Benedetto Lo Piccolo candidato a sindaco, cominciano dall’inizio. Dopo tanti anni avete presentato la coalizione molto tempo prima del voto. Idee chiare o mossa per spiazzare la concorrenza?
“É solo una questione di metodo per fare buona politica. Volevamo dare il segnale che la politica, la vera politica, deve essere fatta con i contenuti e non con i personalismi. Abbiamo semplicemente detto basta a programmi e progetti creati negli ultimi giorni, al fine di realizzare un programma politico e amministrativo autentico. Per partecipare alla costruzione di un progetto ci vuole tempo. Abbiamo scelto la via più lunga ma è l’unica via per fare squadra. Ciascuno di noi è importante, e, come diciamo noi deve sentirsi “sindaco tra sindaci” pronta a dare il meglio di sé. Inoltre abbiamo deciso di rendicontare costantemente alla popolazione per questo abbiamo costituito un coordinamento politico, che lavora adesso e dovrà continuare il suo lavoro anche dopo il momento elettorale per mantenere vivo il rapporto con i cittadini”.
Però poi è scoppiato il caso Vito: perché è andato via, cosa non ha funzionato?
“Questo dovresti chiederlo a lui. Dopo un anno e mezzo di discutere su come costruire una compagine politica coesa e coerente con un programma condiviso si è deciso di individuare il candidato sindaco della coalizione che stavamo costruendo. Lui, dopo tre mesi di dialogo, a settembre 2016 aveva dato l’assenso alla mia candidatura. Abbiamo aspettato più di un mese affinché ciascuno di noi lo dicesse ai suoi elettori e infine abbiamo deciso, assieme a lui, di indicare ufficialmente il nome del candidato sindaco. Dopo 15 giorni dalla presentazione ufficiale, qualcuno dice scherzando “al ritorno dalla luna di miele”, ha abbandonato il gruppo. Cosa non ha funzionato ancora oggi non lo abbiamo capito e neanche possiamo credere che i suoi amici gli abbiano imposto di abbandonare il nostro progetto per correre da solo, perché altrimenti non dovrebbe accettare alcuna collaborazione con Milazzo. Vedremo cosa faranno e ne prenderemo atto”.
Milazzo non si candida, il suo gruppo resta comunque forte, potrebbe esprime un altro candidato ma in ogni caso rischia di perdere pezzi per strada. Cosa succederà? Se un sostenitore di Milazzo decidesse di sostenervi, che fareste?
“Noi siamo concentrati sulle cose da fare, in queste sere ciascuno di noi sta sacrificando il suo tempo pur di dare un contributo sia alla redazione del programma sia al metodo con cui realizzarlo, cosa farà Totò Milazzo adesso non ci interessa. Per sentito dire, e anche per bocca di autorevoli suoi sostenitori, abbiamo saputo che non vuole ricandidarsi. Vedremo appena lo ufficializzerà. Noi siamo convinti che un mister o una miss la troveranno. Hanno pronta, come dici tu, una miss x da candidare. Noi siamo qua”.
Il dialogo tra Rizzo e i milazziani è ben avviato, credi che alla fine l’accordo si farà?
“Vogliono fare l’accordo tra loro? Lo facciano, non saremo noi a giudicare ma i balestratesi con il voto. Noi ci limiteremo a fare le valutazioni strettamente politiche e di materiale per poter esprimere un giudizio ce ne è in abbondanza”.
Si è parlato tanto di nomi, alleanza, invece pochissimo di programmi. Senza annoiare la gente, in poche righe, cosa serve a Balestrate per fare un salto di qualità?
“La parola chiave è proprio qualità: qualità della vita, qualità dei servizi, qualità delle strutture e infrastrutture. Questa è la parola chiave che deve accendere il dibattito e la tensione politico-culturale e non i personalismi. Prima di tutto ci dobbiamo chiedere: “Balestrate offriamo servizi di qualità? Se si quali? Come è la qualità della vita a Balestrate? A nostro parere Balestrate non ha più un’identità culturale definita. Ecco perché noi, invece di discutere e piangerci addosso, dopo aver fatto un’analisi empirica completa, prima sulle emergenze e problematiche quotidiane, stiamo stilando un programma che possa conferire alla città una identità culturale ben precisa. Partiamo da questo semplice assunto; “Balestrate è bella, Noi la vogliamo più bella, anzi bellissima”.
Il turismo sarà il settore in maggiore espansione nei prossimi anni. Siamo a pochi chilometri dagli aeroporti di Trapani e Palermo, dove sbarcano milioni e milioni di passeggeri l’anno. Come intercettare questi flussi e trasformarli in sviluppo?
“Non andiamo lontano. Guardiamo a quello che hanno fatto i paesi limitrofi. Tra il 2000 e il 2010 hanno fatto investimenti nel decoro urbano sistemando piazze e strade, hanno creato dei centri di interesse enogastronomico che sono diventati attrattori sia per il semplice bagnante sia per il turista. Bisogna coordinare bene tutti i servizi e creare le condizioni, come ti dicevo prima, per un soggiorno di qualità. Nel 2007 con l’amministrazione Tonino Palazzolo, abbiamo prodotto una intensa progettualità. Molti di questi progetti sono stati già realizzati. Dobbiamo riprendere quella visione, quello spirito collaborativo e dimostrare maturità politica, evitando di cadere nelle “trappole politiche”, e lavorare per la città mettendo a disposizione il nostro tempo e le nostre competenze”.
Ti faccio delle domande secche sui cavalli di battaglia di Balestratesi.it
Ai ristoranti e ai pub date tutta la strada aperta per mettere più tavolini o metà?
“Vogliamo rispettare i privati ma anche i cittadini. Bisogna darsi un modello turistico: noi vogliamo essere come Taormina con un target preciso di turista o vogliamo essere come Formentera? Noi crediamo che Taormina non possiamo esserlo, ma possiamo ritornare ad essere il centro nevralgico della movida palermitana e trapanese, per capirci come ai tempi della Conchiglia. Quindi il problema non è il suolo pubblico ma di come assieme possiamo attrarre i ragazzi nei nostri locali. Come far passare una serata gradevole, divertente e in buona compagnia coloro che si stanno godendo le ferie o la pausa estiva. In tal senso come detto coniugare gli interessi del privato con gli interessi del pubblico, nel rispetto delle regole, sarà molto semplice. Sulla questione specifica strada aperta a metà o chiusa, a nostro avviso è un problema di cerimoniale da modificare. Stiamo ipotizzando una soluzione che ci consentirà di risolvere il problema”.
Isola pedonale, quanto deve essere grande e per quanto tempo?
“Noi aderiamo al modello ecologico visione, questa, condivisa da tutto il gruppo. Non è più tollerabile vedere famiglie con i passeggini che fanno la gimcana tra auto e motorette. E poi dimmi, tu conosci una città turistica che non abbia una zona a traffico limitato nelle 24 ore? Io, specialmente se sono in vacanza, voglio stare sereno con i miei bimbi e passeggiare senza avere il timore che venga travolto. Insomma siamo fortemente in ritardo su questo versante. Noi dobbiamo avere il coraggio di chiudere al traffico alcune parti della città almeno dal primo maggio al 15 ottobre, cioè nel periodo estivo. In tal senso dobbiamo incentivare l’uso della bicicletta e dei veicoli elettrici, insomma camminare a piedi. Io ho molto apprezzato l’adozione il progetto delle postazioni di biciclette ecologiche sistemate in vari Comuni tra cui Balestrate, fruibili da chi ne avesse voglia o necessità, ma mi sarei aspettato la creazione delle piste ciclabili. questo lo faremo noi se avremo la fiducia dei balestratesi”.
Come salvare la scaletta dei pescatori?
“Questo è una bella domanda. La nostra idea è che bisogna creare una passeggiata di collegamento tra lo “scaro vecchio” e il lungomare “ Felice D’Anna”, una passeggiata a “bordo mare” dentro un area marina protetta. Per tale motivo riprenderemo una delibera del 2007 della giunta Palazzolo e già c’è chi di noi si caricherà di sollecitare e portare avanti la realizzazione dell’area marina protetta e della valorizzazione di tutta la costa dal porto al sito Sic, ossia al bosco. Infatti la scaletta dei pescatori rientrerà in una progettualità complessiva del “water front” , punto di forza dello sviluppo economico e turistico del nostro territorio”.
Come valorizzare il belvedere con la finestra sul mare?
“É da tempo che affermo che bisogna allargare “la terrazza sul mare”. Pensa se si potesse allargare per 100 metri a est e a ovest del ponte, coprendo la ferrovia, che terrazza spettacolare creeremmo. Partendo dalla sicurezza del cittadino, potremmo chiedere all’azienda delle ferrovie di stilare un progetto condiviso da realizzare anche con i fondi europei. Ma stando con i piedi per terra, nelle prime settimane di governo provvederemo a pulirlo con celerità, belvedere e zona ferrovia, fino a renderlo decoroso e magari attrezzarlo con un angolo per i bambini”.
Viabilità: che ne pensi di aprire i parcheggi a mare anche la sera e collegare il paese con più trenini favorendo nuovi posti di lavoro?
“Una bella idea da incentivare e regolamentare. Questo ci permetterebbe di sopperire alla mancanza di parcheggi. Io giù sposterei, come hanno fatto a Castellammare, anche gli ambulanti a posto fisso, per dare un po’ di vivacità alla spiaggia e ai locali pubblici di sera”.
Sul Piano regolatore avete scritto un comunicato nel quale parlate, cito testualmente, di “tante incongruenze e madornali errori di valutazione”. A cosa ti riferisci?
“Intanto facciamo una premessa: noi questo piano regolatore lo dobbiamo approvare ma dobbiamo evitare di commettere degli errori. Pensiamo che si possa ancora intervenire per sanare quanto è stato fino ad oggi maldestramente prodotto. Per tale motivo, al di là delle imminenti elezioni amministrative, abbiamo proposto di svolgere un incontro pubblico per il 25 marzo 2017, per invitare i tanti tecnici presenti nella nostra città, i cittadini e quelle forze sociali e politiche di Balestrate che, non avendo responsabilità su quanto condiviso e prodotto fin qui, vogliono dare un contributo operativo nella stesura delle osservazioni al Piano che si renderanno necessari a correggere profondamente le previsioni urbanistiche attuali”.
Che ne pensi della Colonia? La scuola è andata via, la politica ha perso. Doveva essere un hotel a 5 stelle, e non c’è nulla… Ha un futuro?
“La colonia per noi deve diventare una struttura ricettiva. É l’unica struttura pubblica che può consentire la crescita e lo sviluppo del settore turistico e alberghiero e può dare lavoro ai nostri ragazzi che frequentano sia l’istituto alberghiero sia l’istituto turistico. Non ti nego che abbiamo portato qui diversi imprenditori interessati ed entusiasmati dalla collocazione della struttura. Il problema è l’investimento per rimetterla a nuovo che sarà considerevole. Noi ci crediamo, perché può e deve diventare un albergo 4 stelle superior. Non è una battuta, ma la consapevolezza che non abbiamo il target per altri livelli”.
Tasse sui rifiuti, suolo pubblico, autorizzazioni varie… in che modo il Comune può fare cassa riducendo le tasse e migliorando i servizi?
“Il problema principale è, al contrario, come risparmiare soldi! Noi non dobbiamo fare cassa alle spalle del contribuente ma dobbiamo offrire delle regole precise, un’organizzazione precisa. Noi riteniamo che con una migliore organizzazione si possa ridurre la tassa sui rifiuti, per tale motivo abbiamo chiesto consigli agli operatori del settore e sono consigli preziosi. Così come desideriamo ascoltare i responsabili delle attività produttive che desiderano ottenere maggiore suolo pubblico. Dopo di che presenteremo delle proposte per modificare e migliorare l’attuale regolamentazione. Ti faccio un esempio: se un pub contribuisce alla costruzione del programma di intrattenimento realizzato dall’amministrazione può, secondo noi, ottenere degli sgravi. In pratica il Comune risparmia negli spettacoli e consente all’esercente di attrarre nel perimetro del proprio locale più persone possibile offrendo un servizio per tutti. Questo significa coniugare gli interessi del privato con una prevalente ricaduta pubblica”.
Porto di Balestrate, sembra qualcosa che non appartenga ai balestratesi, sembra calato il silenzio. Hai notizie su come stanno le cose, se la società vuole investire, se ci sarà effettivamente un ritorno per Balestrate?
“Nulla. Non ne sappiamo nulla. Sappiamo che hanno fatto un concorso, un avviso pubblico per assumere delle persone. Chi è stato assunto lo sappiamo tutti ma di altro non sappiamo nulla. La prima cosa che farò è leggermi il carteggio sul porto e convocare la società di gestione per acquisire le loro intenzioni. Di conseguenza prenderemo le nostre decisione. Di certo se spetta a noi, modificheremo i costi di utilizzo dello scivolo. Se spetta alla società di gestione lo chiederemo formalmente. Noi abbiamo speso nel tempo quasi 50 miliardi delle vecchie lire per realizzare questa fondamentale infrastruttura, non vogliamo rimanere semplici spettatori. Vogliamo cooperare con la società di gestione per diventare attori principale nel sviluppo delle attività legate al mare. Ci auguriamo che dal primo maggio il porto sarà attivo con tutti i servizi che la nautica da diporto richiede”.
Piano spiagge, che fine ha fatto? Pensi che ci possa essere la possibilità di investire sulla costa balestratese?
“La priorità dal punto di vista turistico è la cura e lo sviluppo del “sea front” cioè del fronte mare. Dobbiamo curarlo e migliorarlo. Sembra che il piano sia stato consegnato. Appena saremo in grado di leggerlo lo valuteremo. Gli indirizzi con l’amministrazione Palazzolo erano di fare: una zona high tech nella spiaggia della cala del Drago (l’attuale lungomare Felice D’Anna), dove per esempio poter fruire free del wifi, ed altri servizi tecnologici. Poi una zona naturalistica, per intenderci dal lido Le Blond fino ad Alcamo marina, e una dedicata specificatamente al target familiare dal porto fino al fiume Jato. In questa maniera diventa chiaro per l’investitore il tipo di target e quindi chi intende investire sa cosa chiedere al comune”.
Citi spessi l’esperienza del 2007, quando però con Palazzolo ci fu una rottura, avete litigato. Alcune cose di cui parli oggi non furono fatte allora. Perché adesso dovrebbe accadere il contrario?
“Perché siamo più maturi e abbiamo individuato gli errori commessi. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”.
Parliamo di marketing territoriale. Balestrate non ha un’identità, cambiano feste e sagre, nulla è certo, nulla identifica questo paese. Chi si trova in zona non ha un motivo, una storia, un evento da venire a seguire. Su cosa puntare?
“Il lavoro da fare è abbastanza importante. Noi partiamo da cosa abbiamo. Il turista viene solo per fare il bagno in sicurezza, l’unico vero “attrattore” è il mare: spettacolare, limpido e trasparente. La spiaggia e il bosco non sono sfruttati a dovere. Inoltre abbiamo una tra le falesie più belle al mondo ma non la valorizziamo, per noi ha poco significato. Per farla breve, noi dobbiamo caratterizzarci per le bellezze naturali che abbiamo e valorizzarle. Allo stesso tempo dobbiamo creare, a differenza dei paesi limitrofi, una forte identità storico-artistico-culturale valorizzando il nostri beni architettonici cioè le chiese e qualche palazzo storico ancora in piedi. Dal punto di vista culturale dobbiamo concentrarci su 3, 4 eventi che noi viviamo profondamente attraverso la tradizione religiosa e la devozione ai santi: cioè riportare in luce la festa dei santi Pietro e Paolo (che introduce l’estate e “riempie” un periodo turistico ancora sotto tono e noi abbiamo denominato “Festa del mare”. Il periodo di san Giuseppe che dobbiamo far diventare la “festa di Primavera”. Infine la festa della Patrona “Maria SS. Addolorata” che diventa il saluto all’estate. Attorno a queste feste dobbiamo valorizzare l’aspetto folkloristico e fare tante iniziative di contorno coinvolgendo la parrocchia, le associazioni, la scuola, i genitori, insomma tutta una comunità che si mobilita. Per il primo di aprile abbiamo chiesto l’autorizzazione al sindaco di utilizzare alcuni spazi per organizzare un evento che coinvolgerà la comunità perdere un assaggio di quello che intendiamo fare”.