Domani, 13 aprile, alle 18, il Consiglio comunale tornerà a riunirsi in presenza dopo la lunga pandemia. C’è voluto l’intervento del commissario ad Acta Carmelo Messina per correggere la convocazione del presidente del Consiglio comunale che aveva previsto la modalità in videoconferenza. Il commissario ha bacchettato il presidente Vitale spiegando che ci sarebbe stato il rischio di impugnative sugli atti e che il Consiglio andava fatto in presenza.
È solo l’ultimo svarione di un consiglio comunale più che mai in vacanza, presidiato oggi da quella che probabilmente è la peggiore classe politica di sempre. Chi è pronto a lasciare la politica, chi è pronto a candidarsi, chi è presente solo per fare numero, chi invece dopo cinque anni di dura opposizione è pronto al mega inciucio: c’è di tutto in questo consiglio comunale, tranne l’attenzione di chi dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini e non si capisce invece su cosa sia concentrato.
Domani c’è grande attesa per l’approvazione del rendiconto e il ricorso alla procedura di riequilibrio dei conti, argomenti che certificano lo stato disastroso dei conti del Comune. Eppure non c’è stato un solo consigliere, un solo addetto ai lavori della politica che abbia spiegato ai cittadini cosa sta accadendo. È l’inevitabile conseguenza del vuoto politico che si è registrato nella politica balestratese, e probabilmente anche oltre i confini del nostro paese, un vuoto figlio della mancanza di un percorso che in passato, nel bene o nel male, era garantito dalla presenza di organizzazioni partitiche strutturate, in cui almeno c’erano dei valori predefiniti dove la gente poteva riconoscersi. C’è una classe politica ormai in pensione che poteva piacere e non piacere, che non ha mai impresso alcuna svolta a Balestrate, ma che era identificabile e aveva il senso del rispetto delle istituzioni.
Oggi abbiamo consiglieri comunali che in cinque anni non hanno fatto una sola dichiarazione d’intento, che abbiano messo agli atti una sola volontà politica. E abbiamo nuove leve pronte a entrare sulla scena come numeri da aggiungere a numeri, braccia alzate accanto ad altre braccia alzate. Questo vuoto di politica ha spianato la strada all’arrivismo di chi invece conosce bene le leve della politica. E così se cinque anni fa i rizziani sono stati eletti grazie a un accordo con la maggioranza che avevano per anni contestato, adesso sperano nel bis proprio col sostegno di parte di quell’opposizione che per cinque anni li ha osteggiati – a questo punto possiamo immaginare solo sulla carta.
E se qualcuno pensa che tutto questo alla fine si riduca a un teatrino che non ha effetti sulla popolazione, si vada a guardare le statistiche istat su Balestrate, paese che invecchia più degli altri, ha una natalità bassissima e si sta spopolando sempre di più. Ma questa è un’altra storia che racconteremo presto.