Da una ricerca abbiamo scoperto che si tratta di un insetticida proibito nell’UE potenzialmente cancerogeno: usato in Europa come anti-muffa, è stato messo da tempo sotto accusa negli Stati Uniti per il timore che danneggi l’apparato riproduttivo dell’ uomo e provochi l’ insorgenza di tumori“.
La domanda che ci facciamo è: chi ci garantisce che il potabilizzatore Cicala sia in grado di assicurarci acqua pulita e potabile? E se la risposta fosse sì, allora perché negli ultimi anni l’acqua è stata spesso dichiarata non potabile? E perché talvolta dalle analisi l’acqua risulta con valori sballati per poi tornare magicamente pulita? In queste fasi in cui l’acqua risulta alterata, l’informazione viene comunicata tempestivamente? Oppure il tempo che arriva lo stop alla potabilità, il danno è stato già fatto?
Il comitato cittadino che è nato dopo la protesta dei giorni scorsi vuole delle risposte a queste domande. In ballo c’è la salute di tutti i balestratesi e su questo bisogna restare in guardia e mettere da parte tutto il resto.