Il tempo alla fine rimette sempre a posto le cose. Non ci può restituire il passato ma resta sempre il miglior giudice. Lo farà anche riguardo a questi mesi in cui la realtà è stata filtrata e distorta dagli schermi dei nostri telefoni, da tv, dai social. Bisogna solo non dimenticare. Provo a dare il mio personale contributo con personali riflessioni.
A Balestrate in questi mesi di emergenza sono state sollevate decine di questioni e sono state avanzate decine di proposte da parte di politici, associazioni, cittadini. Ma il vocabolario è rimasto sempre lo stesso: proposta=speculazione, consiglio=polemica, sefaccioio=buono, sefaitu=nonvabene. Tutto questo, purtroppo, non è indolore, ha delle conseguenze pratiche e negative sulla collettività. Tutto questo divide il paese: chi ha ottenuto si guarderà bene dal protestare, chi invece è stato penalizzato non potrà manco lamentarsi perchè se no è nemico.
Più di un mese fa avevo scritto su questo sito della necessità di creare subito una centrale unica degli aiuti. Era una misura adottata anche da altri Comuni più esperti e preparati di noi, che consentiva di mettere in un unico calderone gli aiuti e di tracciare tutto, oltre a intercettare una fetta più ampia di persone in disagio. Ora, a distanza di più di un mese, leggo che l’amministrazione ha creato la centrale unica, che in realtà di unico ha forse solo chi ne fa parte, cioè il gruppo politico. Perché questo ritardo? Ora che inizia la fase 2, si crea la centrale unica?
Purtroppo qualcuno a Balestrate pensa che l’emergenza possa impedire di fare domande, ma la libertà è un bene che neanche il virus può sconfiggere. La gestione dell’emergenza non è stata trasparente, questa è una opinione su cui sono pronto a confrontarmi in ogni sede, con chiunque.
In questi mesi sono state sollevate varie questioni. Quella dei prezzi, che ovviamente è stata snobbata. Oppure la proposta del cimitero, una proposta fatta anche in centinaia di altri Comuni, senza per forza aprire al pubblico. Anche questa snobbata, anzi sono stato insultato e invece adesso, dopo 8 giorni, arriva l’input della Regione addirittura di riaprire i cimiteri. E il Comune riaprirà.
Sono state sollevate da più parti proposte di ogni tipo, sui tributi, sugli affitti, sulle attività economiche, ma mai, mai e poi mai c’è stata la reale volontà di mettere insieme forze e idee per fare qualcosa di buono per il paese. Abbiamo chiesto trasparenza sui buoni spesa, sui criteri, mi verrebbero in mente mille domande, su come ad esempio si può entrare nella protezione civile, tanta gente mi ha sollevato quesiti e situazioni che io stesso sono rimasto senza risposta.
Nessuno vuole dire che era una situazione facile da gestire, anzi, diverse iniziative sono state anche apprezzabili. Ma è questo il modello di società su cui vogliamo ripartire dopo l’emergenza? Dove chi conosce, chi è amico, chi ha la fortuna di avere il numero di telefono giusto, sarà in vantaggio rispetto ad altri meno fortunati? In nome di cosa è stata sacrificata la possibilità di di una gestione migliore, più equa dell’emergenza? La domanda delle domande resta sempre la stessa: perché le cose vengono fatte solo se a portarle avanti è quel gruppetto di fedelissimi del sindaco, e tutto il resto non conta, anzi viene osteggiato se viene proposto da altri, anche se è utile? La risposta, per chi ama e conosce Bob Dylan, is blowin’ in the wind.