Viene dalla Costa d’Avorio e si chiama Tourè di cognome, ma il suo idolo è Sergio Ramos, il difensore del Real Madrid. C’è il pallone nel destino del giovane Aziz. Il calcio scorre nel suo sangue e lo sta conducendo dritto verso la meta. Questa è la storia di un giovane straniero nato in una famiglia africana poco abbiente. Non è un Paese in guerra la Costa d’Avorio, ma nella sua città le cose non vanno molto bene a livello economico. E Aziz, 15 anni, che vuole arrivare in Italia e sogna di diventare un calciatore, alla fine decide di partire.
Il papà riposa in pace, lo fa con la benedizione di mamma, consapevole che solo in Italia può realizzare il suo obiettivo. Un lungo viaggio, centinaia di chilometri a piedi, fino alla Libia, dove salta su un barcone e finisce poi a bordo della Diciotti, la nave militare divenuta simbolo del fenomeno migratorio. Sbarcato in Sicilia lo scorso anno, viene ospitato in una comunità della provincia. E qui arriva la svolta nella sua vita.
C’è un imprenditore balestratese, Luigi Calagna, che lavora pure come procuratore e segue alcuni giovani talenti per conto di società sportive blasonate del Nord. Mentre si trova al campo sportivo di Balestrate viene raggiunto da un piccolo ragazzo di colore che inizia a chiedergli aiuto. “Signor Calagna, voglio lavorare, mi aiuti”. Una richiesta dopo l’altra, Calagna si convince ad aiutarlo. Farlo lavorare, ovviamente, non è possibile, troppo piccolo. Ma inizia a regalargli un paio di scarpe, dei vestiti, lo accompagna nella sua azienda. Inizia ad affezionarsi. Un giorno si reca in auto nella comunità che lo ospita, ma è un incubo. “I locali non erano adatti – racconta Calagna – erano in tanti, un ambiente per me non adatto a un ragazzo, mi sono messo a piangere e ho deciso che Aziz sarebbe dovuto andare via”. Con l’aiuto dell’ex assessore Piera Chiarenza riesce a ottenere il trasferimento in una comunità più vicina a Balestrate. Il legame col piccolo intanto cresce e un giorno si accende la luce: Calagna chiede al gestore di poter prendere in affidamento il ragazzo e il gestore gli confessa che questo era proprio il sogno del piccolo Aziz.
E così arriviamo ai giorni nostri. Aziz, che dagli amici si fa chiamare Ramos come il suo idolo, è finalmente parte della famiglia balestratese dei Calagna. “La prima notte che ha trascorso in casa nostra è stata il 21 giugno – racconta Calagna – era san Luigi, protettore dei giovani. C’è sempre stato un legame fortissimo con tutta la famiglia, Aziz ha una maturità e un senso civico fuori dal comune. Ha 15 anni certificati, abbiamo ottenuto il suo passaporto, ma è sicuramente più grande a livello di maturità dei suoi coetanei qui da noi”.
L’ultimo capitolo della favola arriva con l’inizio della nuova stagione sportiva. Dopo un lungo iter burocratico, grazie alla disponibilità della società sportiva del Balestrate, ecco che Aziz viene tesserato con i giallorossi che giocano in Promozione. “Qui in Italia Aziz studierà e coglierà tutte le opportunità che la nostra società potrà dargli – dice Calagna – ma lui ha anche il sogno di diventare calciatore e noi non vogliamo negarglielo. è anche fortissimo, un diamante grezzo, crescendo e migliorando tatticamente potrebbe davvero raggiungere traguardi importanti”. L’esordio in campionato è devastante, il ragazzo mostra una personalità disarmante, candidandosi a diventare uno dei più forti tra i dilettanti. Aziz, che di cognome fa Tourè come il celbre Yaya e che si fa chiamare Ramos come il celebre difensore, adesso è felice. “Un giorno tornerò a casa – dice – prima però realizzerò il mio sogno”.