Riflessioni sui trasferimenti ai Comuni e sistema clientelare e parassitario

Cosa rappresenta questa immagine? Grandi spazi, negozi, servizi, opere d’arte. Potrebbe essere la reception di un albergo cinque stelle oppure lo spazio comune di un grande centro commerciale o di un aeroporto internazionale. Invece no, è un androne di un ospedale del nord, naturalmente nord Italia.

Ritengo che non sia il caso di fare paragoni con alcuni reparti di cui si fregiano nostri ospedali regionali, eppure sono servizi offerti a cittadini di una stessa nazione e che pagano ugualmente le tasse. Ma cosa c’entra l’ospedale con i trasferimenti regionali ai comuni? C’entra. Perché se il sindaco di Balestrate Vito Rizzo e tanti altri suoi colleghi si sono ribellati non è perché rifiutano i sacrifici in una Regione che fa di tutto per essere virtuosa. Viviamo in una Regione in cui grandi risorse vengono ancora destinate a un sistema clientelare-parassitario. A partire dalla moltitudine di società partecipate che negli anni sono proliferate, tutte in passivo e i cui buchi di bilancio sono stati regolarmente ripianati dalla Regione, in cui si veniva assunti per chiamata diretta e in cui venivano dati incarichi libero-professionali agli “amici”, alcune volte, per decine di migliaia di euro l’anno. E i servizi creati? Scadenti, improntati all’inefficacia e all’inefficienza.

Non faccio esempi per non creare ilarità in un argomento che ritengo serio. Gli scandali denunciati sono innumerevoli, da anni è stata avviata la dismissione di alcune, ma le procedure, naturalmente, non finiscono mai… e il riciclaggio di persone assunte per chiamata diretta è la norma. Potremmo citare gli emolumenti percepiti dai deputati regionali o la pletora dei dipendenti regionali con un organico rigonfiato in maniera truffaldina e che ritiene legittimo far trapassare nell’organico regionale persone assunte per chiamata diretta nelle partecipate. Da perfetto manuale, come eludere il sistema legale di accesso al lavoro, privilegiando gli “amici” e alimentando un sistema parassitario.

Nel, mentre i nostri giovani, disoccupati, sono andati e continuano ad andare via. Sino all’altro ieri, cinquantenni dipendenti regionali sono andati in pensione per accudire familiari invalidi con la legge 104; bene, che nessuno si scandalizzi se, anche grazie alla protezione del sistema, qualcuno ha trovato un nuovo lavoro di dipendenza. Ma se doveva accudire il familiare invalido, come fa ad assentarsi per un altro lavoro, non in nero ma con regolare contratto, percependo la pensione e il nuovo stipendio, togliendo occasione di lavoro ai giovani? Anche quando è stato usato il termine “aziendalizzazione” (vedi ospedali, servizi, ecc.) questo termine è stato sinonimo di collocazione clientelare. Tutto questo è permesso nella nostra Regione. Sono certo che ognuno di voi potrebbe aggiungere qualcosa altro. Fatte salve le eccellenze sanitarie che, soprattutto negli ultimi decenni, si sono affermate nella nostra Regione, è chiaro che se ancora oggi abbiamo ospedali fatiscenti, competenze inadeguate e ci sono i viaggi della speranza, con costi notevoli per le nostre famiglie, è anche perché le risorse vengono dirottate in quel sistema marcio.

E’ chiaro che se i sindaci non possono garantire servizi importanti quali quelli che debbono assicurare il diritto allo studio, alla salute, lo sviluppo turistico, ecc., è anche perché le risorse vengono dirottate in quel sistema marcio. Allora va benissimo l’atto di ribellione dei sindaci verso la riduzione delle somme trasferite ma la vera ribellione deve essere verso quel sistema che ci porta ad essere tra le regioni più degradate d’Europa. In assenza di tale ribellione “sistemica” il massimo che si potrà ottenere dal governo regionale è la generosità nel concedere ai comuni un supplemento di somme trasferite. Ma tutto il resto rimarrà come prima, il popolo siciliano rimarrà mortificato e, per avere considerazione, bisogna tirar fuori il suo passato perché il presente è solo degrado.

Non bisogna dimenticare che l’ignavia, il far finta di niente, il non voler dispiacere gli amici deputati, l’accodarsi al più potente, è una colpa sociale, da tempo, tanto che Dante ha collocato gli ignavi nell’Inferno. Forse, questa è un’occasione per quei Sindaci che veramente e senza infingimenti vogliono impegnarsi per lo sviluppo e il benessere delle persone amministrate. In assenza di un impegno sistemico, tutto il resto potrebbe essere solo fumo e gli impegni per la legalità solo manifestazioni inutili e ipocrite.