Il piano spiagge elaborato dal Comune era pieno di errori e rischia di essere commissariato. Colpa del Comune che ha pure ritardato a sistemarlo, ma in fondo è probabile che all’amministrazione stia pure bene così.
Questa è la storia del piano spiagge, strumento che serve a pianificare lo sviluppo della costa. Per anni la burocrazia ha frenato in Sicilia l’approvazione dei piani, nell’ultimo anno i vari iter sembravano ripartiti.
Lo scorso mese di gennaio il Comune ha trasmesso alla Regione la proposta di piano. L’assessorato al Territorio si è preso un mesetto per esaminare i documenti e ha riscontrato errori e criticità da correggere. Così il 16 febbraio la Regione ha scritto al Comune e ha chiesto di rivedere le parti contestate e di rimandare il testo. Attenzione: l’assessorato in quel documento è stato chiaro, e ha ricordato che il piano spiagge va adottato dal Consiglio comunale entro la scadenza del 30 giugno, così come del resto stabilisce la legge. (In realtà è una sorta di preadozione ma semplifichiamo l’aspetto burocratico).
Dunque, come aveva scritto il dirigente preposto, il Comune avrebbe dovuto trasmettere le integrazioni “il prima possibile, e comunque non oltre il 15 marzo”. Perché dopo ci sarebbe voluto tempo per la valutazione e per la successiva adozione in Consiglio. Abbiamo sentito gli uffici della Regione che confermano la situazione: Balestrate rischia.
Dunque, cosa fa un’amministrazione davanti a una comunicazione del genere? Avendo un mese di tempo davanti, si mette a lavorare e fa i salti mortali per mandare queste integrazioni prima possibile.
E invece no, l’amministrazione ha impiegato mesi. L’approvazione in giunta è arrivata il 30 giugno. Le cose sono due: o gli errori fatti erano gravi e serviva tempo, oppure non erano gravi e si è perso tempo. In entrambi i casi, la colpa è del Comune.
Adesso l’assessorato dovrà vagliare i documenti. Dopo questo via libera, la palla passerà al Consiglio comunale. Siccome questa fase doveva concludersi il 30 giugno, adesso rischiamo il commissariamento, cioè l’arrivo di un funzionario che congelerà tutto e traghetterà il piano verso l’approvazione. Nel grande gioco della mediocrità della politica della nostra Isola, è anche possibile che siccome ci sono Comuni che sono ancora più in ritardo, l’assessorato possa chiudere un occhio per i semplici ritardatari. Ma la legge è legge e parla chiaro, si vedrà.
Ora, la domanda sorge spontanea: ma sono davvero così impreparati? Cioè è mai possibile che un’amministrazione, per quanto sprovveduta, non si renda conto di essere in ritardo e faccia finta di niente? A mio avviso no, e la risposta è una sola: è politica, brutta politica, ma sempre politica è.
Spieghiamo meglio questo punto di vista. Il destino politico del sindaco è nelle mani di due gruppi a Balestrate: da una parte quello di Gino D’Anna, dall’altra parte quella che fa capo in aula al consigliere Taormina e dunque alle strutture balneari nella spiaggia ovest che fanno capo all’imprenditore Paolo Cataldo. Sono questi due gruppi politici al momento ad avere il pallino del gioco a Balestrate, come del resto accade da anni. Basta un loro cenno a staccare la spina a questa maggioranza.
Ora, se dicessi che questo piano spiagge è stato redatto senza che il principale sponsor politico legato all’economia costiera ne sapesse nulla, qualcuno mi crederebbe? E l’arrivo di un altro commissario sul piano spiagge, sarebbe un male o un bene per il sindaco e il suo gruppo politico? La risposta datela voi, da persona libera lascio la riflessione alle tante altre persone libere ancora a questo mondo.
In attesa del piano spiagge, intanto è già partito l’assalto al mare, perché è possibile iniziare ad avviare attività e farsi trovare pronti nel rispetto del futuro piano spiagge. E chi prima arriverà, magari con il sostegno di qualche politicotto, prima conquisterà fette di demanio. Per i giovani in cerca di opportunità la strada è spianata: A29, direzione aeroporto.