Assolto Alfonso Scalici, condannati Pietro Orlando e Roberto Pitarresi. Sono alcune delle sentenze emesse nel processo contro alcuni presunti esponenti della mafia del Partinicese.
Gli arresti risalgono alla fine del 2010. Secondo l’accusa la famiglia dei Vitale si sarebbe inventata un metodo nuovo per imporre il pizzo. Avrebbe infatti costretto le aziende a comprare il calcestruzzo da una sola ditta, la Edil Village gestita da Alessandro Arcabascio e Alfonso Bommarito. Il primo è sotto processo con il rito ordinario, il secondo, secondo quanto riportato su Livesicilia.it, è stato condannato in a 10 anni e otto mesi.
Alcuni soggetti coinvolti hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato, che garantisce uno sconto di un terzo della pena. Il giudice per l’udienza preliminare, Michele Alaimo, ha inflitto inoltre 8 anni e 9 mesi a Francesco Alfano, a Elviro Paradiso ha inflitto 8 anni e un mese, a Santo Salvaggio 10 anni e quattro mesi, a Francesco Tagliavia 9 mesi solo per danneggiamento mentre è stato assolto dall’associazione mafiosa. Roberto Pitarresi è stato invece condannato a 9 anni e otto mesi mentre Pietro Orlando è stato condannato a quattro anni e quattro mesi. Quattro gli assolti: Alfonso Scalici, Ambrogio Corrao, Giovanni Tagliaviae Damiano Cassarà, titolare di un distributore di benzina, accusato di favoreggiamento per non avere denunciato le estorsioni. Sul Giornale di Sicilia domani un articolo sul processo e sul perchè di condanne e assoluzioni.
Secondo l’accusa, alcuni imputati avrebbero partecipato a summit mafiosi in presenza dell’allora boss latitante Domenico Raccuglia. Avrebbero inoltre gestito affari illeciti da Partinico a Carini imponendo il pizzo e diverse forniture di calcestruzzo a imprenditori della provincia di Palermo, danneggiando e incendiando le auto e le attività commerciali di quelli che avrebbero tentato di opporsi. Il vasto giro di estorsioni avrebbe danneggiato auto e case, ma anche rimesse per barche come, secondo l’accusa, sarebbe accaduto a Balestrate alla Megauto srl di Alfonso Scalici che non si sarebbe piegato al volere dei Vitale. Adesso l’accusa deciderà se presentare ricorso in appello.