Tutto qui? Nessuna offesa, stiamo ben attenti. La nuova giunta è composta da persone valide e oneste, politici di lungo corso, gente in gamba. Ma l’unica cosa che mi sento di dire dopo un mese di crisi politica è: tutto qui?
Conosco e seguo il percorso politico di Vito Rizzo praticamente da sempre. E come me, penso che tutta la comunità balestratese abbia visto in lui la persona che Balestrate non aveva mai avuto, quel politico capace di portare Balestrate oltre le Quattro vanelle, di sprovincializzarci, di avere ambizioni, di sognare.
E invece, un mese dopo la crisi politica, Rizzo riesce a partorire una giunta che avrebbe potuto fare durante una cena natalizia, seduto sul divano, anche a sorteggio. Ripeto, qui non si giudica il valore delle persone su cui potremmo solo dire cose positive. Mi permetto di valutare l’aspetto politico complessivo, l’opportunità, la dimensione di un’amministrazione che doveva dare ampio respiro. Ok, c’è stato l’accordo rizziani milazziani e lo sapevamo tutti, ma il sogno era quello di ribaltare i rapporti di forza, di mettere esperienza e interessi particolari al servizio dell’innovazione, del cambiamento. Non è andata così. Rizzo ha messo in cassaforte la sua maggioranza. Probabilmente, però, non ha blindato il suo futuro politico.
Non c’è comunicazione con la cittadinanza, il singolo interesse continua a prevalere sulla comunità, non ci sono percorsi di trasparenza, di crescita vera, di sviluppo. Siamo sempre uno tra gli 8 mila Comuni italiani, coi problemi di sempre, senza alcuna via di uscita.
Se tutto questo era evidente a livello pratico, nei fatti, ora diventa ancora più evidente a livello politico. Ora è chiaro che questa amministrazione non potrà superare le Quattro vanelle ma non perchè la giunta sia di basso livello, ma perchè il progetto che ruota intorno è arroccato, ha scelto di arroccarsi piuttosto che di scommettere. La sensazione è che siano le persone giuste nel momento e nel posto sbagliato.
Mi permetto di dire che l’unica casellina al suo posto è quella di Gino D’Anna. Già presidente del Consiglio comunale, ex assessore provinciale, rappresenta un’area politica ben definita. Con Antonella Tocco si è molto avvicinato al governo regionale, hanno avuto i loro voti, hanno il consenso popolare. Capisco che dicendo questo molti storceranno il naso, ma qui valuto ancora una volta, lo ripeto, l’aspetto politico. Gino D’Anna è una scelta chiara che ha il benestare dei cittadini. Salvatore Ferrara, anche lui, è un politico di lungo corso. Ma rappresenta evidentemente un ritorno al passato, un arroccamento. La sua nomina evidentemente è la garanzia per una parte dei milazziani, è il sigillo, la certezza che la giunta non farà più scherzetti ai sostenitori di Milazzo. È la loro assicurazione. Altrimenti seguirà la strada di Renzo Imbrunnone che già era un nome di garanzia, ma se doveva essere sostituito come è stato, ci si aspettava una novità assoluta.
Marisa Saputo, per chi segue questo blog, era per noi il possibile candidato a sindaco alle ultime elezioni tanto è la stima. Ma in questa fase, in questo momento, che senso ha? Quale può essere l’apporto politico, la visione nuova in questa maggioranza? Marisa Saputo può portare carattere, tenacia, competenza, entusiasmo, pugno fermo. Sul piano politico, della progettualità, non potrà andare oltre quello che ha già proposto il sindaco, potrà sostenerlo di più ma superarlo no. Non è una nuova auto per andare più veloci, è un nuovo passeggero che può solo dire “corriamo più veloci”. Discorso simile Giuseppe Lombardo. Anche lui attivissimo, uno dei protagonisti della società civile di Balestrate. In un certo contesto sarebbe stato sicuramente un nome spendibile, lo avevamo già esaltato. Ma in questa fase, in questo modo, come Saputo è solo un’estensione, una fotocopia di Rizzo. Come Ferrara è una garanzia per il suo ristretto giro. Una certezza per Rizzo, e poi?
Ben vengano cose buone per questo paese, ben vengano. Però al momento, in questo quadro, è già passato oltre un anno e non c’è proprio la sensazione, la percezione di un cambio di direzione. Non c’è discontinuità negli atti e nei nomi. La corrispondenza tra il sindaco e il dirigente dell’ambiente segna purtroppo un prima e un dopo di questa amministrazione. Si può continuare a sperare, a sperare, ma poi si pensa a Giovanni D’Anna, all’input che aveva dato per la sicurezza a mare, al progetto per la spiaggetta dei pescatori. Ma non c’è. Si pensa ad Antonio Bosco, che ovviava alla carenza di idee di questa amministrazione con l’entusiasmo, la disponibilità, la volontà. Ma non c’è. Si pensa a Renzo Imbrunnone messo sott’accusa dai suoi stessi alleati per essersi permesso di pensare con la propria testa. A Balestrate c’è un porto con i servizi annessi, c’è un piano regolatore da rispettare che creerà problemi. Ci sono tante situazioni su cui i sogni di gloria di questa amministrazione sono andati a sbattere. Ora è il momento per tutti i balestratesi di buona volontà di tenere duro e rimboccarsi le maniche. Ora si inizia a fare sul serio.