Quando bruciano l’auto al comandante dei carabinieri di un paese, non minacciano solo lui. L’attentato diventa una sfida alla legalità, alla legge: il comandante in un paese è la massima autorità in tema di giustizia, è colui il quale deve fare rispettare le regole. In un paese c’è il prete, c’è il sindaco e c’è il comandante dei carabinieri. Se tocchi lui, tocchi tutti i cittadini onesti.
Qui non vogliamo fare ipotesi sui responsabili e sulle cause del gesto. Vogliamo solo riflettere sull’aspetto sociale di quanto accade a Balestrate da anni.
Quando pensate ai responsabili dell’incendio all’auto del comandante, come ve li immaginate? Con la coda, le ali, le corna in testa, rossi come il diavolo, con le squame, con tre braccia… come li immaginate i malandrini, i mafiosi? Sono persone perfettamente uguali a voi, magari pure distinte, che sanno sorridere. Sono persone che vivono tra noi e che ognuno di noi sa perfettamente riconoscere. Il paese è piccolo.
Eppure, Balestrate in questo sembra ancora arroccata a un secolo fa. La riverenza, gli ossequi, sono all’ordine del giorno verso qualunque malandrino. Ciò che vale nel resto d’Italia, non vale a Balestrate. Il Papa dice che non bisogna fare i funerali in chiesa ai mafiosi? Ma cu è stu Francesco? Ossia si zittissi.
L’amministrazione comunale ha rivolto solidarietà ai carabinieri, ci sarà pure un consiglio comunale: ma quanti, tra politici e cittadini, hanno fino ad oggi rotto con la parte marcia della società balestratese?
Sentiamo e leggiamo decine di messaggi di solidarietà e di accanimento verso gli autori dell’attentato: ma chi è disposto a rompere con i cattivi?
Non prendiamoci in giro, a Balestrate c’è stata persino gente in soggiorno obbligato con pesantissime accuse di mafia sul groppone che è stata servita, riverita, abbracciata, salutata, osannata. L’hanno ossequiata e trattata come amica persino alcuni di quei politici che oggi mandano messaggi di solidarietà al comandante. Per non parlare di chi fino a qualche mese fa chiedeva il pizzo e una volta uscita dal gabbio è stato accolto come un eroe. Anni fa ricordo la scena di un boss uscito di cella e di gente che al bar lo salutava con le lacrime agli occhi di commozione. Ho assistito a un abbraccio che non dimenticherò mai. Il saluto l’ha dato Dio, è vero, ma credo che nel pacco regalo ci fosse pure il consiglio di isolare i cattivi. Mi hanno chiesto giustamente di fare qualche esempio e lo aggiungo adesso. Che Diego Rugeri non fosse un santo ma avesse legami con la criminalità, non è che fosse un mistero. Non si doveva aspettare mica l’arresto o la condanna. Eppure era l’amico di tanti, troppi. Chiaramente se io lo metto in relazione al saluto di un politico, servo in un piatto d’argento la querela. Ma per una questione etica, morale, un cittadino e soprattutto un politico dovrebbero tenersi a debita distanza da queste persone, almeno fino a quando non dimostrano di essere davvero pentite.
Balestrate vive ormai nella paura. Le auto in fiamme sono ormai una consuetudine. L’ultima la notte scorsa in via IV novembre, sulla quale ancora indagano le forze dell’ordine e sono ignote le cause. A gennaio erano state coinvolte due auto all’autosalone “Cev auto” che si trova nella strada provinciale 17. A dicembre era stata la volta di due auto di proprietà di due sorelle, una residente a Trappeto e l’altra a Balestrate. A ottobre invece era stato l’avvocato Filippo Di Benedetto a subire un’intimidazione: era stata tagliata la recinzione della villa e appiccato il fuoco a un’auto e una moto, entrambe Bmw, parcheggiate nel cortile dell’abitazione sulla strada provinciale 17 in territorio di Partinico. E lo scorso anno, a febbraio ignoti avevano preso di mira l’utilitaria di S.S, 57 anni, dipendente Enel, una Atos Yunday parcheggiata in via IV novembre, proprio davanti l’ abitazione dell’uomo. E se a questi episodi aggiungiamo gli arresti per mafia, le inchieste sul porto, il racket del cemento, i casi di usura e quelli di abusivismo che stanno distruggendo le bellezze del paese, ci rendiamo conto che il paese è alla deriva.
I tempi del grigio, del chiaroscuro, sono finiti. Tutti noi dobbiamo scegliere da che parte stare, ogni santo giorno. E se questo deve rappresentare una rottura, con amici o familiari, che rottura sia. Tanti ricordano Peppino Impastato, ma dimenticano che per portare avanti la sua battaglia di legalità, lui lasciò la sua famiglia.
È una questione di carattere sociale di non poco conto: perché se un mafioso si accredita agli occhi della gente come “buono”, la gente finirà per non chiedere aiuto ai carabinieri ma a lui. Finirà per pagare il pizzo quando glielo chiederà, e magari lo ringrazierà pure se riceverà uno sconto. Prendiamo le distanze dall’illegalità: lavoro nero, mafia, racket, usura, abusivismo, se vogliamo migliorare la nostra comunità, dobbiamo scegliere da che parte stare. Pentirsi e cambiare vita, poi, potrebbe riammettere chiunque, è chiaro.
A Palermo Addiopizzo ha dato vita alla campagna del consumo critico: comprare solo nei negozi di gente che non paga il pizzo e non ha legami con la mafia, è un modo per premiare gli onesti. Chi è disposto a Balestrate a modificare le proprie abitudini per fare un servizio alla società e lasciare un paese più pulito ai propri figli?
Abbiamo avuto modo di vedere foto di politici dove ci siamo accorti che nel periodo delle elezioni sono a stretto contatto con presunti mafiosetti e malandrinucci di Balestrate, si parlano nelle orecchie, sono presenti agli incontri. Non c’è nessun reato, è vero, anzi pubblicandole per legge addirittura faremmo un danno a chi è stato ripreso.
Ma deve essere una scelta sociale, non di legge, una scelta di vita quella di rompere col mondo dell’illegalità. Diceva Paolo Borsellino, giudice ucciso dalla mafia: “C’è un equivoco di fondo: si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali”. Non c’è bisogno di spiegare il senso di queste parole.
C’è poi questo consiglio comunale in programma nel quale si darà solidarietà al comandante dei carabinieri: mi piacerebbe sapere in quali processi per mafia, porto, cemento depotenziato, che hanno rovinato l’immagine di Balestrate, il Comune è parte civile. Io sinceramente sento da anni dire che il Comune si costituirà sempre parte civile, ma senza voler fare polemica, vorrei capire in quanti processi siamo parte civile così da fare sapere ai cittadini che esiste un fronte che lotta ogni giorno contro un nemico comune. Veramente, non lo so e non sanno dirmelo: in quanti processi Balestrate è stata o è parte civile? Spero che in Consiglio qualcuno lo chieda o lo sappia.
Bisogna dare ai cittadini l’esempio e la possibilità di schierarsi dalla parte del giusto senza il rischio di ritrovarsi accanto qualche mafiomerdetto. Il tempo degli abbracci a baci è finito, scegliete da che parte stare.
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Finchè la parte sana della società continuerà, per una svariata serie di motivi, a rivolgersi; osannare; ossequiare; venerare o anche semplicemente salutare i vari mafiosetti insistenti in ogni comune della nostra sicilia (e non solo), nulla cambierà!!!!! Se vogliamo che le cose vadano nella direzione opposta a quella in cui stiamo andando attualmente, a mio modesto parere, bisogna prima distaccarsi mentalmente, fisicamente e culturalmente dalla feccia, isolarla, ignorarla, schifarla e, per quello che si può, combatterla. Non sono loro le istituzioni, non sono loro che ci risolvono i problemi, non sono loro che ci proteggono ma al contrario, da secoli a questa parte, loro sono quelli che ci hanno e che continuano ad affamarci, a sfruttarci ed a vivere sulle nostre spalle. Continuando in questa direzione che futuro avranno i nostri figli?. Quello che è successo non è solo un attacco alle istituzioni ma un attacco a tutta quella gente onesta che popola la nostra terra, ed è tanta. ISOLIAMOLI, IGNORIAMOLI E COMBATTIAMOLI!!!!!
Stamani, davanti la caserma Bommarito, abbiamo assistito alla pochezza morale e civica della gente di Balestrate e dell'intero circondario. A parte le forze dell'ordine, alcuni componenti dell'amministrazione comunale, i giornalisti ed alcune scolaresche mi sa che non c'era più nessuno. Vergogna!!!!!!, addirittura gira voce che i (alcuni) genitori dei bambini della 5^ elementare non hanno voluto che la classe partecipasse all'evento per paura (si dice), ma paura di che? Vergognatevi gente, questo è il futuro che costruite ai vostri figli, un futuro che sicuramente non meritano, ma voi probabilmente stamattina avevate di meglio da fare, si, contribuire al costante ed inesorabile avanzare del marciume, della delinquenza e del malaffare. Incredibile, ma che cosa ci vuole per scuotere le vostre coscienze? di cosa avete bisogno? quale evento deve manifestarsi per farvi svegliare?. Non avrei mai immaginato tale indifferenza da parte della gente perbene, non mi sarei mai aspettato un comportamento simile da parte di chi doveva partecipare IN MASSA e dimostrare che il nostro è un paese sano e non il paese dell'indifferenza.