Si sblocca la vertenza dei precari del Comune di Balestrate. L’amministrazione ha deciso di stabilizzarli attraverso un concorso per soli titoli. La decisione arriva dopo un lungo braccio di ferro interno alla maggioranza, che ha visto contrapposti milazziani e giniani-rizziani.
I contrattisti sono una quarantina, di cui poco più di una decina quelli di categoria più alta, C e D. Per questo gruppo a un certo punto è sorto un dubbio: possono essere assunti tramite semplice selezione per titoli o serve un concorso? I milazziani sostenevano la tesi della selezione semplice, per titoli, mentre i giniani-rizziani propendevano per il concorso. Nel frattempo la situazione si è complicata: un pronunciamento della Corte dei conti ha stabilito che per ogni precario stabilizzato il Comune dovrebbe assumere un esterno. Ecco che l’iter per la stabilizzazione di tutti i precari ha subito una battuta d’arresto in tutta la Sicilia. Ma se altrove la stabilizzazione era già avvenuta, a Balestrate l’iter si è inceppato del tutto e la tensione è salita.
Fino a quando, il primo febbraio scorso, la giunta ha deciso di agire. Ad avere la meglio la tesi dei milazziani: la giunta ha deliberato di dare mandato al responsabile della Direzione programmazione finanziaria e del personale di avviare il reclutamento del personale precario in servizio a Balestrate e di procedere alla stabilizzazione mediante concorso per soli titoli. Gli avvisi saranno pubblicati dopo un mese sulla Gazzetta ufficiale. Il giorno della deliberazione era assente anche il vicesindaco Gino D’Anna, ci dicono per possibili profili di incompatibilità che lui stesso aveva evidenziato, dunque non ci sarebbe alcuna polemica.
Ma la sorpresa arriva dalla dichiarazione messa a verbale dal segretario comunale, Letizia Careri, che ha ribadito quanto espresso in Consiglio comunale: “La procedura per la copertura dei posti di categoria C e D non risulta conforme alla normativa secondo cui non si può prescindere dall’espletamento di prova d’esame”. Insomma, per il segretario comunale questa procedura non è propriamente regolare, tesi sostenuta da una parte della maggioranza.
La giunta però non ha tenuto conto del parere, ha ribadito che si tratta di “mero indirizzo” e ha approvato. Nel frattempo è arrivato ieri un altro pronunciamento del Tar secondo il quale “il principio per cui l’obbligo del concorso pubblico, con riserva di posti per esterni – ha spiegato la Cisl in una nota – non ricorre se ci sono evidenti ragioni di interesse pubblico”. E secondo il sindacato, ridurre il precariato lo è. Lo sarà anche per la pubblica amministrazione? Ci auguriamo che finalmente possa finire questa vergognosa pagina del precariato, ma non vorremmo che errori di interpretazione e malaburocrazia possano danneggiare gravemente i lavoratori. Non siamo giuristi, non sappiamo chi abbia ragione e forse nessuno in questo momento lo ha ancora stabilito con chiarezza. La politica stia molto attenta.